Mostra di Venezia 2014: lo sguardo lungimirante della Settimana della Critica
- Scritto da Davide Parpinel
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Al delegato generale Francesco Di Pace e al suo staff piace scommettere. Nella creazione e selezione della 29esima Settimana Internazionale della Critica di Venezia alla prossima 71. Mostra del Cinema il coordinatore ha voluto puntare su alcuni elementi consolidati come le opere prime e la ricerca e la promozione di nuove voci a cui quest'anno si associa un'aderenza significativa alla contemporaneità.
Innanzitutto i titoli. Il film di apertura è Melbourne di Nina Javidi (Iran), mentre quello di chiusura è Arance e martello di Diego Bianchi (Italia). In mezzo le sette antreprime mondiali: Binguan di Xin Yukun (Cina), Dancing with Maria di Ivan Gergolet (Italia-Argentina- Slovenia), Flapping in the Middle of Nowhere di Nguyen Hoang Diep (Vietnam-Francia-Norvegia-Germania), No One's Child di Vuk Rsumovic (Serbia), Terre Battue (Terra Battuta) di Stephane Demoustier (Francia-Belgio), Villa Touma di Suha Arraf (Palestina), Zerrumpelt Herz (The Council of Birds) di Tim Kroger (Germania).
In questa geografia mondiale di narrazioni emergono strutture narrative comuni declinate in stili differenti. Se ormai la crisi sociale, idelogica, economica e morale si è già insediata nel vocabolario dei registi di oggi, il modo in cui l'uomo si confronta con essa è ancora molto variabile.
Il serbo No One's Child esprime efficacemente tutto questo, raccontando come è lo stesso uomo l'artefice di tutto. Un bambino è abbandonato durante la sua vita per due volte al suo destino. La prima volta i genitori lo lasciano in una foresta in Bosnia, per poi, dopo il suo ritrovamento, essere condotto in un orfanotrofio di Belgrado. Allo scoppio della guerra, nel 1992, è rispedito al suo paese di origine e qui con un fucile in mano, immerso nella guerra, deve decidere della sua vita in un turbine di regressione.
L'inganno appare, quindi, lo strumento più utilizzato dall'uomo per raggirare i suoi simili anche nella pellicola Terre Battue di Stéphane Demoustier. Il giovane protagonista vuole emergere nel tennis, nonostante i suoi genitori siano vessati da condizioni economiche disastrose. Il ragazzo vuole riuscire, vuole confermare il proprio desiderio e sceglie la strada dell'imbroglio per riuscire, ponendosi così in totale antitesi con i genitori e combattendo, così, la loro arrendevolezza.
La menzogna è anche protagonista del noir cinese Binguan di Xin Yukun in cui durante un funerale in un piccolo villaggio cinese il corpo da seppellire non è mai quello che si pensa.
Il non detto, il raggiro si mischia in Melbourne al senso di colpa di una coppia iraniana in procinto di partire per la città australiana, ma un neonato davvero imprevisto arriva a scompaginare i piani.
Altro elemento stilistico comune della selezione della Settimana della Critica sembra essere le donne incinta. La pellicola vietnamita propone come protagonista la gravidanza di una ragazza che vorrebbe abortire. Su questo elemento è costruito un film che si prannuncia in apparenza davvero estremo. Il ragazzo della giovane donna è un disagiato che scommette sui galli. Lei, quindi, è costretta a prostituirsi e consuma la sua vita fino all'incontro con un uomo ossessionato dai feti. Il giovane regista arriva a Venezia con i favori della critica e del pubblico, come dimostrano i premi fino ad adesso attributi ai suoi film. Proprio come Timm Kroger, che a 29 anni propone il suo sconvolgente film di diploma. Una coppia di sposi insieme a un loro amico si reca nella casa nella foresta di un altro amico musicista per ascoltare la sua nuova sinfonia. Il viaggio appare sconvolgente e la natura diventa la vera protagonista di Zerrumpelt Herz.
Altra donna incinta è la protagonista di Villa Touma, primo lungometraggio di finzione di Suha Arraf. Tre sorelle vivono il loro isolamento dal presente in una grande villa. Una guerra sconvolge la quotidianità e forse anche la loro vita.
Scenari inquietanti e traumatici appaiono delinearsi nel programma della SIC. Le produzioni italiane sembrano smarcarsi innanzitutto con Arance e Martello. La prima produzione di Diego 'Zoro' Bianchi narra un pezzo d'Italia di oggi attraverso le caratteristiche più eclatanti. La giunta comunale chiude i banchi di un mercato e i proprietari si rivolgono alla politica per risolvere la questione. La solita Italia, insomma, che punta a una immedesimazione totale da parte del pubblico anche grazie a un tocco di realismo e alla proposta dei tratti stilistici più comuni della commedia italiana. Più lirico, forse anche per proporre una soluzione poetica e diversa al clima della crisi, si presenta Dancing with Maria, l'unico documentario in concorso. Il regista è un goriziano che narra la vita dell'argentina di Maria Fux, danzatrice ultra-novantenne che utilizza la danza come terapia ai deficit motori e mentali delle persone. Con questo film si mette in mostra la lungimiranza del cinema di saper guardare oltre lo stato di cose e proiettarsi nel futuro per proporre nuove vie di analisi,
La 29. Settimana della Critica vuole dunque confermarsi come un buon punto di analisi.
Di seguito la lista completa dei film della 29esima Settimana della Critica.
Film in concorso
Binguan / Una bara da seppellire di Xin Yukun (Cina)
Dancing with Maria di Ivan Gergolet (Italia, Argentina, Slovenia)
Agitarsi nel mezzo del nulla di Nguyen Hoang Diep (Vietnam, Francia, Norvegia, Germania)
No One's Child / Figlio di nessuno di Vuk Rsumovic (Serbia)
Terre battue / Terra battuta di Stéphane Demoustier (Francia, Belgio)
Villa Touma di Suha Arraf (Palestina)
Zerrumpelt Herz / Cuore frantumato di Timm Kröger (Germania)
Film di apertura – Evento speciale fuori concorso
Melbourne di Nima Javidi (Iran)
Film di chiusura – Evento speciale fuori concorso
Arance e martello di Diego Bianchi (Italia)
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