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IX Lago Film Fest: tempo di bilanci, riflessioni e ringraziamenti

Cala il sipario sulla nona edizione del Lago Film Fest, il festival di cortometraggi, documentari e sceneggiature di Revine Lago. Tante conferme e poche sorprese. E' anche tempo di bilanci, riflessioni e ringraziamenti

La giuria del Lago Film Fest 2013, capitanata da Aemilia Scott con Aly Muritiba, Michael Frei, Thomàs Sheridan e Matthieu Darras, ha espresso i suoi verdetti nella serata conclusiva in riva al magico lago di Revine.
Innanzitutto spazio a Unicef e Veneto. I tre direttori del festival Carlo Migotto, Viviana Carlet ed Emiliano Bernardi hanno comunicato che il vincitore della prima categoria, votata dai i bambini, è il corto argentino Luminaris di Juan Pablo Zaramella. Nella sezione Veneto, invece, come da previsione ha vinto Vanish di Davide Cairo e Daniel Schwarz. Venendo alle menzioni speciali della giuria, nella sezione Nuovi Segni è stata assegnato un ex aequo a Aparicìon di Méryl Fortant-Rossi e a Boogodobiegodongo di Peter Millard dal Regno Unito. Nella categoria Nazionale ha trionfato Of Your Wounds di Nicola Piovesan, la cui intensità narrativa ha stregato tutti, mentre in quella Internazionale la giuria ha premiato Les Lézards, il corto francese di Vicent Mariette. Dulcis in fundo il vincitore del IX Lago Film Fest. La corona è stata posta sul capo di Gabriel Gauchet, regista di The Mass of Men. Ha trionfato la forza delle sue immagini e la sua capacità di raccontare con adeguata misura uno dei più grandi drammi contemporanei: la mancanza del lavoro. Infine il Premio Rodolfo Sonego per la migliore sceneggiatura di un cortometraggio è stato assegnato a Il professore di Tommaso Sacchini in quanto è stato capace di ritrarre un uomo piccolo in conflitto con i grandi problemi della vita come erano i personaggi di Sonego.

Dalle scelte della giuria si evince che ha vinto la qualità. Tutti (o quasi) i premiati hanno narrato storie semplici in un impianto visivo mai troppo articolato e, quindi, comunicativo. Questo, ovviamente, è frutto sia della scelta dei giurati molto attenti alle sperimentazioni visive di oggi che di una proposta cinematografica accurata condotta dai selezionatori. Gli stessi Carlet e Migotto, coadiuvati da Mattia Coletti, hanno offerto un panorama sullo stato attuale del cortometraggio e del documentario di buon livello, in cui il pubblico ha potuto comprendere come, forse anche meglio del lungometraggio, il corto abbia le potenzialità per raccontare la vita dell'uomo di oggi con i suoi problemi e gioie in maniera più puntuale e incisiva.Un festival di cinema però non vive solo di proiezioni.
Gli organizzatori sono riusciti a ingrassare con altrettanta qualità l'offerta cinematografica con workshop, discussioni, collaborazioni, eventi. In particolare Svizzera Mon Amour ha offerto una panoramica esaustiva sull'arte svizzera, anche se questa sezione avrebbe meritato, magari, un focus di proiezioni e incontri circoscritto in alcune serate e non una spalmatura degli appuntamenti lungo tutto il festival. Questa attività, come molte altre, comunque, ha bilanciato una proposta di intrattenimento ampia, avente l'obiettivo di una partecipazione sempre più numerosa da parte del pubblico. Se quindi alla serata in cui sono stati proiettati i corti e i documentari realizzati dai giurati sono accorsi in riva al lago centinaia di persone, a quella in cui erano presenti due membri del collettivo Diecimila.me, realizzatori e pensatori del profilo Twitter @casaleggio, sono accorse altrettante persone. In questa occasione è stato proposto il video virale Apocalypso, realizzato dal collettivo in collaborazione con il LFF, che in Rete sta spopolando. Hanno fatto seguito la lettura dei tweet più divertenti postati sul profilo @casalegglo a cui sono succeduti quelli traumatici e ironici di un altro guru della satira sul web, Alessandro Gori, il creatore del blog Lo Sgargabonzi. Una serata così strutturata ha un doppio valore. Il primo sociale, in quanto mostra la deriva intellettuale degli italiani che seguono, commentano, re-twittano, credono a questi falsi profili senza riuscire a discernere tra vero e falso e si attaccano ai (finti) pensieri degli idoli di turno. La seconda funzione è più attinente al festival di Revine: producendo e mostrando Apocalypso con tutto il battage mediatico che lo circonda, gli organizzatori hanno dimostrato come anche il virale, il video senza alcuna velleità artistica, possa entrare a buon diritto in un festival del cinema, perché interessa e stimola la gente.
In questo modo il Lago Film Fest si segnala come esatto e riconosciuto figlio della sua era. Se, infatti, la qualità dei corti e dei documentari sta sempre più crescendo, gli organizzatori hanno voluto proporre, a fianco, tutte le forme in cui il video si declina. Finché il festival continua a mantenere questo bilanciamento, potrà sempre segnalarsi come fonte di creatività e arricchimento culturale e sociale per il pubblico.

E' giunta la parola fine. Permettetemi, quindi, dei ringraziamenti del tutto personali a tutti coloro che mi hanno fatto vivere con intensità la magia di questo festival. Ringrazio:
Gigi, Clara, Roberto, Simonetta, Piero, Marina, Emma e Giovannino che sono stati i sapienti e curiosi interlocutori nel mio workshop The Motion picture;
Tutti i volontari, ragazzi instancabili e vitali, capitanati da due ottimi generali Ester Borean e Nicolò Orlich. Grazie a loro il festival ha preso vita e per questo costituiscono l'anima pulsante del Lago Film Fest;
Flavia Fasano e Manuela Morano, l'ufficio stampa. Lungimiranti e professionali operatrici della parola e del pensiero, nonché ottime ascoltatrici dei miei monologhi sul Festival che spesso includevano un'altra fonte di stimolante confronto Elisa Bernardi, la valvola mitralica del LFF;
Elisa Delli Zotti e Marco De Benedictis che hanno costruito l'identità visiva del LFF. La loro creatività, fantasia e vitalità sono la benzina e l'olio del motore di questo paese;
Carlo Migotto, Viviana Carlet, Emiliano Bernardi e Clara Migotto l'altra metà del cuore del festival. Vederli correre, parlare, intrattenersi con gli ospiti, presentare le serate, rimediare ai problemi con prontezza, mi ha permesso di capire cosa vuol dire vivere e far crescere con passione una propria creatura;
Mattia Coletti mio personale Virgilio all'interno dei meccanismi del Lago Film Fest. Le discussioni, i confronti, le risate e i personali pensieri condivisi hanno reso ancor più magica l'atmosfera del Festival di Revine.

A tutti voi, ci rivediamo nel 2014.

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