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Il dio del tuono a Roma

Kenneth BranaghArriva Thor, il comic-movie che racconta le gesta supereroiche di un essere divino, ispirato all'omonimo fumetto della Marvel, nelle sale dal 27 aprile. “Un film spettacolare ma con una dimensione umana verosimile“, dice il regista Kenneth Branagh, che ha incontrato la stampa romana insieme al protagonista Chris Hemsworth
Il 27 aprile 2011 sarà una data speciale per gli appassionati di comics. Sì, perché sarà il giorno in cui uno dei personaggi  fumettistici più amati dai lettori di strisce approderà ufficialmente nelle sale cinematografiche statunitensi. Il suo nome è Thor, il dio del tuono di The Mighty Thor (in italiano Il mitico Thor), fumetto nato dalla penna di Stan Lee e Jack Kirby e pubblicato dalla Marvel nel 1962, ora diventato un film per la regia di Kenneth Branagh, autore specializzato in adattamenti shakespeariani (Enrico V, Hamlet, Pene d’amor perdute). Il salto dalla pagina al grande schermo si compierà non solo nei cinema degli States, ma anche in contemporanea in quelli italiani, grazie alla Universal Pictures che distribuirà il film in circa seicento copie (alcune delle quali in versione 3D). Ispirato ad un dio della mitologia nordica, Thor avrà il volto di Chris Hemsworth, possente attore australiano al suo primo blockbuster da protagonista.

Una scena del filmPer chi non avesse letto il fumetto, Thor è un essere sovrumano armato di un martello indistruttibile, figlio di Odino, il padre di tutti gli dei, sovrano incontrastato di Asgard, un regno che si trova ad anni luce di distanza dalla Terra. Capace di evocare tempeste, tuoni e lampi, Thor è impaziente di dimostrare il suo valore per prendere il posto del padre alla guida di Asgard, ma la sua irruenza gli causa molti guai. Dopo aver scatenato un conflitto contro gli acerrimi nemici di Odino per il solo piacere di dare prova della sua invincibile forza bruta, viene bandito dal suo regno e mandato in esilio sulla Terra. Un gruppo di umani lo accoglie e lo introduce a tutti gli aspetti della vita terrena, ma il richiamo del regno natio è troppo forte: Thor cerca in tutti i modi di riunirsi alla sua famiglia e, quando scopre che il padre è in pericolo di vita e che il controllo di Asgard rischia di finire nelle mani sbagliate (quelle del fratello), si getta a capofitto in un’impresa disperata.

A dispetto di quello che si potrebbe pensare, Branagh non si è discostato di molto dai temi a lui cari per il suo esordio nel cinema fumettistico ad alto budget. “Come per le trasposizioni shakespeariane che ho diretto in passato, anche questa volta ho voluto affrontare gli intrighi familiari in ambito reale, una delle mie ossessioni”, dichiara il regista all’incontro con la stampa per il lancio del film all’Hotel Hassler di Roma. “Ho cercato di raccontare la storia in modo spettacolare ma anche veritiero. La mia preoccupazione maggiore è sempre stata quella di ottenere un equilibrio per non deludere i produttori della Chris HemsworthMarvel, per i quali Thor era un progetto difficile perché richiedeva la duplice capacità di intrattenere e di emozionare”.
Vestire i panni di un’icona come Thor ha rappresentato una grande opportunità per Hemsworth. “È stata una vera palestra per diventare un bravo attore”, spiega l’interprete, giunto nella Capitale in compagnia di Branagh. “Fantastico lavorare con attori strepitosi come Anthony Hopkins e Natalie Portman: ho imparato molto da loro e sono riuscito ad esplorare varie soluzioni recitative con il loro aiuto. Interpretare Thor è stato anche come un sogno che si realizza: quando ero bambino, correvo per i corridoi di casa pensando di essere un supereroe come lui”.

Gira voce che i produttori della Marvel (tra i principali finanziatori del film) abbiano influenzato non poco le scelte artistiche di Branagh. Dal canto suo il regista non smentisce del tutto le indiscrezioni: “Per me è stata una grande avventura girare Thor: sapevo a cosa sarei andato incontro. Mi considero un appassionato dell’universo Marvel, che è costituito da persone motivate che vivono per i fumetti.  Sono stato quindi contento quando mi hanno proposto alcuni cambiamenti, ma non mi è stato mai imposto nulla. Certo, ci sono state discussioni vivaci per decidere quale sviluppo dare alla storia, ma tutto si è svolto in un clima costruttivo”. Quali sono state le modifiche volute dalla Marvel non è dato saperlo.

Conferenza stampa di ThorPrima di calarsi nei panni di Thor, Hemsworth si è sottoposto ad un lungo periodo di preparazione. “Ho letto il fumetto, ho studiato la mitologia nordica, mi sono confrontato con gli sceneggiatori per capire che tipo di persona avrei dovuto interpretare – racconta l’attore –. La fase più stancante è stata quando ho dovuto lavorare sul piano fisico: sei mesi durante i quali ho preso otto chili, facendo ginnastica ed imbottendomi di proteine. Quanto al personaggio, non ho pensato di dover sembrare un dio. Il mio obiettivo era di rendere Thor il più realistico possibile”.

I riferimenti dichiarati del film sono Metropolis, 2011: Odissea nello spazio, Lawrence d’Arabia, i libri di William Shakespeare, i miti grechi e romani. “Da questa combinazione – afferma Branagh è nata un’opera spettacolare ma con una dimensione umana verosimile, in cui abbiamo cercato di mantenere sempre uno spirito creativo. Thor non è solo la storia di un supereroe che cade e si rialza, ma anche di un universo guerriero molto variegato”.
Presto rivedremo il dio del tuono in The Avengers, attesissimo comic-movie che vede impegnato un gruppo di supereroi della Marvel. “Comincerò a girarlo quando finirò il tour promozionale”, annuncia Hemsworth. “Non vedo l’ora di tornare sul set!”.

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