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Mai Mee Samui Samrab Ter (Samui Song) - Recensione (Venezia 74 - Giornate degli Autori)

Pen-ek Ratanaruang firma un thriller con lo sguardo puntato sulla condizione femminile in una società dominata dalle figure maschili

Un’attrice di soap opera vuole liberarsi del marito impotente, famoso artista francese che la costringe a subire le avance di un santone a capo di un’ambigua setta religiosa a cui è legato. Decide così di ingaggiare un uomo per far uccidere e sparire il marito, ma il piano non va a buon fine. La donna fugge, ma il capo della setta si mette sulle sue tracce, deciso a non volersi separare da lei...
Pen-ek Ratanaruang gioca con le atmosfere del thriller con lo sguardo puntato sulla condizione femminile in una società dominata dalle figure maschili. Come da tradizione, il regista thailandese condisce la storia di elementi carichi di mistero, con personaggi che mutano sembianze, altri che spariscono di colpo, e di atmosfere gelide sottilmente ‘inquietanti’, ma se lo stile non si discute, altrettanto non si può dire dell’impianto narrativo che appare pretestuoso, troppo piegato alle logiche della metafora.

Il nostro giudizio:

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