The Fighter
- Scritto da Francesco Siciliano
- Pubblicato in Film in sala
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Micky Ward e Dicky Eklund, una coppia di fratellastri noti in tutta la città di Boston, fanno parte dello spietato mondo della boxe: il primo è un astro nascente del pugilato che vuole costruirsi una carriera di successo, il secondo è un ex campione che, dopo essere passato alla storia per aver mandato al tappeto in modo fortunoso il celebre Sugar Ray Leonard, cerca di guadagnarsi da vivere come allenatore. Sono molto diversi: Micky è disciplinato e tranquillo, Dicky è esuberante ed insolente. Nonostante le differenze caratteriali tra i due, Micky confida nell’aiuto di Dicky per arrivare a conquistare il titolo di campione nella categoria pesi leggeri. Le cose non vanno bene, però: Micky non riesce a fare passi in avanti per lo scarso impegno del fratello, che sembra essersi abbandonato ad una vita di eccessi fatta di droghe e piccoli crimini. Grazie all’aiuto della fidanzata Charlene, Dicky si convince a dividersi da Alice, la madre nonché sua manager, e da Dicky, ormai sprofondato nel baratro della dipendenza da crack. Mentre Micky prova a costruirsi una carriera con le sue sole forze, Dicky inizia a guardare dentro se stesso per risolvere i suoi problemi di tossicodipendenza durante un periodo di detenzione. Quelle di Dicky e Micky sono strade divergenti che tornano a incrociarsi nel momento in cui le loro vite sono sul punto di compiere una svolta importante per il futuro.
Ispirato ad una storia vera, The Fighter è la classica parabola sportiva e familiare dal sapore di favola con velleità intimiste e sociologiche. Un dramma ‘già visto’, ma piacevole ed a tratti altamente appassionante, costato una bazzecola e girato in soli trentatré giorni. A farla da padrone due uomini di boxe abituati a perdere dentro e fuori il ring: da un lato una vecchia gloria del pugilato che vive nel ricordo dei bei tempi andati, dall’altro lato un pugile in erba che tira avanti di match in match nel difficile cammino verso il successo e che, prima di diventare un campione, cerca di prendersi le sue rivincite nei confronti della vita, tenta di riconciliarsi con la sua famiglia disastrata, intrattiene una relazione altalenante con una procace barista che lo aiuta a migliorarsi.
Il cinema ha spesso provato ad intrecciare i modelli del boxe-movie e del film biografico. Questa volta il compito di coniugare storia e sport non era certo facile. The Fighter, che non è solo la cinebiografia di due pugili realmente esistiti come potrebbe apparire, pur mettendo in scena le imprese di Micky Ward e Dicky Eklund con adesione quasi maniacale a luoghi, fatti e persone, convince per l’intensità lirico-malinconica del respiro e dello sguardo tipicamente ‘cine-boxistici’ che avvolge i due protagonisti. Dentro il film c’è la sfida contro i propri limiti e la paura dei cambiamenti in atto, come da Stasera ho vinto anch’io di Robert Wise fino a Toro Scatenato di Martin Scorsese, due capisaldi del genere. E il regista David O. Russell ce le fa sentire e vedere, quella sfida e quella paura, attaccandosi ai personaggi, ai loro volti, guardando nei loro occhi con uno stile realistico e crudo, fatto di sfocature, angoli di ripresa insoliti, immagini sgranate.
Scritto con intelligenza, raffinato nella fattura, impreziosito dalle interpretazioni di Mark Wahlberg e Christian Bale, il film soffre di qualche indugio non necessario e di alcune pause di tensione, ma la qualità complessiva è alta, la fotografia accattivante, la ricostruzione puntigliosa, le sequenze di combattimento sul ring entusiasmanti. Vincitore di due premi Oscar: miglior attore (Bale) e miglior attrice (Melissa Leo) non protagonisti.

Il cinema ha spesso provato ad intrecciare i modelli del boxe-movie e del film biografico. Questa volta il compito di coniugare storia e sport non era certo facile. The Fighter, che non è solo la cinebiografia di due pugili realmente esistiti come potrebbe apparire, pur mettendo in scena le imprese di Micky Ward e Dicky Eklund con adesione quasi maniacale a luoghi, fatti e persone, convince per l’intensità lirico-malinconica del respiro e dello sguardo tipicamente ‘cine-boxistici’ che avvolge i due protagonisti. Dentro il film c’è la sfida contro i propri limiti e la paura dei cambiamenti in atto, come da Stasera ho vinto anch’io di Robert Wise fino a Toro Scatenato di Martin Scorsese, due capisaldi del genere. E il regista David O. Russell ce le fa sentire e vedere, quella sfida e quella paura, attaccandosi ai personaggi, ai loro volti, guardando nei loro occhi con uno stile realistico e crudo, fatto di sfocature, angoli di ripresa insoliti, immagini sgranate.
Scritto con intelligenza, raffinato nella fattura, impreziosito dalle interpretazioni di Mark Wahlberg e Christian Bale, il film soffre di qualche indugio non necessario e di alcune pause di tensione, ma la qualità complessiva è alta, la fotografia accattivante, la ricostruzione puntigliosa, le sequenze di combattimento sul ring entusiasmanti. Vincitore di due premi Oscar: miglior attore (Bale) e miglior attrice (Melissa Leo) non protagonisti.
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