The Walking Dead: quando uno zombie dà più sicurezze di tua moglie
- Scritto da Luca Polacco
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Nel 2003, in America, esce il primo albo di un fumetto chiamato The Walking Dead, destinato a cambiare il mondo dei serial. La storia è tanto semplice quanto avvincente: un virus, una apocalisse di zombie, dei sopravvissuti.
Lo scrittore Robert Kirkman e il disegnatore Tony Moore mettono così in piedi una storia con dei personaggi solo all'apparenza scontati, anche se già abbondantemente abusati da svariate altre forme di intrattenimento, come il cinema, con George A. Romero, o i videogame, con la saga di Resident Evil.
La serie a fumetti è in corso tutt'oggi dal lontano 2003, nel 2010 vince un premio come Best Continuing Series, che tradotta suonerebbe un po' come Miglior Serie Continua. Nello stesso anno Frank Darabont, già regista de Il miglio verde e The Mist, decide di rendere giustizia a questo fumetto, sconfinare dai limiti cartacei e creare una versione televisiva. La prima puntata viene trasmessa, ovviamente, nella notte di Halloween durante il Fearfest per conto della tv via cavo AMC ed il giorno dopo in Italia dalla Fox, seguendo la scia di doppiaggio 'a 24 ore di distanza' intrapresa con Lost.

Ben presto scoprirà che l'idea di essere da solo in un ospedale è quanto di più sbagliato. Confinati dietro una porta ci sono una marea di strani esseri che urlano, si lamentano, sbattono contro porte legate con catene dove sopra vi sono scritte le parole 'Dont Open - Dead Inside'. Non certo un buon risveglio per lo sfortunato poliziotto che nulla ricorda di cosa sia successo dopo essere finito in coma.
La successiva fuga dall'ospedale catapulterà Rick in quell'incubo che, grazie al coma, aveva momentaneamente evitato. Carcasse di persone ed animali, zombie maciullati ma non uccisi definitivamente che si trascinano spinti solo dalla voglia di mangiare lo sfortunato sopravvissuto, desolazione ovunque. Ad aggravare la situazione c'è la mancanza della famiglia del poliziotto, formata dalla moglie Lori e dal figlio Carl. Rick decide così di spostarsi ad Atlanta, dove risiedevano i genitori di Lori, convinto di trovarli lì nel caso si fossero salvati. Ritroverà loro e il suo fraterno amico e compagno di lavoro Shane, insieme ad uno strano e sicuramente poco affiatato gruppo di sopravvissuti, nel quale quasi ognuno cerca più di fare il proprio interesse piuttosto che quello collettivo.
Dinamiche. Se Rick è la mente, Shane è sicuramente il braccio. Ma già il fatto che Shane sembri vagamente sconvolto nel rivedere il suo amico fraterno vivo e vegeto, pone le basi per quello che è il fulcro principale della serie. La fiducia.
In un mondo dove tutto sembra perduto e bisogna attraversare schiere di temibili mostri affamati di carne umana, il regista Darabont riesce ad innestare nel telespettatore una paura ben più primordiale del semplice terrore per gli zombie, o walkers ('erranti' nella versione italiana), come vengono chiamati nella serie.
In questa Terra nessuno è al sicuro e tutti sono nemici. 'Fight the dead, fear the living' è non a caso lo slogan promozionale della nuova stagione, dove la paura della mancanza di acqua, viveri, munizioni ed un tetto sarà più forte che mai.
In questa Terra nessuno è al sicuro e tutti sono nemici. 'Fight the dead, fear the living' è non a caso lo slogan promozionale della nuova stagione, dove la paura della mancanza di acqua, viveri, munizioni ed un tetto sarà più forte che mai.
Rick è chiamato a mantenere un equilibrio il più democratico e giusto possibile, trovandosi più volte a prendere delle decisioni che non vanno giù a taluni membri della squadra, con il continuo rischio di attirare famelici zombie per colpa di una litigata troppo rumorosa.

I personaggi sono ottimamente caratterizzati. Sarà facile ritrovarsi a fare il tifo per un presunto villain come Daryl Dixon rispetto al buono di turno. Shane, dal canto suo, vedrà la sua psiche subire un drastico e drammatico calo verso una spirale di violenza, insanità e manie di gestione del gruppo che necessariamente andranno a scontrarsi con il ruolo di Rick. Lori, la moglie di Rick, sembra confusa. Incapace di fare praticamente qualsiasi cosa, si troverà a giocare un ruolo assai importante all'interno del gruppo, dove deve interpretare una sorta di 'First Lady' dei cadaveri. Ma c'è qualcos'altro di assai più importante... Carl è il figlio che nessuno di noi vorrebbe avere in una situazione del genere. Gli dici di rimanere in casa? Va nel bosco ed attrae uno zombie. Gli dici di stare con il gruppo? Riesce a far uccidere un suo compagno! Internet si sta divertendo molto con questo personaggio.

La terza stagione poi stacca decisamente dalla seconda, dove l'ambientazione era l'accogliente e luminosa casa di campagna di Hershel e che, con l'arrivo del nuovo regista Glen Mazzara al posto di Darabont, vede tutto tornare su toni cupissimi, degni della prigione abbandonata che ospiterà il gruppo. L'esperto di tv americana Ausiello riferisce come nelle prime due puntate della terza stagione ci saranno diverse morti, senza riferirsi ad un personaggio importante o meno e ci annuncia che il titolo del mid-season finale, l'episodio 8, sarà intitolato Made to Suffer (Fatto - o fatti? - per soffrire).
Collezionismo. Il merchandise legato alla serie è discretamente fornito anche se penalizzato dalla voluta povertà di oggetti o memorabilia usati durante le scene. Risulta comunque abbastanza vario. Riuscirete facilmente a trovare magliette, action figures di non eccelsa qualità, carte collezionabili, DVD/Blu-ray della serie in versioni speciali ed, ovviamente, costumi da zombie o da personaggi come Rick veramente ben realizzati da utilizzare durante feste o ritrovi di cosplayer. L'oggetto da avere assolutamente è il cofanetto in edizione limitata della seconda stagione a forma di testa di uno zombie con un cacciavite conficcato nell'occhio, pieghevole verso l'alto per permettere una più facile rimozione del DVD/Blu-ray. Imperdibile e di grande effetto.
