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Stan & Ollie - Recensione (London Film Festival 2018 - Closing Gala)

Non un film biografico convenzionale ma un affezionato ed intelligente omaggio a due geni della comicità: il britannico Stan Laurel e l’americano Oliver Hardy, ovvero Stanlio e Ollio

Il BFI Film Festival 2018 ha chiuso i battenti ieri sera con il Closing Gala e il film in prima mondiale Stan & Ollie, un affezionato omaggio alla celebre coppia di comici formata dal britannico Stan Laurel e l’americano Oliver Hardy.
Fa un po’ sorridere a pensarci ora che negli anni '60 e '70, quando ero bambina, guardavamo con gusto 'le comiche' di Stanlio e Ollio (a quei tempi tantissimi Paesi ne avevano tradotto e personalizzato i nomi) che erano state scritte e filmate almeno 30 anni prima. Viviamo ora in tempi in cui tutto invecchia velocemente e anche un film di 10 anni può apparire datato. Eppure Stan Laurel e Oliver Hardy hanno deliziato milioni di spettatori per decenni, hanno vinto un Oscar con il loro Music Box in cui tentano di trasportare un pianoforte per le scale (chi non lo ha visto) e infine hanno ispirato tanti comici dopo di loro come Billy Crystal, Steve Martin e Peter Sellers che modellò il suo giardiniere di Oltre il giardino su Laurel.
Il regista Jon S. Baird, dopo aver raggiunto grande popolarità nel 2003 con il suo Filth tratto dal romanzo di Irvine Welsh, ha preso in mano il progetto dello sceneggiatore Jeff Pope che aveva cominciato ad interessarsi alla storia dietro il duo comico circa 15 anni fa. Pope aveva scoperto una parte meno conosciuta della loro storia artistica: il tour in Gran Bretagna verso la fine della loro carriera.
Stan & Ollie infatti non è un film biografico convenzionale, non è il racconto completo 'dalla gavetta al successo', ma vuole far luce su un preciso momento di crisi della carriera del duo e del loro rapporto, una tourné iniziata male ma che finì per rafforzare e consolidare un’amicizia che fino ad allora era stata data per scontata.
All’inizio degli Anni '50 Laurel (Steve Coogan) e Hardy (John C. Reilly), invecchiati e non più all’apice del successo, intraprendono un tour nei teatri della Gran Bretagna con l’intenzione di terminarlo in bellezza a Londra. I primi spettacoli però si svolgono in piccoli teatri semivuoti e i due devono rendersi conto che la loro fama e la capacità di riempire i teatri non è più quella di una volta. Nonostante questo, non demordono, anche spronati dalla chimera di un nuovo film che Laurel (la mente dietro tutte le sceneggiature e i testi dei due) sta scrivendo e che ha proposto ad un grosso produttore. La loro perseveranza però paga alla fine e i teatri cominciano a riempirsi e il loro arrivo a Londra, dove vengono raggiunti anche dalle mogli, è accolto con gran calore. I due però non sono più dei giovanotti e Hardy ha dei problemi di salute che rischiano di far ritirare per sempre l’amato duo.
Coogan e Reilly si sono incredibilmente calati nei due personaggi e le loro performance sono ovviamente al centro del film. Pochi secondi dopo averli visti si è già convinti che siano loro, proprio loro, Stan Laurel e Oliver Hardy. Il loro lavoro fisico è stato veramente encomiabile e come in ogni ottima biografia c’è un’accurata ricerca dietro il film, che si palesa nelle ricostruzioni meticolose delle routine di scena dei due comici, nei dettagli delle espressioni, mai caricaturali, e negli accenni alla vita privata, la passione per il gioco d’azzardo di Hardy, lo stacanovismo di Laurel. Bisogna menzionare anche le rispettive mogli (interpretate da Nina Arianda e Shirley Henderson), che hanno un ruolo importante oltre ad essere anche molto divertenti, quasi un secondo duo comico.
Stan & Ollie è stato confezionato con grande cura, non solo nell’aderenza ai fatti ma soprattutto nell’intelligente doppio gioco di pigiare sia il bottone della nostalgia in chi è cresciuto apprezzando Stanlio e Ollio e allo stesso tempo di attrarre e piacere ad una generazione che può (purtroppo) non aver mai sentito parlare di loro. Il film sta in piedi a prescindere dalla scelta biografica ed è stato arricchito di una comicità garbata e leggermente amara. Il titolo, Stan & Ollie, come opposto al loro nome d’arte, Laurel & Hardy, sottolinea la volontà di esplorare gli uomini dietro la leggenda: in questo il film riesce bene, restituendo un ritratto estremamente umano, fondamentalmente la storia di un’amicizia di una vita intera fra due uomini.
Tra le belle scenografie e costumi spiccano le meravigliose cravatte di seta dai pattern Anni '50 di Mr Hardy, forse un tenero omaggio alle cravatte corte e larghe che amava tormentare in scena.

Un affezionato omaggio era dovuto a questi indiscussi geni della comicità e per finire con le parole del comico britannico Ricky Gervais: “Tutto iniziò e finì con Laurel e Hardy. Non si è progrediti molto dopo di loro”.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

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Video

Adriana Rosati

Segnata a vita da cinemini di parrocchia e dosi massicce di popcorn, oggi come da bambina, quando si spengono le luci in sala mi preparo a viaggiare.

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