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Fabio Canessa

Fabio Canessa

Viaggio continuamente nel tempo e nello spazio per placare un'irresistibile sete di film.  Con la voglia di raccontare qualche tappa di questo dolce naufragar nel mare della settima arte.

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La región salvaje (The Untamed) - Recensione (Venezia 73 - In concorso)

La region salvaje - The Untamed - Film - 2016 - Amat Escalante - RecensioneUno dei più film più controversi della 73esima Mostra del cinema di Venezia. Il regista messicano Amat Escalante tenta di combinare l’interesse verso i temi sociali, tipici del suo cinema fino a questo lavoro, con elementi thriller, horror e di fantascienza. Tentativo coraggioso, ambizioso, ma non abbastanza calibrato. E così il film finisce per mancare della giusta osmosi tra i generi nei quali spazia e le riflessioni che sembra portare avanti

Safari - Recensione (Venezia 73 - Fuori concorso)

Safari - Film - 2016 - Ulrich Seidl - RecensioneAttraverso il fenomeno del turismo della caccia grossa in Africa il regista austriaco continua la sua implacabile osservazione della natura umana. Con il solito sguardo grottesco e disturbante che divide. Cinema che per i detrattori è soltanto altezzoso, inutile e compiaciuto. Per i fan (chi scrive tra questi) un lucido pugno allo stomaco. Forse in questo caso meno efficace di altre volte, ma sempre preparato con maestria

In Dubious Battle - Recensione (Venezia 73 - Cinema nel giardino)

In Dubious Battle - Film - 2016 - RecensioneDopo Faulkner e McCarthy, il sempre più sorprendente James Franco porta sul grande schermo un libro di Steinbeck. Un'opera che segna un punto di svolta nel suo approccio interessante, ma non sempre calibrato, alla grande letteratura americana. Il suo miglior film. Coinvolgente, emozionante, politico

Mil-jeong (The Age of Shadows) - Recensione (Venezia 73 - Fuori Concorso)

The Age of Shadows - Film - 2016 - Kim Jee-woon - RecensioneUn film che sembra fotografare lo stato attuale del cinema coreano. Quello di un'industria cinematografica capace di sfornare blockbuster di ottimo livello, ma dove trova sempre meno spazio una dimensione più autoriale e coraggiosa. Cinema coinvolgente, ma così artefatto da non emozionare veramente. Così il nuovo lavoro di Kim Jee-woon pur regalando due ore abbondanti di buono spettacolo, arricchito di almeno un paio di scene di alta scuola e da un interprete sempre carismatico come Song Kang-ho, passa senza lasciare particolarmente il segno
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