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The First Lap - Recensione (London Korean Film Festival 2017 - Closing Gala)

Il London Korean Film Festival 2017 ha chiuso i battenti con The First Lap, opera seconda di Kim Dae-hwan che racconta una storia fortemente speculare della società attuale coreana, incorniciata precisamente nei recenti avvenimenti della protesta che ha portato all’impeachment del Presidente Park Geun-hye

Il personale è politico in The First Lap, la seconda opera di Kim Dae-hwan, il cui debutto End of Winter, un ritratto di dinamiche famigliari, era stato accolto bene dalla critica. Il regista torna con un‘opera meno stilizzata, quasi un documentario, ma non per questo meno ricca o pungente. Il film è stato scelto per chiudere in bellezza (è il caso di dirlo) il London Korean Film Festival 2017 che aveva aperto i battenti con il nuovo film di Hong Sang-soo The Day After.
Ji-young (Kim Sae-byeok) e il suo ragazzo Su-hyeon (Cho Hyun-chul) sono una coppia come tante sulla trentina. Vivono insieme, senza essere sposati, da 7 anni, lui insegna arte e lei è impiegata. La loro vita subisce un piccolo terremoto quando Ji-young annuncia di avere un ritardo del ciclo e sospetta di essere incinta. I due ragazzi a questo punto si trovano a dover pensare più seriamente alla loro relazione che fino a quel punto era andata avanti un po’ per inerzia. La coppia decide così di andare a trovare prima la famiglia di lei e poi quella di lui. Le famiglie dei due ragazzi sono economicamente molto diverse e vivono lontane l'una dall'altra. I genitori di Ji-young appartengono alla tipica classe media cittadina, il padre ha un lavoro dirigenziale governativo e denaro sufficiente per una bella casa e una vita comoda. La visita però sollecita tutta quella serie di piccole frizioni tra genitori e figli che vivono fuori casa e culmina con il solito grande soggetto, il matrimonio. La madre della ragazza è particolarmente agguerrita e nel corso della visita, si gioca tutte le carte a sua disposizione, colpa, vittimismo, delusione, orgoglio, rimorso. I due fuggono da quel martirio per finire dalla padella alla brace. La visita alla famiglia di Su-hyeon infatti non riserva esiti migliori. I genitori del ragazzo vivono in un villaggio sulla costa e la madre gestisce un ristorantino mentre il padre sembra occuparsi solo di bere soju. È la prima volta in 7 anni di rapporto che Ji-young li incontra e questo fa capire che Su-hyeon non è molto a suo agio con la famiglia. A cena, anche qui tra le considerazioni amare della mamma di Su-hyeon e la sbornia triste del padre, il soggetto è sempre il matrimonio.
Questo film delizioso e delicatamente comico ma fortemente critico è girato in modo documentaristico, camera fissa, lunghi piani sequenza, tanti dialoghi e tanto cibo, birra e soju. La presenza di Kim Sae-byeok, presente in The Day After, reitera la somiglianza formale con Hong Sang-soo, ma i paragoni si fermano qui. La narrazione segue la giovane coppia, le piccole chiacchiere, i gesti quotidiani e i problemi del loro microcosmo, ma in realtà la storia è fortemente speculare della società attuale coreana, incorniciata precisamente nei recenti avvenimenti della protesta che ha portato all’impeachment del Presidente Park Geun-hye. Gli accadimenti politici del Paese restano sullo sfondo, alcuni manifestanti incrociati in strada, le notizie dalla TV accesa, ma questo contesto basta a rendere The First Lap un film politico e ad un’acuta osservazione del 'momentum'.
In un frammento del film, Su-hyeon, che vuole accedere a studi d’arte superiori, mostra i suoi dipinti a un amico e collega e quest’ultimo, glissando totalmente sulla qualità indiscutibile dei lavori, lo redarguisce per la mancanza di contesto, parole e presentazione del 'pacchetto'. Il modo di vendersi è più importante dei lavori stessi e, non ultimo, il modo di approcciare e compiacere il vecchio professore che dovrà giudicarli ma Su-hyeon si sente incapace e inadeguato a questa pantomima.
Quella sudcoreana è una società fortemente basata sui valori della famiglia e le sue convenzioni, uno scenario che risulterà molto familiare al pubblico italiano. Come il loro Paese che fatica a scrollarsi di dosso corruzione e vecchie consuetudini, così i due ragazzi sembrano affogare nelle obbligazioni sociali delle famiglie e annaspano per tenere a galla la loro freschezza. Ma il bello di questo film è che i due protagonisti non sembrano per un momento mettere in discussione la loro indipendenza nonostante accusino dolorosamente i colpi (e le colpe) dei genitori.

The First Lap, con la sua leggera ironia e determinazione, offre uno spiraglio di speranza che le nuove generazioni vadano dritte per la loro strada a dispetto della paura che ci portiamo tutti dentro di ripetere gli errori della generazione che ci ha preceduto e finisce significativamente nella Piazza Gwanghwamun, nel mezzo della manifestazione Candlelight.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

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Adriana Rosati

Segnata a vita da cinemini di parrocchia e dosi massicce di popcorn, oggi come da bambina, quando si spengono le luci in sala mi preparo a viaggiare.

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