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Crimson Peak - Recensione

Crimson Peak - Guillermo del Toro - 2015Guillermo del Toro torna dietro la macchina da presa con Crimson Peak, sontuoso affresco gotico visivamente impeccabile ma privo di fascino e originalità

A due anni di distanza dal roboante Pacific RimGuillermo del Toro riprende le atmosfere cupe e spettrali che hanno caratterizzato molti dei suo lavori precedenti, realizzando una ghost story dall’impianto classico e citazionista. La trama è quella tipica del thriller gotico, con un’ambientazione in età tardo vittoriana che ripropone alcuni dei topoi propri del genere.
La giovane Edith Cushing (Mia Wasikowska) è un’aspirante scrittrice attratta dall’esoterismo e dalle storie di fantasmi, con una spiccata sensibilità e una certa indolenza nei confronti del mondo borghese a cui appartiene. La sua tranquilla esistenza viene turbata dall’arrivo del misterioso Thomas Sharpe (Tom Hiddleston), un nobile decaduto in cerca di finanziatori per poter realizzare un macchinario in grado di estrarre una preziosa argilla rossa dalla sua tenuta di famiglia in rovina. Sharpe cerca di convincere senza successo il ricco padre di Edith a investire nel progetto, attraendo le attenzioni della figlia che rimane colpita dal fascino oscuro e indecifrabile dell’uomo. Quando l'anziano genitore viene barbaramente ucciso, la passione prende il sopravvento e i due giovani decidono di sposarsi e trasferirsi in Inghilterra, nella desolata magione di Crimson Peak (il toponimo del titolo). Qui Edith scoprirà che suo marito è succube di un’ambigua relazione con la sorella Lucille (Jessica Chastain), una donna che sembra voler nascondere la verità sull’orrore che si cela nella loro fatiscente dimora, un luogo che ospita segreti terribili e presenze inquietanti.
Guillermo del Toro e Matthew Robbins (alla seconda collaborazione dopo Mimic) scrivono una sceneggiatura prevedibile e poco originale, che omaggia molti classici ricalcandone stili e suggestioni, senza però proporre un’autentica rielaborazione personale. Lo sviluppo narrativo è eccessivamente lineare, incapace di mescolare in maniera efficace gli elementi derivanti dalla ricca sovrapposizione di generi. Appaiono evidenti le problematicità dovute alle numerose stesure dello script susseguitesi nel corso del tempo, così come le modifiche effettuate durante le riprese, che conferiscono un aspetto discontinuo e sconnesso all’intera pellicola. Molti dialoghi evidenziano una superficialità inaspettata, che sfocia a volte in una ridondanza monotona e ripetitiva. Entrambi gli autori hanno sottolineato come Crimson Peak non sia nelle loro intenzioni un film horror, ma piuttosto una storia d’amore gotica. Tuttavia, questa definizione appare inadeguata e parziale nel descrivere il ricco mosaico di riferimenti cinematografici costruito, soprattutto in virtù del cambio netto di ambientazione e atmosfere che si avverte nella pellicola in diversi momenti. Stranamente l’elemento sovrannaturale è privo di fascino e non riesce a generare tensione, anche per colpa dell’uso di molti cliché che ne riducono l’incisività.
Esteticamente il film è però molto potente, soprattutto grazie alla notevole fotografia di Dan Laustsen e al grande talento del regista. Guillermo del Toro ricorre a un uso simbolico dei colori (omaggiando anche i cromatismi in technicolor di alcuni lavori di Bava e Argento) dirigendo con la consueta eleganza formale. Eppure la sensazione di déjà vu è palese, in quanto vengono riproposti tutti gli elementi cari al cineasta messicano: la sovrapposizione del piano reale con quello fantastico, la violenza, l’estetica del sangue, la passione per la meccanica e gli insetti. Anche visivamente non si notano grandi innovazioni nel campionario stilistico usuale dell’autore, con alcune soluzioni che richiamano in maniera eccessivamente sfacciata pellicole come La spina del Diavolo o Il labirinto del Fauno.
L’aspetto realmente impeccabile del lungometraggio è la maestosità delle scenografie e dei costumi, realizzati con maestria e cura maniacale. Gli ambienti interni sono resi con un livello di dettaglio impressionante, che convince molto di più rispetto all’uso degli effetti digitali che, seppur mirati, non stupiscono per la loro integrazione nel film come in altre opere del regista. Discreta la prova del cast, grazie alle interpretazioni del sempre affidabile Tom Hiddleston e di una ormai matura Mia Wasikowska. Non pienamente convincente Jessica Chastain, che solo grazie al suo talento cristallino riesce a rimediare ai limiti di un ruolo forse non adatto a lei.

Crimson Peak è una pellicola di raffinato gusto visivo e innegabile valore tecnico, tuttavia non riesce a effettuare una sintesi efficace e coinvolgente di tutte le sue anime. Guillermo del Toro sembra non esser stato in grado di dare equilibrio e forza alla storia, realizzando un prodotto interessante ma in definitiva inconcludente.


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 2.5

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Simone Tricarico

Pensieri sparsi di un amante della Settima Arte, che si limita a constatare come il vero Cinema sia integrale riproduzione dell’irriproducibile.

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