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BuyBust - Recensione (London East Asia Film Festival 2018)

Tutto in una notte: una squadra di poliziotti in territorio ostile deve riuscire a trovare una via di fuga senza essere massacrata. Erik Matti confeziona un ottimo film di genere con una velata critica all'establishment filippino

Erik Matti è un nome molto affermato nelle Filippine. Regista, scrittore, produttore di cinema di genere, dall’horror all’action, si è messo in luce per il suo approccio fresco a temi rilevanti ed è apparso all’orizzonte del mercato estero qualche anno fa con On the Job, un buon thriller diventato poi anche una serie TV e seguito dei più allegorici Honor Thy Father e Seclusion. Il suo ultimo action BuyBust ha chiuso il New York Asian Film Festival ed è arrivato a Londra, unica presenza filippina al London East Asian Film Festival.
Il film comincia con un'alternanza di due classici capitoli del poliziesco. Un interrogatorio violento ad un trafficante di droga e una squadra speciale del dipartimento anti-droga in allenamento. Presto questi due fili si uniscono quando la squadra viene incaricata di eseguire una missione che in gergo viene chiamata 'buybust', ovvero una transazione di droga tra trafficanti e polizia sotto copertura, con lo scopo di arrestare i trafficanti al momento dello scambio. In questo caso si tratta di Biggie Chen, un grosso boss dei narcos e l’interrogato di cui sopra farà da esca insieme a dei poliziotti, mentre la squadra speciale li seguirà pronta ad agire. La squadra è capitanata da Bernie Lacson (Victor Neri) e comprende il gigantesco Rico (Brandon Vera) e la cinica Nina Manigan (Anne Curtis), reduce da una recente operazione anti-droga che ha annientato completamente la sua vecchia squadra. Il buybust è organizzato in Gracia, uno dei quartieri più pericolosi degli 'slums' di Manila, di conseguenza la tensione è altissima e qualcosa va storto immediatamente, lasciando i poliziotti e la squadra intrappolati di notte nella baraccopoli. Nina e i colleghi ora hanno la certezza che sia nella drammatica operazione precedente sia in questa ci sia l’opera di una talpa, ma la cosa più urgente da fare è cercare di uscire vivi da Gracia dove, oltre ad essere inseguiti dai narcotrafficanti, devono guardarsi anche dagli abitanti della zona, armati ed esasperati dai frequentissimi sanguinosi scontri tra polizia criminali.
Erik Matti non ha mai nascosto la sua posizione politica contro il presidente Rodrigo Duterte e la sua cruenta e brutale politica della 'drug war' che dal suo inizio nel 2016 ha provocato la morte di migliaia di persone, tra civili e sospetti per mano di squadre della morte della polizia, istigate da Duterte e munite di 'carta bianca' per sparare indiscriminatamente. In BuyBust il regista con il linguaggio che conosce meglio, quello del cinema d’azione, ci mostra un’iperbole delle conseguenze di combattere il crimine in modo criminale nascondendo dietro questo bombastico poliziesco, violento, veloce e colorato, una critica sociale ben mirata. E nel farlo ha prodotto uno dei film d’azione più interessanti e godibili, come minimo di quest’anno.
L’influenza di film come The Raid, ma anche The Warriors e Fuga da New York è evidente nel racconto incentrato tutto in una notte in cui la squadra in territorio ostile (se non ostilissimo) deve riuscire ad raggiungere l’uscita senza essere massacrata. La debole categorizzazione morale tra buoni, cattivi e civili, molto presto si sfoca e si trasforma in un infernale 'tutti contro tutti'. Come in un videogioco i superstiti della squadra avanzano falciando narcos e civili come fossero zombie. Lo fanno per difesa e puro istinto di sopravvivenza, sono anche loro delle marionette in balia di disegni superiori e di burattinai corrotti e ingordi, come scopriranno lungo la via e il boss Biggie Chen conclude con una illuminante lectio magistralis sulla connivenza di boss criminali e capi della polizia a spese di tutti i poveracci sotto di loro. Alla fine, mentre una ripresa aerea scivola su Gracia ormai tappezzata da centinaia di cadaveri, e si allunga a mostrare i grattacieli della Manila ricca in lontananza, la voce del notiziario ironicamente riporta 13 morti nella sparatoria.
Una delle qualità maggiori di BuyBust è lo straordinario ensemble e coordinamento di tutti gli aspetti tecnici per raggiungere un risultato complesso e decisamente corale. La fotografia satura e dai colori densi crea uno scenario claustrofobico e scuro ma al tempo stesso pieno di colori riflessi e accesi. Porta la firma di Neil Derrick Bion che sfrutta movimenti dinamici e velocissimi, con grandangoli rotanti e degli incredibili piani sequenza di 3 minuti a seguire una Nina indemoniata. Il montaggio è in piena sincronia con il passo del film. Il sound design mixa le voci gracchianti degli auricolari della squadra con rumori e voci degli slums riuscendo a pilotare la tensione e il senso di spaesamento nello spettatore e l’eclettica colonna sonora composta di un mix di Hard Rock, Heavy Metal, Dub e Pop filippino è incalzante e 'complementa' adeguatamente l’estetica del film. La coreografia dei combattimenti è a dir poco fantasiosa, dovendo passare dal corpo a corpo alle sparatorie, a coltelli, tronchesi, falcia siepi, mestoli e padelle, il tutto sotto una pioggia torrenziale per almeno metà del tempo.
Tra gli attori che sono tutti ben scelti, si distingue Anne Curtis, famosa per film romantici e conduttrice di programmi televisivi, mai vista in un ruolo del genere e novella 'action hero', e l’atleta di MMA Brandon Vera nel ruolo di Rico, una forza della natura e anche capace di recitare.
Come spesso succede in questi anni c’è da fare un appunto sulla durata di poco più di due ore che a mia opinione avrebbe potuto essere mantenuta nei canonici 90 minuti senza soffrirne.

Nell’insieme, nonostante qualche occasionale perdita di tensione BuyBust è un prodotto nuovo, confezionato con passione e competenza e una critica non velata ma nemmeno troppo pesante dell’establishment filippino. Un ottimo film di genere.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

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Adriana Rosati

Segnata a vita da cinemini di parrocchia e dosi massicce di popcorn, oggi come da bambina, quando si spengono le luci in sala mi preparo a viaggiare.

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