Recensioni film ai festival, in home video, streaming e download

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniFuori salaRabin, the Last Day - Recensione (Venezia 72 - In concorso)

Rabin, the Last Day - Recensione (Venezia 72 - In concorso)

La storia di Yitzhak Rabin è nota e la sua azione politica è ancora più famosa. Non è troppo chiaro cosa ci sia dietro il suo omicidio: Amos Gitai tenta di raccontarcelo, mostrando l'impossibilità del popolo israeliano di uscire dall'odio e dai conflitti, nonostante la sapiente parola del suo ex primo ministro

Sabato 4 novembre 1995 il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin venne ucciso da tre proiettili al termine di una manifestazione politica a Tel Aviv. A ucciderlo fu uno studente di 25 anni, osservante della religione ebraica, dichiaratosi difensore del popolo di Israele. L'assassinio fu compiuto in un clima oscuro e spaventoso, di odio politico e di rivalsa sociale contro Rabin da parte dei coloni israeliani contrari al processo di pace avviato con i palestinesi, un compromesso che dal loro punto di vista significava una sorta di tradimento. Una commissione viene istituita per indagare la cause dell'omicidio da cui emergono verità inquietanti.
Amos Gitai ha affermato che è sempre stato interessato a indagare le cause che hanno portato all'assassinio di Rabin. Per narrare questo momento importante della storia del suo Paese, il regista israeliano ha deciso di lasciare la cronaca dei fatti solo nell'introduzione. In questa prima parte, infatti, dopo la testimonianza di Shimon Peres, scorrono riprese e immagini originali degli spari, proposti da più punti di vista. Successivamente il regista approfondisce due filoni: la Commissione Shamgar e l'interrogatorio all'attentatore. La prima fu istituita realmente dal governo del suo Paese, ma fu fallace negli obiettivi, stando al pensiero del regista. Più che indagare le disfunzioni operative del sistema di sicurezza, per Gitai è importante comprendere l'incitamento, il sistema di odio sociale attorno alla figura di Rabin. Ecco dunque che nella ricostruzione cinematografica di fronte ai membri della commissione  sfilano poliziotti, agenti della sicurezza, avvocati, psicologi e funzionari dello stato, le cui parole definiscono il modo distorto e scarsamente veritiero con cui era considerato l'ex primo ministro, ritratto anche come schizofrenico. Il suo attentatore, dall'altro lato, sempre nella ricostruzione filmica, appare convinto e deciso della sua azione, spinto da un'avversione profonda nei confronti di Rabin. Questi due canali narrativi sono inframmezzati con la visione delle immagini della propaganda negativa mossa dagli oppositori politici contro Rabin e del modo in cui veniva considerata la sua parola, spesso ritrattata e modificata. Il The Last Day del titolo, quindi, non è solo da intendersi come l'ultimo giorno di vita di Rabin, ma anche come l'ultima possibilità, nell'ottica del regista, di Israele di liberarsi dell'odio e dei conflitti e ricordare come lo Stato fu creato per scopi politici, più che per questioni religiose. 

Amos Gitai, concludendo, per diffondere la parola di Yitzhak Rabin, organizza un docu-ficition che propone la realtà dei fatti mescolata con la finzione degli interrogatori e della testimonianza del giovane attentatore. Il tutto proposto con misura, senza mai eccedere nella retorica, ma aggiungendo immagine dopo immagine un tassello alla costruzione del punto di vista del regista.


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

  Vai alla scheda del film
Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.