Disappearance - Recensione (Venezia 74 - Orizzonti)
- Scritto da Massimo Volpe
- Pubblicato in Film fuori sala
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L’opera prima del regista iraniano Ali Asgari è il racconto di una piccola odissea notturna di due giovani fidanzati tra gli ospedali di Teheran: i rapporti sessuali prima del matrimonio non solo sono contrari alla morale e alla tradizione, ma sono anche perseguiti dalla legge coranica, motivo per il quale la giovane protagonista, che soffre di una emorragia dopo aver perso la verginità, si ritrova a vagare cercando una soluzione al problema senza che ciò comporti problemi con la famiglia e con la legge. I due prima inventano uno stupro, poi si spacciano come novelli sposi, alla fine neppure la verità raccontata ai medici porta a una risoluzione del problema.
Il film è uno spaccato dell’universo giovanile iraniano e della sua incapacità a relazionarsi con le rigide regole che governano la società: non bastano gli i-Phone né la musica rock a regalare ai giovani la loro piena libertà che rischia di sfociare nella ribellione. Nel suo nucleo narrativo il film è interessante, il suo svolgimento però ben presto si adagia su toni monocordi e ripetitivi.
Il regista sembra abbracciare lo stile che si impronta sull’uso quasi esasperato della macchina da presa che bracca da vicino i protagonisti. Ali Asgari sembra avere stoffa, ma aspettiamo il suo prossimo lavoro per capirne appieno le capacità e il talento.
Il nostro giudizio:
Massimo Volpe
"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".
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