News, recensioni, approfondimenti sul cinema asiatico

Ti trovi qui:HomeCinema e dintorniAsiaLost, Found - Recensione (Far East Film Festival 2019)

Lost, Found - Recensione (Far East Film Festival 2019)

Ritorno alla regia di Lu Yue dopo oltre dieci anni. Operazione commerciale, il soggetto è ripreso da un film coreano, che senza esaltare funziona comunque come dramma personale e sociale, raccontato con la tensione narrativa del thriller

Lu Yue ha speso la sua carriera nel cinema soprattutto come direttore della fotografia, diventando l’occhio di grandi registi come Zhang Yimou e Feng Xiaogang. Ha comunque diretto prima di questo altri quattro film, facendosi più che notare all’esordio con Mr. Zhao che nel 1998 conquistò il Pardo d’oro al Festival di Locarno. Lost, Found arriva oltre dieci anni dopo l’ultima esperienza alla regia e presenta una trama simile al sudcoreano Missing perché lo stesso soggetto è stato sviluppato separatamente per il mercato cinese. Non esattamente dunque un remake, anche se la versione coreana è uscita prima e chi lo ha potuto guardare si ritrova davanti una chiara sensazione di déjà vu a parte il contesto diverso.
Li Jie, interpretata da Yao Chen, è una donna in carriera, fa l’avvocato, che sta divorziando dal marito medico e lotta per ottenere la custodia della figlia di due anni Duoduo. Impegnata con il suo lavoro, ha bisogno di una tata per la bambina e un’anziana che vive nello stesso palazzo le presenta una donna interessata a quel posto, Sun Fang (l’attrice Ma Yili). Li Jie non è convinta per la mancanza di un certificato professionale da babysitter, ma cambia idea quando la donna riesce a far smettere di piangere Duoduo. Una sera, dopo una cena di lavoro, rientra a casa tardi, mezza ubriaca, e non trova la bambina con la tata. Inizialmente pensa sia stato tutto organizzato della suocera, con la quale non va d’accordo, così come la madre dell’ex marito appena saputo della sparizione accusa Li Jie di essere complice e di averla nascosta sempre pensando al procedimento sull’affido. Ben presto si scopre la realtà: Duoduo è stata rapita da Sun Fang. Li Jie inizia la ricerca di sua figlia e scopre il passato della donna.
La narrazione è costruita attraverso una struttura non lineare, con continui flashback che mostrano gradualmente la dinamica del rapimento, i motivi che stanno dietro l'azione di Sun Fang, la sua storia travagliata. Molto bella la sequenza iniziale, con Yao Chen che corre disperata in un sottopassaggio e rovista nella spazzatura, attraverso la quale lo spettatore viene buttato dentro il film. Da dimenticare invece tutti gli ultimi minuti. Un finale ridondante, moraleggiante, inutile nel sottolineare il cambiamento di Li Jie. L’evoluzione del personaggio che si trova davanti a una situazione estrema è il cuore del film dentro la sua cornice da dramma portato avanti con un ritmo da thriller. Un percorso doloroso che porta la protagonista a scoprire la sua fragilità, un lato più umano e solidale dietro la corazza da fredda donna di carriera, il cinismo da avvocato. A capire davvero l’amore materno, disinteressato, mentre all’inizio la figlia appare quasi più come un ornamento personale. Per l’ego di una donna che vuole riuscire in tutto. Ma il film è anche un dramma sociale. Le due protagoniste appartengono a classi diverse. Li Jie rappresenta la classe medio alta, la donna moderna di città. Sun Fang invece è povera, arriva dalla periferia, da un villaggio. In fuga da un marito violento con la loro figlia malata cronica, è costretta a lavorare come prostituta per pagare le spese mediche della bambina. E cacciata dall’ospedale quando non riesce più a sostenerne il costo. Due personaggi femminili ben scolpiti che mettono in risalto le due attrici protagoniste. Inconsistenti invece i ruoli secondari, soprattutto quelli maschili.

Peccato per quel finale che goffamente calca la mano sul messaggio del film, penalizzando un prodotto che per il resto unisce bene in questa storia atmosfera drammatica e andamento da thriller.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

  Vai alla scheda del film
  Trailer del film


Video

Fabio Canessa

Viaggio continuamente nel tempo e nello spazio per placare un'irresistibile sete di film.  Con la voglia di raccontare qualche tappa di questo dolce naufragar nel mare della settima arte.

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Questo sito utilizza cookie per il suo funzionamento. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Se vuoi avere maggiori informazioni, leggi la Cookies policy.