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Giancarlo Giannini si fa in due

"Ho voluto creare una forma discontinua di racconto, come se fosse un gioco. I personaggi non sono veri, sono inventati. Questa è la bellezza di fare il cinema: fare qualcosa di nuovo che arrivi al pubblico": Giancarlo Giannini ci parla di Ti ho cercata in tutti i necrologi, film che lo vede impegnato nel doppio ruolo di regista e protagonista. Presente all'incontro anche la coprotagonista Silvia De Santis

La luce va pian piano abbassandosi nella sala, quasi in maniera inversamente proporzionale all'attenzione che gli spettatori nutrono per la nuova opera di Giancarlo Giannini, in cui il mostro sacro del cinema italiano si fa uno e trino, essendo oltre che regista, anche protagonista e produttore. Il luogo scelto per la presentazione del suo film Ti ho cercata in tutti i necrologi è il cinema Barberini di Roma e tra le persone sedute in sala si può scorgere anche l'attore italiano, pronto a cogliere le impressioni dei presenti. Terminata la visione, Giannini e la coprotagonista Silvia De Santis salgono sul palco, antistante lo schermo, per rispondere a qualche domanda postagli su questo nuovo e controverso lungometraggio.

Come nasce l'idea di fare questo film?
Giancarlo Giannini: L'idea nasce da una storia raccontatami anni fa: mi era subito entrata in mente e per questo avevo da tempo voglia di portarla  sullo schermo.

Quali sono state le prerogative caratterizzanti per la scelta dell'attrice che ha interpretato la coprotagonista?
Silvia De Santis: Le caratteristiche principali per questo ruolo erano la possibilità di recitare in inglese in presa diretta e la capacità di suonare il piano. Ovviamente recitare al fianco di Giancarlo è stato un onore e una responsabilità.

Quali consigli ha dato Giannini, nella veste di attore navigato e regista, alla sua collega?
G.G.: Nel film è molto importante l'asincronia. E' stata fondamentale per la scelta delle musiche e nell'abbinamento delle stesse con le scene, così da creare una certa ambiguità di fondo, che è poi ciò che ho richiesto a Silvia per l'interpretazione del suo personaggio.
S.S.: La cosa che più mi ha aiutato e facilitato è il doppio ruolo ricoperto da Giancarlo, quello di regista e attore, avendo lui la possibilità di dirigere il film ma comunque con gli occhi di chi lo sta anche interpretando, ed è soprattutto da lui attore che ho imparato molto.

Come mai ha scelto di trattare il tema, preda e predatore, in maniera così poco lineare, inserendo anche dei momenti grotteschi?
G.G.: Ho voluto creare una forma discontinua di racconto, come se fosse un gioco. I personaggi non sono veri, sono inventati. Questa è la bellezza di fare il cinema: fare qualcosa di nuovo che arrivi al pubblico.

Nel film sono presenti varie citazioni, ad esempio William Blake, che fanno del film un'opera più internazionale che italiana...
G.G.: Anche le continue citazioni fanno parte del gioco di cui parlavo poc'anzi, ovvero la bellezza di inserire degli elementi esterni, come poesia e anche citazioni di altri film che contribuiscono ad incuriosire e appassionare lo spettatore.

Cosa si aspetta dal box office?
G.G.
: So di aver fatto un film non facile, ho sperimentato molto, spero ovviamente che possa piacere, ma per me è stata una sfida e vedremo come andrà.

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