Femmine contro maschi
- Scritto da Anna Barison
- Pubblicato in Film in sala
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La vicenda ruota attorno ad alcune coppie. Anna è sposata con Piero, un uomo dai modi bruschi e amante del calcio che dopo un'amnesia viene "resettato" da sua moglie che lo manipola affinchè possa diventare un uomo colto e servizievole. Marcello invece è separato da Elena, ma per la madre di lui, il loro matrimonio è ancora saldo; per questo, credendola in fin di vita, Marcello ed Elena si ritrovano a recitare la parte della coppia felice. Valeria e Diana devono invece affrontare la passione dei loro due compagni per i Beatles. Rocco e Michele infatti sono degli eterni bambini che preferiscono suonare nel loro complesso piuttosto che diventare dei padri di famiglia. Insomma una variegata accoppiata di "casi umani" e difficoltà relazionali che troveranno la risoluzione in un rassicurante happy end, come vuole la commedia sentimentale.
Fausto Brizzi dirige un folto gruppo di attori, tra questi Claudio Bisio, Nancy Brilli, Ficarra & Picone, Luciana Littizzetto, Emilio Solfrizzi, Serena Autieri, Francesca Inaudi, nel secondo capitolo Femmine contro maschi, che esce a pochi mesi di distanza dal primo, Maschi contro femmine.
In questa pellicola, dal 4 febbraio nelle sale, distribuita da Medusa, sono le donne ad avere la rivincita, costruendo dei piani tattici per risollevare i loro rapporti sentimentali incrinati o stanchi.

Se il primo capitolo era risultato medio ma comunque apprezzabile, questo Femmine contro maschi è un lungo racconto di sketch banali, dove le donne, sentendosi minacciate, diventano agguerrite perché non sopportano più la debolezza dei loro uomini e i maschi, a loro volta, sono incapaci di prendersi le loro responsabilità.
Un quadro davvero desolante per il conformismo narrativo che contraddistingue questo film che si deposita sotto una coltre di moralismo senza scampo. Insomma una commedia popolare che delude, dove le uniche risate, poche in verità, arrivano dalle parolacce o dalle battute da cabaret in stile televisivo.
Brizzi, con questo capitolo, ha davvero perso l'energia e la maestria necessaria a trasformare un'opera dagli spunti mediocri in un film di buon livello, attitudine che aveva invece saputo conquistare nei precedenti lavori, soprattutto grazie a delle sceneggiature scritte bene. Staremo a vedere cosa ne pensa il pubblico.
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