Recensioni film in sala

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniIn salaIl caso Spotlight - Recensione

Il caso Spotlight - Recensione

Il caso Spotlight - 2015 - Film - RecensioneTom McCarthy tenta di riportare in auge il film di inchiesta giornalistica: Il caso Spotlight è una valida indagine storico-giornalistica che racconta con distacco e asetticità lo scandalo dei preti pedofili a Boston

Questo recente scorcio di annata cinematografica ha segnato, tra gli altri, il tentativo di riproporre in pompa magna uno fra i generi classici del cinema americano: il film d’inchiesta giornalistica investigativa. Se Truth di James Vanderbilt aveva clamorosamente mancano il bersaglio, Il caso Spotlight di Tom McCarthy, presentato a Venezia 72 Fuori Concorso e carico di nomination per la imminente notte degli Oscar, di certo al bersaglio si è avvicinato molto di più.
Basato sugli eventi che hanno portato alla scoperta nel 2001, da parte dell’equipe giornalistica del Boston Globe denominata Spotlight, di ripetuti abusi su minori da parte di preti della arcidiocesi di Boston a partire da decenni prima, che condusse gli autori al Premio Pullitzer e al clamoroso caso che sconvolse la credibilità della autorità ecclesiastica e del suo primate la cui onda lunga è giunta fino ai giorni nostri, il film di Tom McCarthy con precisione asettica e priva di altre implicazioni racconta come il gruppo di giornalisti abbia portato al termine l’indagine nonostante le ovvie e immancabili ritrosie del potere clericale e di ambienti della giustizia che cooperarono con la chiesa locale per insabbiare il più a lungo possibile negli anni passati lo scandalo.
Il grande pregio del film sta nell’avere anzitutto evitato quanto più possibile (non del tutto però…) i cliché fatti di stanza fumose, bottiglie di bourbon, cronisti sciatti allo sbaraglio, sottotesti e sottotrame varie che tante volte abbiamo visto in questo genere di lavori, inoltre ha saputo evitare la trappola infernale di confrontarsi con i grandi lavori di genere degli Anni '70-'80 che costituiscono pur sempre un inevitabile punto di riferimento, McCarthy semmai si è ispirato all’essenza del film d’inchiesta giornalistica mantenendosi il più libero possibile da valutazioni soggettive o, peggio, da giudizi a sfondo moralistico-forcaiolo: Il caso Spotlight insomma si configura come il più classico dei film investigativi raccontato con toni pienamente distaccati al punto che tutto il lavoro appare più come un film-inchiesta aderente in modo quasi passivo ai fatti.
Per tutto ciò il lavoro di Tom McCarthy merita di essere visto, proprio per il suo valore storico-giornalistico e perché offre nuovamente un minimo di dignità ad un genere caduto in ribasso, probabilmente perché il modo di fare giornalismo non è più quello di 15 anni or sono a causa della informazione globalizzata in tempo reale. Che poi Il caso Spotlight sia film che non incendi l’animo, che rimanga piuttosto freddo come può essere una inchiesta precisa e puntigliosa è altro discorso, ma il genere questo impone per poter affermare che il film sia riuscito.

A dispetto di quanto detto l’Academy ha candidato il film non solo nella categoria del miglior lavoro ma anche in quella per il miglior regista, scelta questa francamente incomprensibile come d’altronde quella per il montaggio e ancor più per la sceneggiatura originale. Che poi attraverso l’Oscar il film venga elevato ad arte a gigantesco lavaggio della coscienza nazionale, manovra che agli americani piace tanto, non gli regala certo un’aura artistica che non possiede per nulla.
Tra gli attori il migliore appare Mark Ruffalo (nomination anche per lui) forse perché il suo personaggio è di quelli che ispira più passione professionale, mentre Michael Keaton mantiene il suo standard abituale e Rachel McAdams completa la lista delle nomination con quella per migliore attrice non protagonista.


Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

  Vai alla scheda del film
  Trailer del film


Video

Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.