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Yourself and Yours - Recensione (London Korean Film Festival 2016)

Non delude l'ultimo lavoro di Hong Sang-soo, premiato per la migliore regia al Festival di San Sebastian: Yourself and Yours è l'ennesima variazione acuta e minimalista del regista sul tema delle relazioni

L’undicesima edizione del London Korean Film Festival si è parzialmente conclusa con il Closing Gala durante il quale abbiamo visto l’ultima fatica del regista Hong Sang-soo, Yourself and Yours (in originale Dangsin Jasingwa Dangsinui Geot), un film che ha finora riscosso molto successo nei festival di Toronto, San Sebastian (dove ha vinto il premio per la miglior regia) e Amburgo. Dico 'parzialmente' perché il programma del festival che si è svolto a Londra andrà in tournée fino al 27 novembre nelle sale del resto del Regno Unito.
Il festival era dedicato alle donne della Corea del Sud ed ha avuto quindi una forte influenza femminile, con molti lavori di registe e interessanti tavole rotonde e dibattiti. A chiudere i battenti ci pensa un cineasta che ha esplorato ogni risvolto delle relazioni uomo/donna, spesso con una pendenza dalla parte femminile.
Il film si apre in una calda estate coreana, con una conversazione tra il pittore Young-soo (Kim Ju-hyuk) ed un amico. Young-soo è preoccupato per la madre morente, ma questo pensiero è presto oscurato da ciò che l’amico sta per rivelargli. La sua ragazza Min-jung (Lee Yoo-young) è stata vista bere con un uomo, addirittura pare che, ubriaca, abbia provocato una lite in un bar. Young-soo è incredulo, non crede sia possibile, anche perché si era fatto promettere da Min-jung che avrebbe limitato l’alcol a solo 5 soju e 2 birre a sera (alla faccia! Ma per gli standard di Hong Sang-soo è quasi astemia). Ma l’amico insiste, tutti l’hanno vista, c’è poco da discutere. Young-soo, ferito nell’onore, chiede spiegazioni a Min-jung, la quale nega l’accaduto e la conversazione finisce con una rottura. La ragazza è stufa di questo controllo e della poca fiducia accordatale e dichiara di volersi prendere una pausa dal rapporto.
Poco dopo una ragazza identica a Min-jung viene vista in un caffè da uno scrittore e conoscente (Kwon Hae-hyo) che crede di averla riconosciuta. Ma la giovane, sorpresa, dichiara di essere una sosia e infine confessa di essere la gemella di Min-jung. Nel frattempo Young-soo, che si è anche rotto una gamba, si aggira dolorante nell’anima e nel corpo, sperando di ritrovare l’amata e perdonarla.
Ma c’è ancora un’altra copia di Min-jung che appare nel quartiere e comincia a chiacchierare e bere con il regista Sang-Won (Yu Jun-sang)… È veramente una sosia o è sempre la gemella? Quante versioni di Min-jung se ne vanno in giro per la città? O forse la ragazza si sta semplicemente prendendo gioco degli uomini che le ronzano intorno?
Realtà, immaginazione, possibili scenari, finali alternativi, falsi ricordi… tutti gli elementi familiari di un film di Hong Sang-soo, compreso un regista con un nome simile, sono presenti in Yourself and Yours, introdotti da dialoghi sagaci e conversazioni divertenti in caffè e bar, facilitati da ingenti quantità di soju.
Non è una novità che il nuovo film ricalchi molti dei temi amati dal regista: chi conosce le sue opere sa che i suoi film sono variazioni sul tema delle relazioni e sa cosa aspettarsi. Anche molti degli attori sono collaboratori regolari di Hong Sang-soo. Ma Yourself and Yours differisce leggermente nell’atmosfera positiva e decisamente romantica che si respira durante lo svolgimento e nella narrazione più lineare e meno stratificata dei precedenti lavori, senza però togliere nulla al valore dell’opera. Spesso quello che serve ad un rapporto in crisi è solo un nuovo inizio, una scrollata da quei meccanismi negativi che diventano abitudini. E soprattutto, come Min-jung ripete a Young-soo: “Non cercare di capire tutto”. E l’happy ending arriva benvenuto, completo di un piccolo divertissement del regista che si auto-cita.

Chi considera i film di Hong Sang-soo come un vecchio amico non sarà deluso dal suo ultimo lavoro e per chi si accosta da novizio sarà un ingresso gentile nel mondo sfaccettato di questo regista acuto e minimalista.
C’è da dire che gli uomini, come spesso accade nei suoi film, non fanno una gran bella figura, intrappolati tra vanità e insicurezze, nei loro patetici tentativi di capire le donne come fossero una mera somma di parti.
La mia personale interpretazione è che la furba Min-jung abbia ripreso in mano il totale controllo della sua vita e della sua relazione con Young-soo, riportandola in vita con una scossa ben assestata. E quale conclusione migliore dunque per un festival dedicato alle donne?




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3.5

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Adriana Rosati

Segnata a vita da cinemini di parrocchia e dosi massicce di popcorn, oggi come da bambina, quando si spengono le luci in sala mi preparo a viaggiare.

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