Petite maman - Recensione
- Scritto da Simone Tricarico
- Pubblicato in Film in sala
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Ancora una storia di crescita, memoria e identità nella nuova pellicola di Céline Sciamma, regista da sempre attenta alle tematiche legate all’infanzia. Questa volta l’autrice francese scrive un film che affronta con sensibilità e semplicità argomenti complessi senza mai perdere in profondità. La trama è quasi un pretesto, un espediente narrativo per mettere in scena l’incontro tra una madre e una figlia in uno spazio e in un tempo condivisi. Un soggetto stratificato e difficile, che la sceneggiatura tratta con delicata naturalezza, senza mai banalizzare la componente emotiva del racconto, e puntando alla sospensione dell’incredulità con un utilizzo ammirevole di realismo magico e introspezione. Questioni importanti come il lutto e la riconciliazione col proprio passato sembrano trovare una chiave di lettura attraverso l’accettazione del mistero che è alla base delle nostre vite. È un cinema di dettagli apparentemente comuni quello della Sciamma, ma che si rivelano simboli potenti di una realtà da decifrare: così una casa di campagna può trasformarsi in una sorta di macchina del tempo, e un gioco tra bambine può abbracciare più generazioni, sanando ferite e mitigando dolori. Petite maman convince proprio per la sua capacità di tratteggiare il rapporto genitori-figli senza stereotipi o inutili conflittualità, ma creando una dimensione intima indefinita grazie a un immaginifico viaggio indietro negli affetti.
La regia è attenta a tutti questi particolari rivelatori, mostrando una cifra stilistica ben definita che inquadra il mondo attraverso lo sguardo indagatore dei bambini, anche grazie alla pregevole fotografia di Claire Mathon. Importante anche il lavoro svolto sull’ambientazione (ottimi gli interni realizzati completamente in studio) e sul sonoro. La Sciamma si dimostra ancora una volta acuta osservatrice dei più piccoli, dirigendo con tocco lieve e guidando le convincenti interpretazioni delle giovanissime protagoniste.
Petite maman è un film prezioso che fonde vita e cinema in un’alchimia di leggerezza e profondità, condensando emozioni autentiche in 72 vibranti minuti. Una pellicola che affronta presente, passato e futuro, perché come scriveva Rilke: “Molto più di ciò che sappiamo accadde, e l'avvenire puramente abbraccia le cose più lontane e quelle in noi profonde".
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Simone Tricarico
Pensieri sparsi di un amante della Settima Arte, che si limita a constatare come il vero Cinema sia integrale riproduzione dell’irriproducibile.