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Conversazione con Nicolas Winding Refn

"A volte devi scioccare lo spettatore, lo devi penetrare per far sì che quello che vede sia un qualcosa che non lo abbandonerà per il resto della vita, sia in positivo che in negativo": intervista a Nicolas Winding Refn, reduce dal Festival di Cannes, dove ha presentato l'attesissimo Solo Dio perdona, nelle sale dal 30 maggio

Quello che traspare è la profonda e razionale passione per il cinema da parte di Nicolas Winding Refn. Scrutatore vigile e reattivo, il regista ci ha parlato di Solo Dio perdona - Only God Forgives. Il film uscirà il 30 maggio dopo l'anteprima al Festival di Cannes, dove ha ricevuto un'accoglienza molto positiva quasi solo dal popolo di Internet.

Nonostante il film abbia molti riferimenti a certo cinema americano, è evidente il rimando a quel genere di pellicole di azione di serie-B italiane, in primis partendo dal titolo che dice molto a noi italiani...
Nicolas Winding Refn: A me piace moltissimo il cinema italiano, soprattutto lo spaghetti-western. Il titolo infatti lo richiama volutamente, ma non essendo italiano ho fatto qualcosa di diverso. A differenza dei western americani, quelli italiani hanno più sottotesto. Inoltre ho sempre avuto un grande interesse per le favole. Infatti uno dei più grandi scrittori di favole, Andersen, è danese come me. Questo film è comunque decisamente più italiano di quanto non sia americano.

Lei ha dichiarato di aver sempre voluto fare un film sulle donne, ma di essersi ritrovato invece a farli su uomini violenti. Come mai?
N.W.R.: Adoro le donne e tutto il loro mondo.  Non lo so però, non sono in grado di rispondere a questa domanda... forse mi ci sono semplicemente ritrovato. A me gli uomini non piacciono, e tanto meno non mi piacciono le tipiche cose che fanno gli uomini. Credo che alla fine io faccia film con loro per protagonisti perché io sono un uomo, è quel che sono e quello in cui mi identifico.

Nella sua filmografia si percepisce una ispirazione al cinema di Akira Kurosawa. Conferma?
N.W.R.: Io amo tutti i tipi i registi asiatici, Kurosawa, Ozu.. In genere noi siamo i figli di ciò che ci ha alimentato crescendo. E io sono cresciuto con questo tipo di film, mi piaceva avvertire come alieno il cinema asiatico, per me era come volare nello spazio. Mi piacciono anche i film moderni, ma sono terribile nel ricordare i nomi...

Quanta libertà artistica le ha dato il successo di Drive per sviluppare la sua cinematografia?
N.W.R.: Devo dire che sono stato molto fortunato perché ho goduto di libertà creativa. Ed è il motivo per il quale ho spesso rifiutato grandi produzioni: non voglio rinunciare a questa libertà. Devi essere molto forte nelle scelte che fai, perché molti tentano di influenzarti. È come scendere in guerra.

Lei non ha mai nascosto come il cinema di Alejandro Jodorowsky l'abbia influenzata.
N.W.R.: Jodorowsky è uno dei registi che più ha influenzato il cinema, vero, molto più di quello che la gente possa immaginare. Una vera ispirazione. Per me fu una sorta di mito, perché una volta negli anni '90 era impossibile vedere uno dei suoi film... Dovevi cercare di metterti in contatto con qualcuno in America per vederli. E una volta visto, ho saputo che quello era il tipo di cinema che volevo fare.

Come è nata l'idea di assoldare Kristin Scott Thomas per Solo Dio Perdona?
N.W.R.: Girava la voce che Kristen Scott Thomas volesse girare un film con me. Ovviamente per i miei film non ho mai molti soldi, e cerco sempre attori e attrici semi-sconosciuti. Ma dopo aver sentito di Kristen, l'ho voluta incontrare a Parigi. Durante la cena mi sono reso conto che lei non avrebbe avuto nessun problema nel trasformarsi nella strega stronza del film. È una donna anche molto sexy.  Mi ha detto che non le piacciono le cose violente, ma era pronta a provare anche cose diverse.

Sei più ribelle di come appari oggi?
N.W.R.: Ho un radicato odio nei confronti delle autorità. E credo che il nemico della creatività sia il buon gusto. Ho ancora un lato punk, sono cambiato solo perché ora sono più sveglio. Certe parti di te non le puoi perdere, soprattutto quando ti servono per creare.

Come è stata per lei questa esperienza al Festival di Cannes?
N.W.R.: Fantastica. Quando ho assistito alle reazioni positive e incredibilmente negative nei confronti del film, ho capito finalmente di aver fatto qualcosa di giusto. A volte devi scioccare lo spettatore, lo devi penetrare per far sì che quello che vede sia un qualcosa che non lo abbandonerà per il resto della vita, sia in positivo che in negativo.

Nuovi progetti?
N.W.R.: Sto per realizzare una serie TV basata su Barbarella e... voglio davvero, davvero girare un horror!

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