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IX Lago Film Fest: piccole storie, grandi immagini

Al Lago Film Fest si sperimenta. In una delle serate sono stati presentati alcuni lavori, diversi tra loro, ma accomunati dalla contrapposizione e dall'unione tra sperimentazione e narrazione visiva

La serata è iniziata con un blocco di 3 cortometraggi per un totale di 1614 secondi di visione, appartenenti alla sezione Nuovi Segni. Tale categoria del concorso è dedicata a quelle produzioni che escono dalla narrazione, dall'impianto visivo consueto, per mostrare in che modo si possa comunicare un'idea attraverso uno stile differente di realizzare le immagini. In generale è così, ma ci sono le eccezioni.
Apariciòn di Méryl Fortunat-Rossi mostra l'Arena di Valencia in cui si volge la corrida del torero José Tomas, al suo ritorno dopo la grave incornata che l'ha tenuto lontano dalla scena per diciotto mesi. Il pubblico osserva gli spalti, le reazioni della gente al combattimento tra toro e torero, forse per sottolineare la tensione generale. Miss Candage Hillogoss' Flickering Halo di Fabio Scacchioli e Vincenzo Croce, invece, racconta l'avventura della protagonista di un film attraverso un film. Il linguaggio visivo utilizzato, quindi, appare segmentato e spezzato a sottolineare l'indagine metalinguistica di un film in un film. Infine Greek Crisis Lexicon di Yiorgoros Nalpantidis è un elenco, scritto in grandezza variabile, dei termini economici, giuridici, sociali che possono identificare la crisi finanziaria greca.
Ciò che accomuna queste produzioni è la modalità di esposizione del tema centrale. Seppur valido, questo è proposto con uno stile retorico e poco comprensibile. Nel corto greco l'elenco delle parole, che da sole suggeriscono interi scenari perché riferite a una realtà quotidiana, sono comunicate con un ritmo insistente e martellante che ottiene l'effetto di non comprensione dei termini. Allo stesso modo appare poco chiaro l'esercizio di stile che accompagna il corto italiano; mentre il corto spagnolo trasmette a fatica la volontà del regista di stabilire un ponte empatico tra torero e pubblico. Il dato positivo della proposta di questo blocco di cortometraggi sta in ciò che li ha seguiti.
Alla presenza di Davide Cairo e dei responsabili e collaboratori della sezione cinema di Fabrica nella stessa serata di Nuovi Segni, è stato presentato fuori concorso Vanish, il lavoro che lo stesso Cairo ha realizzato con Daniel Schwarz. Il segno dato dall'unione di suoni e oggetti crea le immagini. Forme e sculture si accavallano sullo schermo in completa interconnessione con la musica che nasce dal suono degli elementi fisici e liquidi, rielaborati da un algoritmo fino a divenire rappresentazioni geometriche. Vanish non narra, non racconta: non utilizza nemmeno uno stile o un linguaggio particolare. Il corto prodotto da Fabrica è l'espressione di una nuova idea di video, nato dal solo e intrinseco potere di suggestione delle immagini in movimento.
La serata, però, non è ancora finita. Dopo tanta sperimentazione il pubblico aveva bisogno di una storia a cui affezionarsi. L'ha proposta la presidente di giuria del LFF, Aemilia Scott che ha portato in anteprima nazionale il corto pluripremiato Best If Used By. La vicenda narra di una ragazza che improvvisamente perde il suo compagno. E' affranta, disperata e non si vuole slegare da lui. Quindi trafuga la salma dall'ospedale, per conservarla nella cella frigorifera del supermarket. Qui insieme a un gruppo di persone, formato dai suoi colleghi, il medico dell'ospedale e i genitori del defunto, vive il ricordo di Max. Allo stesso modo di Vanish, Best If Used By dimostra il potere delle immagini cinematografiche di raccontare una storia semplice e tremenda come la morte, con forte naturalezza e semplicità. Tutto ruota attorno alla minuta protagonista, la stessa Scott che ha anche sceneggiato, montato e prodotto il corto, la quale vive con un intimità e umanità davvero unici il suo lutto. Non si vuole arrendere all'evidenza della morte e con uno spirito ingenuo e candido, permette al suo defunto ragazzo di vivere ancora con lei. Tutto nel corto si regge attorno alle sensazioni, alle emozioni provate dalla protagonista. Parole, azioni, gesti, la stessa musica e l'ironia che pervade la scena è trattenuta e calibrata sulla ragazza, perché è suo il dolore più grande.
La Scott dimostra come il cinema sappia ancora raccontare con originalità e personalità delle storie in una veste sempre nuova.

 

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