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IX Lago Film Fest: intervista ad Aemilia Scott

Abbiamo intervistato la giovane e talentuosa presidente di giuria del Lago Film Festival 2013. Una breve chiacchierata sulla sua idea di cinema e sul suo corto Best If Used By


Best If Used By di Aemilia Scott ha stregato il pubblico di tutti i festival a cui ha partecipato: Clermont Ferrand, Cleveland International Film Festival, Berlin Indipendent Film festival e San Francisco Indipendent Film Festival, giusto per citarne alcuni. Il corto nel suo lungo giro attorno al mondo è approdato anche al Lago Film Fest e il pubblico di Revine Lago non ha potuto non provare empaticamente il dolore della protagonista per la perdita del suo fidanzato, Max.Cerchiamo di capire chi è questa abile maestra delle immagini, in che modo ha strutturato il suo corto e cosa ha voluto comunicare.

Laurea in storia, passato e presente come scrittrice per alcune riviste comiche come Flack Magazine e Chow, nonché editor per l'Huffigton Post. Come e perché è avvenuto il passaggio alle immagini?

Al college ho studiato diverse forme espressive come la scrittura e la fotografia. Il cortometraggio mi ha dato la possibilità di unire tutte queste influenze dalla scrittura, allo studio dell'immagine.

In Best If Used By l'ironia e la capacità che caratterizzano i tuoi scritti sembrano perdersi o meglio ridimensionarsi. Come mai? A causa del tema della morte?
Le risate, il divertimento, l'ironia in televisione sono ingabbiate da troppa rigidità. Si ride a comando. Il linguaggio comico appare in prigione. Secondo me la comicità utilitaristica è una forma di pornografia. La comicità ha bisogno del suo tempo, delle sue pause. Le risate devono essere fluide e naturali. Come in Amleto basta ridere una volta, ma in maniera catartica.

Nella creazione di un cortometraggio spesso la musica ricopre un valore linguistico molto importante. Nel tuo corto, in particolare, dà ampio risalto alle immagini. Come è nata la trask list?

Solitamente nei film la musica è una 'carta da parati', ossia un contorno, un qualcosa che non si nota. Inoltre è spesso usata con dei pattern ricorrenti, come meccanismi. Per il mio corto, come fa Wes Anderson nei suoi film, volevo delle canzoni che spiccassero come realtà proprie, indipendenti, canzoni ben evidenti allo spettatore.

Perché hai scelto il cortometraggio? Per avere una maggiore incisività espressiva?

Il mio comico preferito è Loius C. K.. Lui ha spiegato meglio di me come i corti siano idee troppo strane, troppo eccentriche per presentarsi in forma di lungometraggi. Inoltre la mia formazione è sullo sketch, sulla battuta breve, quindi il corto mi sembrava la forma più adeguata per realizzare la mia idea.

In Best If Used By che valore assume il supermercato? E' sempre in ordine, quasi in maniera maniacale. Quando Max muore, però, si avvertono dei piccoli disordini. E' il supermercato il vero centro empatico del corto?
Il supermercato vive un contrasto estetico tra i mille colori ordinati di cui si compone e gli esseri umani che li contiene. Questi sono deliberatamente vestiti con colori spenti e imperfetti, rotondi, goffi. Il disordine è da intendersi come una reazione a questo ordine superiore castrante. Le persone non sono geometriche e vivono di sentimenti. Per cui quando il dolore, il sentimento è forte, riesce a distruggere la perfezione del supermercato.

Questa è Aemilia Scott. Per chi non l'ha ancora potuto visionare, si consiglia caldamente la visione di Best If Used By. Per tutti, invece, si attende la presentazione del nuovo lavoro della regista americana, un appassionato ritratto della sua Chigago negli aspetti meno turistici e più suburbani, dal titolo For a Good Time.
Intervista realizzata in collaborazione di Mattia Coletti.

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