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Goodbye Single (Familyhood/Gotbai Singkeul) - Recensione (London East Asia Film Festival 2016)

Presentato al London East Asia Film Festival 2016, Goodbye Single parla di amicizia tra donne e famiglie fuori dalla norma nei modi di una commedia che non brilla in originalità ma che si fa guardare con molto piacere

Commedia leggera con spunti di carattere sociale, Goodbye Single (aka Familyhood, in originale Gotbai Singkeul) è l’opera in concorso al London East Asia Film Festival 2016 del giovane regista sudcoreano Kim Tae-gon che ha un passato di indie e horror film e che sta spopolando in Corea.
La storia è incentrata sul personaggio di Go Joo-yeon (Kim Hye-soo) un'attrice/diva bella e ricca ma che sta raggiungendo quella che nello showbusiness è un’età critica e vicina al tramonto, ovvero la quarantina passata. Go non si è ancora scontrata con palesi rifiuti e continua a lavorare, ma la sua fama di attrice sta lasciando lentamente il passo alla fama di donna matura che flirta con ragazzi più giovani di lei, quella che viene definita una donna 'coguaro'. Go vive in una bellissima casa ed è assistita da un piccolo team formato dal produttore e figura paterna Kim, la buffa e mascolina autista Mi-Rae e Pyeong-goo (Ma Dong-seok) il suo fedele stilista, un omone, padre di famiglia che è legato a lei da un affetto che gli impedisce di accettare le numerose richieste di lavori probabilmente più prestigiosi e meglio retribuiti.
Go è volubile e capricciosa come una vera diva, ma ha un fascino genuino con cui riesce a farsi perdonare quasi tutto dal suo team che l'asseconda persino quando strane idee di avere o adottare un bambino le cominciano a girare per la testa. Quando Go, che ha una relazione con un giovane attore, scopre che il ragazzo la tradisce con una coetanea, la furia, la sete di vendetta e la consapevolezza della menopausa incombente, formano un miscuglio esplosivo e ne emerge un piano diabolico. Go fingerà una gravidanza e nel frattempo si prenderà cura di Dan-ji (Kim Hyun-soo), una quindicenne incinta e disperata, incontrata nello studio del suo ginecologo. L’adolescente rimarrà nascosta in casa di Go fino al parto e il bambino verrà adottato dalla diva che inoltre, per vendetta, dichiarerà che il padre è il ragazzo che l’ha scaricata, rovinando la carriera al giovane attore. Facile immaginare che il piano non andrà proprio come previsto.
È una storia vista già in altri luoghi e tempi, ma il regista la affronta con mano leggera e una comicità solida e garbata. Ci sono varie tematiche sociali nel film che in Corea sono molto calde, la brevissima 'durata' delle celebrità e il forte pregiudizio che accompagna la maternità da single e le gravidanze degli adolescenti. Il film ha il pregio di non voler essere un film di denuncia né pretende di dare risposte. Come ha spiegato il regista dopo la proiezione, il suo desiderio era di offrire una visione diversa e anticonvenzionale dei rapporti famigliari nella speranza che il grande pubblico, che è il target di questo genere, abbia l’opportunità di elaborare queste tematiche e ricalibrare lo sguardo critico su di esse.
Go ha l'abitudine di radunare intorno alla tavola quella che lei considera la sua famiglia e di propinare i suoi falliti tentativi di cucina raffinata ma ci vorrà un lungo percorso perché la donna impari a dare alle persone che la circondano il rispetto che lei capricciosamente pretende da loro. Solo alla fine del film, intorno alla tavola, questa insolita famiglia allargata, prenderà vita davvero a discapito delle tortuose e non proprio edificanti vicende che l'hanno messa insieme.
La protagonista Kim Hye-soo ha un talento comico naturale e porta sulle spalle gran parte del film. Lo fa con grande autoironia, essendo anche lei nella vita reale un’attrice molto nota e tratteggia una Go eccentrica e travolgente, a volte patetica ma mai volgare (alcune commedie e attrici nostrane avrebbero molto da imparare). Molto divertente è anche lo stilista contro-stereotipo, la spalla di Go. Invece dell’effeminato e isterico personaggio che questo ruolo richiama alla mente, Pyeong-goo è un macho villoso e un affettuoso papà e marito, che il regista ha fatto interpretare di proposito da Ma Dong-seok, un attore ben noto per i suoi ruoli action.

Goodbye Single, insomma, forse non brilla in originalità nelle dinamiche narrative, ma è una commedia che si fa guardare con molto piacere e che va di diritto a piazzarsi tra i classici popolari coreani sull’amicizia tra donne e sulle famiglie fuori dalla norma viste con la mente aperta come Sunny o Singles.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

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Adriana Rosati

Segnata a vita da cinemini di parrocchia e dosi massicce di popcorn, oggi come da bambina, quando si spengono le luci in sala mi preparo a viaggiare.

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