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Grandma - Recensione

Grandma - Film - RecensioneIl regista Paul Weitz di American Pie e About a Boy ritorna con una commedia low-budget presentata al Sundance 2015 e che sta riscuotendo molti consensi, dove i 'boys' sono quasi del tutto esclusi e protagoniste sono le donne ma soprattutto le loro scelte

Grandma (nonna) è Elle Reid (Lily Tomlin), un’accademica e poetessa, radicale, lesbica e anche piuttosto rissosa. Elle ha smesso da un po’ di scrivere perché non ha ancora elaborato del tutto la morte della sua compagna di sempre Violet ed ha appena terminato dolorosamente una breve relazione con la giovane e brillante Olivia (Judy Greer). In un impeto di liberazione dai vincoli del capitalismo Elle si è anche appena sbarazzata di tutti i suoi debiti e mutui restando con un pugno di dollari e un buffo scaccia-spiriti indiano fatto con le sue carte di credito tagliuzzate in mille pezzettini. Con un tempismo diabolico arriva la visita di Sage (Julia Garner), la nipote di Elle che ha bisogno di 630 dollari per un aborto prenotato per lo stesso pomeriggio e che non ha il coraggio di parlarne alla madre. Elle, da vecchia femminista radicale, non fa una piega alla storia dell’aborto, ma non ha modo di aiutare economicamente la nipote. Così le due si mettono in viaggio su una strepitosa Dodge Vintage per un breve 'road trip' nel vicinato, intenzionate a chiedere aiuto ai vecchi amici di Elle, non prima però di aver dato il benservito al riluttante padre del bambino.
Le tappe che Elle e Sage faranno - prima ad un ormai dismesso centro per aborti economici, poi al ragazzo di Sage e poi agli amici e alle persone significative nella vita di Elle - sono degli sketch compiuti e separati ma che si sommano bene in un totale organico e aprono un mondo di ricordi agrodolci a cui la scorbutica Elle si sottopone per amore della nipote. La partecipazione finale della madre di Sage (Marcia Gay Harden), forse il personaggio più stereotipato di tutti, completa la storia di queste tre donne che rappresentano tre generazioni, storia che è in realtà il racconto del loro diritto di scelta, che sia di maternità, di carriera o di relazioni.
Lily Tomlin nel ruolo della settantenne senza peli sulla lingua Elle non è mai caricaturale ed è contrappuntata da un grandioso cast di supporto che vede, tra gli altri, Laverne Cox, come una Tatoo Artist transgender, e Sam Ellis, appassionato e vulnerabile come non lo avevamo mai visto prima, nel ruolo di Karl, l’uomo che Elle aveva mollato prima di dichiararsi lesbica.
La storia non è particolarmente originale, ma il film risplende della interpretazione credibile ed esilarante di Lily Tomlin e dell’approccio fresco ad un tema che negli Stati Uniti è problematico e raramente affrontato così in una commedia. L'interruzione di gravidanza che aleggia per tutto il film non è mai trattata con superficialità: Elle sa bene che per una donna non è una scelta facile e tristemente consola Sage: “Piangi se ti viene da piangere. Se non piangi per questo per cos’altro dovresti piangere”. E l’inevitabile confronto con gli antiabortisti è risolto brillantemente nel film con un inaspettato espediente lampo.

Grandma si guarda con vero piacere ed Elle ironicamente ci ricorda che il tempo passa, non si diventa più saggi ma si impara a gestire il caos.


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

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Adriana Rosati

Segnata a vita da cinemini di parrocchia e dosi massicce di popcorn, oggi come da bambina, quando si spengono le luci in sala mi preparo a viaggiare.

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