La casa sul mare - Recensione
- Scritto da Francesco Siciliano
- Pubblicato in Film in sala
- Stampa
- Commenta per primo!
Uno dei punti più bassi del concorso della Mostra del Cinema di Venezia 2017. Robert Guédiguian firma un film irritante, inverosimile, ombelicale.
Tre fratelli si riuniscono dopo che il padre viene colpito da un ictus nella sua casa in una piccola baia vicino Marsiglia. L’occasione diventa per i tre un momento per tracciare un bilancio dei rapporti familiari, per riflettere sulle proprie vite e per riavvicinarsi ai luoghi dell’infanzia in una comunità in cui aleggiava uno spirito comunitario che la modernità ha cancellato.
Tra lunghe chiacchierate a tavola sorseggiando vino rosso, aforismi sull’arte, la politica e la società dispensati nei momenti di routine quotidiana, amori passionali che nascono e muoiono con disinvoltura, La casa sul mare è l’espressione radical-chic di un cinema francese anacronistico e programmatico: con i suoi personaggi stereotipati che parlano come un libro stampato (il culmine è il personaggio di un giovane pescatore che recita i versi di Claudel, sic!) e con le sue implicazioni politiche che forzano le dinamiche narrative (vedi la tentazione di raccontare verso la fine il dramma dei rifugiati che mal si amalgama con quello vissuto dai personaggi), il lavoro di Guédiguian risulta sterile e artificiale, lontano un miglio da quella realtà attorno a noi che vorrebbe tanto raccontare.
Il nostro giudizio:
Articoli correlati (da tag)
- Strange Colours - Recensione (Venezia 74 - Biennale College)
- Mi Hua Zhi Wei (The Taste of Rice Flower) - Recensione (Venezia 74 - Giornate degli Autori)
- Mai Mee Samui Samrab Ter (Samui Song) - Recensione (Venezia 74 - Giornate degli Autori)
- Disappearance - Recensione (Venezia 74 - Orizzonti)
- Takara - La nuit où j'ai nagé (The Night I Swam) - Recensione (Venezia 74 - Orizzonti)