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Jia Zhangke, a Guy from Fenyang (Festival di Roma 2014 - Eventi speciali)

Intenso e sincero ritratto del regista cinese Jia Zhang-ke da parte di Walter Salles, il film è un documentario che sfugge ad ogni nozionismo, regalando emozioni ed amore per il Cinema

Walter Salles, regista brasiliano autore di Central Station e I diari della Motocicletta, presenta al Festival del Cinema di Roma 2014 una versione working in progress del suo Jia Zhangke, a Guy from Fenyang (in originale Jia Zhangke, un gars de Fenyang), documentario sulla figura del grande regista cinese rivisitata attraverso i luoghi che hanno fatto da sfondo alle pellicole dirette da Jia. Il film avrà la sua presentazione ufficiale al Festival di San Paolo che si apre a breve distanza da quello di Roma. Sebbene sia una versione provvisoria, quella presentata come Evento Speciale è molto prossima a quella che sarà la copia definitiva e offre una inedita immagine del regista cinese, con aspetti intimi e personali che proiettano la figura di Jia sotto una luce obliqua ben diversa da quella cui siamo abituati a vederlo.
Il lavoro di Salles regala un pregio raro: trasuda passione per il cinema e ammirazione profonda per un collega ed amico stimato, regalando momenti di autentica emozione. Jia Zhang-ke si offre pienamente allo sguardo del regista, dimostrando grande sintonia e stima verso di lui al punto di abbattere almeno in parte la figura di artista cinematografico in favore di quella di uomo figlio di una regione povera e perennemente sferzata dal vento della Cina.
Il film si apre con le immagini di Fenyang, città natale del cineasta cinese, oggi, proprio nei luoghi in cui Jia ambientò il suo primo lavoro Xiao Wu e il successivo Platform; ci racconta come il regista ideò quei lavori, il rapporto con gli amici e compaesani che divennero poi attori nei suoi film, la scelta dei luoghi più tradizionali, come i cortili che erano il vero nucleo pulsante della società provinciale cinese negli anni '80 e '90, le sue esperienze giovanili che spesso vanno a sovrapporsi alle immagini dei suoi film.
Il pregio più grande di Jia Zhangke, un gars de Fenyang, sta proprio in questa spontaneità che benissimo si sposa con l'ideale cinematografico sia di Jia che di Salles. Il documentario offre inoltre preziose informazioni non solo biografiche ma anche professionali, mostrandoci come andò, ormai un anno orsono, la bocciatura de Il tocco del peccato - A Touch of Sin da parte della censura, solo un mese prima che il film vedesse la luce nelle sale, e ci mostra proprio sul finale uno strisciante, seppur celato, disagio da parte del regista cinese nell'affrontare le difficoltà incontrate sia con le autorità e sia con una realtà cinese che si presenta sempre più sfuggente e di difficile lettura cinematografica.

Sette anni fa Salles propose l'idea di fare un film sulla figura di Jia Zhang-ke. Come ci ha confessato il regista cinese, è stato un incontro fra due persone che hanno trovato subito la sintonia professionale e personale e che ha condotto ad un lavoro in cui tutto sembra fluire quasi fosse animato di energia propria: raccontare una figura così importante e complessa senza cadere nel nozionistico e tanto meno nella fredda biografia è enorme pregio che va tutto ascritto a Walter Salles. Jia Zhangke, da parte sua, ha saputo mostrarsi nei suoi lati più intimi e sinceri, spogliandosi della veste di grande cineasta per indossare quella del ragazzo di Fenyang che ama il Cinema.


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 4

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Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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