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Senza arte né parte

La locandina italianaSenza un lavoro e con una famiglia da mantenere, tre operai licenziati iniziano a contraffare le opere d'arte del loro ex datore di lavoro, per far soldi. Commedia di Giovanni Albanese con Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston e Donatella Finocchiaro

Siamo nel Salento. Enzo, Carmine e Bandula sono tre operai licenziati da un pastificio. Dopo aver cercato un lavoro onesto senza riuscirci, i tre amici vengono assunti dal loro ex capo Alfonso Tammaro per fare i custodi di una collezione di opere d'arte che spaziano da Fontana, Manzoni e altri artisti molto noti. Spinti dalla disperazione per il loro impiego mal pagato, decidono di riscattarsi riproducendo fedelmente le opere d'arte sotto la loro custodia, con l'aiuto del fratello di uno dei tre. Il loro intento è rivendere le opere vere e lasciare al loro capo quelle contraffatte. Ci riusciranno solo in parte perché la loro rivalsa è tutt'altro che certa.

Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston e Donatella Finocchiaro, Sonia Bergamasco, Hassani Shapi e Paolo Sassanelli, sono i protagonisti di questa commedia che si rifà a La banda degli onesti con Totò o I soliti ignoti di Monicelli. Infatti, come in queste pellicole, dei ladri/falsari improvvisati tentano di riscattarsi dalla loro condizione di persone disagiate, scoprendo che in realtà la truffa non fa per loro.
Battiston e SalemmeIl licenziamento provoca nei tre protagonisti una reazione di sfida nei confronti di un sistema che gli ha tolto la dignità, e la loro precarietà esistenziale diventa il terreno fertile per trasformarsi in "artisti", per esprimere la loro creatività e la loro libertà, finora inespresse. Ecco che si scoprono "artigiani" nel senso più alto del termine e taroccano le opere d'arte, all'inizio non capendo bene il valore di questi oggetti senza apparente significato.
Senza arte né parte si interroga sul mondo dell'arte, visto che il regista Giovanni Albanese è lui stesso un artista e un conoscitore di questo universo, e lo sorvola dal basso, cercando di capire se l'Arte può essere compresa anche dalle persone semplici e soprattutto se questa può aiutarle. Infatti, solitamente, la passione per l'arte è di esclusività delle persone ricche che vivono dentro la finzione, a differenza del "popolo dei lavoratori", che vive la dura realtà del lavoro. In qualche modo l'arte è fatta più per gli uomini semplici che si avvicinano a lei come dei bambini, con la leggerezza e la trasparenza di chi vuole esprimere la sua idea di bello.
Una commedia che parte da un soggetto valido, che si fa notare per certe battute intelligenti, ma che tuttavia zoppica in alcune parti, a causa di una sceneggiatura un po' abbozzata qua e là che causa un ritmo altalenante. Inoltre il film si perde in una prevedibilità della storia che confluisce in un finale senza grandi colpi di scena.
Bravi comunque tutti gli attori che si amalgamano bene tra di loro nella loro perdizione. Tra gli altri protagonisti spiccano anche: Ernesto Mahieux, contrabbandiere di ulivi, Sonia Bergamasco, una consulente finanziaria radical chic e Ninni Bruschetta, gallerista senza scrupoli.

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