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Hungry Hearts - Recensione

L'amore a tutti i costi. Sembra affermare questo Saverio Costanzo nella sua nuova pellicola, storia di un uomo e una donna profondamente attuali in apparente antitesi, soprattutto su come crescere e alimentare il proprio figlio, ma in realtà molto vicini

New York è un piccolo appartamento in cui vivono e sopravvivono Jude e Mina, lui americano, lei italiana. Il primo, Adam Driver, è un ingegnere e ha una madre che vive fuori città. La donna, interpretata da Alba Rohrwacher, lavora come diplomatica. Non ha genitori, né fratelli, ma solo il lavoro. Incontra Jude casualmente in un bagno di un ristorante cinese. Con lui realizza l'amore e costruisce una nuova famiglia arricchita da un bambino. Mina ora, non vive più per il suo lavoro, ma per il figlio che crede speciale, un bambino indaco, dotato di capacità soprannaturali. Per questo motivo la donna lo alleva in maniera alternativa, evitando la medicina tradizionale e l'industria dell'alimentazione a cui preferisce olii digestivi e acqua demineralizzata. Il bambino, però, non cresce e Jude prima cerca di far ragionare la moglie, poi agisce. In un susseguirsi di azioni disperate l'uomo cercherà di portare via dalla moglie il neonato, ma la lotta sembra non poter aver un vincitore.
Effettivamente chi vince in Hungry Hearts è l'amore, l'unico fattore in grado di sfamare i cuori dei protagonisti. Nonostante Jude e Mina crescano in maniera opposta il proprio figlio e si scontrino ideologicamente, cercano di tenere unita la famiglia, di capirsi, di interpretarsi, fino a quando è possibile. Anche nel momento della separazione i due protagonisti appaiono lucidi nelle loro azioni, per affidare il gesto più eclatante, l'azione forte che sconquassa lo stato di cose a un personaggio marginale, ma forse il più passionale, perché estraneo all'amore dei due, la madre di Jude, interpretata da Roberta Maxwell. Il tema dell'alimentazione appare dunque come il motivo narrante seppur sia trattato da un punto di vista interessante. Non a caso, infatti, la scena si svolge a New York, paese che non gode di una tradizione alimentare consolidata, e prevede l'italiana Mina ipnotizzata dalle credenze cospiratrici e il marito americano il più attento alla precisa sussistenza alimentare del figlio.
Il rovesciamento delle idelogie avvalora, così, maggiormente la tesi di Costanzo che non giudica i due protagonsiti, bensì propone un pezzo della follia contemporanea. Questa si consolida attraverso il passaggio calibrato e mai forzato tra diversi generi cinematografici che appaiono in grado di identificare meglio gli sbalzi emotivi dei protagonsiti. Il film, infatti, si sposta dalla commedia d'amore, il momento in cui Jude e Mina si conoscono, al dramma, la nascita del bambino e il consolidamento delle idee della donna, fino al thriller puro, il momento in cui il dissidio nella coppia si acutizza. La suspense si afferma attraverso ottiche allucinanti, musiche opprimenti e la fisicità dei due protagonisti inversamente proporzionale: Mina deperisce, tanto quanto Jude aumenta di stazza.

Saverio, dunque, gioca con la mente e le possibili proiezioni dello spettatore. Gli nasconde la soluzione del dramma, per poi lasciarlo con un messaggio e un valore di vita puro e semplice: l'amore comanda tutto.

Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

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Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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