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San shao ye de jian (Sword Master 3D) - Recensione (Festa del Cinema di Roma 2016)

Anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma 2016 per Sword Master 3D di Derek Yee, wuxiapian dalla forte ispirazione classica rivisitato con le moderne tecnologie

Presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma 2016, unico rappresentante della cinematografia cinese, Sword Master 3D di Derek Yee è lavoro che ha avuto una lunga gestazione e che si è avvalso del grande Tsui Hark in veste di produttore e sceneggiatore. Tratto da un romanzo di Gu Long degli Anni '70, il film è un wuxia classico, rivisitato con le tecnologie moderne.
E’ la storia del Terzo Maestro, un invincibile maestro di arti marziali che, stanco degli eccidi compiuti nel nome della nobile arte, si spaccia per morto, abbandona il clan e si ritira a fare una umile vita da sguattero in un bordello, dopo aver mandato all’aria all’ultimo momento il matrimonio con Qiudi, una spadaccina di un altro clan, causando una faida famigliare. Dall’altra parte c’è un cavaliere errante, Yan Shisan, quasi invincibile, incaricato di uccidere il Terzo Maestro ma che, in effetti, ha come aspirazione massima il voler combattere con il leggendario maestro per mettere alla prova le sue capacità. Il Terzo Maestro viene accolto in una famiglia di un piccolo villaggio di contadini, dove troverà l’affetto di una giovane che lavora nel bordello e dove sarà costretto a fare ricorso alle sue doti di guerriero per difendere i poveracci contro i soprusi del signorotto locale. In questa circostanza incontrerà finalmente Yan Shisan, votatosi anch'esso alla causa dei più deboli. La notizia che l’uomo è vivo scatenerà lo spirito vendicativo di Qiudi. Il finale sarà in perfetto stile wuxia.
Gli ingredienti del genere ci sono tutti: cavalieri erranti, amori tribolati, maestri invincibili, spose sopraffatte dall’odio che contrasta con l’amore assetate di vendetta, l’onore delle arti marziali. Ed in effetti Yee mette in scena un racconto per molti versi classico, arricchito solo da un 3D ben poco invadente, un lavoro che in qualche modo ricalca, se non altro come ispirazione letteraria, quel Death Duel di Chor Yuen, film che lo vide all’esordio come attore ormai 40 anni or sono.
Per lunghi tratti, soprattutto nelle scene ad impronta teatrale nei villaggi di campagna, è una pura rivisitazione dei film della Shaw Brothers Anni '70-'80, sebbene le scene ad alta spettacolarità non manchino certo, ispirate queste più alla visione cinematografica di Tsui Hark: un po’ le due anime su cui vive il wuxia, quella classica e quella innovativa.

Molto incentrato sulle filosofia che pervade il wuxia, Sword Master 3D è lavoro che cerca di miscelare questo aspetto a quello più puramente d’azione, riuscendoci almeno in parte. Che il lavoro di Derek Yee sia candidato ad un grande successo in patria è fuori di dubbio, anche in considerazione del grande revival dei film sulle arti marziali; che esso sia invece un capolavoro come da più parti ci si aspettava è ben lungi dall’essere vero, pur risultando un buon esempio di cinema popolare in chiave moderna.
Jiang Yiyan (Qiudi) si conferma una delle attrici emergenti del vasto panorama cinese, Lin Gengxin (Terzo Maestro) è un po’ troppo monocorde nella sua interpretazione e Peter Ho (Yan Shisan) è convincente nel suo ruolo ambiguo e demoniaco.




Il nostro giudizio: Il nostro giudizio è 3

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Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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