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Dentro l'Inferno (Into the Inferno) - Recensione (Festa del Cinema di Roma 2016)

Prosegue il viaggio antropologico di Werner Herzog alle falde di vulcani di tutto il mondo: Dentro l'inferno (Into the Inferno), pur presentando momenti mirabili, rimane troppo ancorato ad uno standard da televisione monotematica

Spinto dalla sua inveterata passione per i vulcani Werner Herzog, in compagnia del vulcanologo Clive Oppenheimer conosciuto durante le riprese di Incontri alla fine del mondo, gira i quattro angoli del pianeta per confrontarsi con alcuni dei vulcani più famosi, o forse semplicemente con quelli che avevano da raccontare qualcosa.
Dall’arcipelago delle Vanuatu all’Islanda, dall’Indonesia all’Etiopia, facendo addirittura tappa nella isolata e autarchica Corea del Nord, Herzog ci racconta come, seguendo tradizioni, usanze e vere e proprie religioni, i vulcani possiedano agli occhi dell’uomo una forza oscura, che incute terrore e rispetto e verso la quale si mettono in moto meccanismi finalizzati ad esorcizzare una entità capace in pochi attimi di cancellare tutto.
Ed ecco allora che attraverso le testimonianze degli abitanti autoctoni o di vulcanologi scopriamo come il catino ribollente lava può essere per le popolazioni indigene di Vanuatu una congrega di spiriti dei defunti pronta a ribellarsi se disturbata, oppure la culla di una nuova divinità scesa dalla montagna (l’americano John Frum) capace di aggregare una intera comunità sul suo culto, con tanto di scismi e di eresie. Per gli abitanti dell’Islanda i vulcani sono invece manifestazioni di miti che affondano nel passato remoto, mentre per i nordcoreani il vulcano ormai ripieno di acqua è il luogo dove la leggenda vuole sia nato Kim Il-sung e per tale motivo zona sacra e venerata da tutto il Paese.
Il resoconto di Herzog ondeggia in continuazione tra antropologia e scienza, tra mito e leggenda, sembrando però privilegiare l’aspetto divulgativo, motivo per il quale Dentro l'Inferno somiglia troppo ad un documentario televisivo da canale monotematico. Quando il regista tedesco si sofferma sugli aspetti più squisitamente antropologici, il film ha da offrire molto, ma quando indugia sugli aspetti più tecnici o cerca di cambiare registro, come fa nel quasi grottesco segmento girato in Etiopia al seguito di uno scienziato che sembra uscito da qualche romanzo di avventura, Dentro l'Inferno mostra limiti evidenti, per non parlare dell’assurda propaganda nordcoreana messa in scena in cambio della possibilità di effettuare le riprese sul vulcano (non lo dice Herzog, ma lo lascia chiaramente intendere con molta onestà).
I pochi momenti di riflessione sul ruolo dei vulcani come esempio più tangibile della violenza della natura paragonata alla inconsistenza assoluta dell’uomo e delle sue opere che ne tracciano in maniera spietata la caducità, sono indubbiamente i pochi momenti in cui c’è cinema vero in Dentro l'Inferno, qualcosa che vada al di là del puro e semplice racconto descrittivo e da reportage. In quei momenti è chiaro come l’idolatria che si genera intorno a questi giganti è una semplice forma di paura che cerca nella venerazione la pietà di una natura pronta alla ribellione.

Nel complesso quindi Dentro l'Inferno è lavoro che possiede momenti intensi immersi in un contesto da documentario classico, nel quale Herzog non riesce in maniera compiuta ad esprimere il suo anelito antropologico, appiattendosi troppo su una forma cinematografica priva di forza ed originalità. Il documentario, presentato nella Selezione Ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2016, sarà visibile su Netflix a partire dal 28 ottobre.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 2.5

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Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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