
Un palmares deludente e miope chiude la 72esima Mostra del Cinema di Venezia: un’edizione che ha mostrato più ombre che luci, ma in cui non sono mancati sprazzi di grande cinema. A cominciare da Francofonia di Aleksandr Sokurov e soprattutto Behemoth di Zhao Liang, due film unici ed ‘epocali’ che avrebbero restituito alla Mostra la sua antica vocazione di scoperta e autorialità in grado di parlare a tutti