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Nessun Dorma (Hung sau wan mei seui) - Recensione (London East Asia Film Festival 2016)

Un esercizio noir un po’ pulp per il prolifico Herman Yau, che compie un passo indietro rispetto al precedente The Mobfathers

Il regista Herman Yau abbandona per un attimo le tematiche sociali che sostenevano i suoi ultimi film come Sara e il politico The Mobfathers per dedicarsi (con non troppo impegno) ad un esercizio noir un po’ pulp e molto usa e getta, Nessun Dorma, che è l’unico film genuinamente di Hong Kong nell’ambito del London East Asia Film Festival 2016 (se consideriamo Three una collaborazione Hong Kong-Cina).
Jasmine (Janice Man) è una bella e giovane hongkongese che gestisce un allegro rifugio per cani abbandonati, probabilmente solo per passione, visto il suo lussuoso tenore di vita. La ragazza sta per sposare Vincent (Gordon Lam), un ricco e famoso uomo d’affari. Che Vincent sia famoso lo intuiamo da copertine di riviste che ritraggono la coppia e da continui riferimenti a reporter e giornalisti in agguato, ma non è ben chiaro perché sia così famoso. Al contrario, è subito molto chiaro che Vincent è un gran maiale e che alle spalle dell’ignara fiancée ha messo in piedi un ricco giro di prostitute e traffici illeciti. All’inizio del film troviamo la coppia a teatro con i rispettivi genitori, pochi giorni prima del matrimonio, a vedere la Turandot, da cui il titolo, ispirato alla famosa aria, ma ben poco alle vicende dell’opera lirica.
Dopo lo spettacolo, i due si dividono e Jasmine, una volta a casa, trova una busta firmata Fong Mo Chit. Subito si rimette in macchina e si precipita dal mittente della lettera (Andy Hui), che capiamo essere un amante scaricato in vista del prestigioso matrimonio. Jasmine cerca di spiegarsi (c’è ben poco da spiegare) ma Fong è ferreo nel non voler continuare a soffrire per lei e i due si dividono. La notte è buia e tempestosa e sulla strada di casa Jasmine viene stordita e rapita da un uomo mascherato. Quando si risveglia è nuda, in una camera insonorizzata con un'accecante luce elettrica e l’aria Nessun Dorma a tutto volume. Da qui le vicende cominceranno a complicarsi e offriranno un paio di colpi di scena fino ad arrivare al finale, non proprio a sorpresa se si è un briciolo smaliziati.
Premesso che il regista è molto prolifico (nel 2016 ha prodotto quasi in contemporanea The Mobfathers, Nessun Dorma, The Sleep Curse e Shock Wave) e che noi gli vogliamo molto bene, questo film è decisamente un passo indietro rispetto al precedente The Mobfathers. La sceneggiatura, scritta dalla sua abituale collaboratrice Erica Li e tratta da un suo romanzo, è sufficiente a tenere in piedi il film, ma di certo non si può definirla solida o appassionante, né brilla per arguzia e sinceramente è piena di sviste su dettagli forse secondari che però finiscono per rendere l’insieme un po’ sciatto. Dove si è mai vista una sposa a cui arriva il vestito per la prova due ore prima del matrimonio? E quando mai, dopo una scena di sesso appassionato nella doccia, l’amante la mette a dormire in pigiama, in un letto singolo le rimbocca le coperte e va a dormire nel suo letto? E perché il banale espediente di far sembrare dei personaggi secondari coinvolti e poi abbandonarli totalmente? Il pubblico merita un po' di considerazione.
Il personaggio di Jasmine è molto debole e Janice Man non fa molto per riscattarlo: c’è un solo momento in cui sembra trasformarsi in una vera e propria protagonista noir, ma purtroppo è solo un attimo fuggente. Forse una sceneggiatrice donna avrebbe potuto costruire un personaggio femminile con un po’ di spina dorsale e qualche sfumatura in più. Su Gordon Lam si può sempre contare e infatti ci consegna il cattivo con la solita professionalità. Andy Hui non è particolarmente impressionante, ma diciamo che ha il physique du rôle.

Nessun Dorma è un film pasticciato, guardabile ma anche facilmente dimenticabile. Mi viene da pensare che Herman Yau l'abbia realizzato distrattamente, con la mente presa da un progetto più importante, magari il film Shock Wave con la mega-star Andy Lau che uscirà presto. Speriamo.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 2

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Adriana Rosati

Segnata a vita da cinemini di parrocchia e dosi massicce di popcorn, oggi come da bambina, quando si spengono le luci in sala mi preparo a viaggiare.

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