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Tutto parla di te

L'istinto materno è davvero innato nelle donne? Chi sono le 'cattive madri'? Ne parla Alina Marazzi in Tutto parla di te, personalissimo e doloroso docu-film sulla depressione post-partum


Pauline (Charlotte Rampling) è una donna sola che dall'estero torna a Torino, dalla conoscente Angela, e decide di intraprendere uno studio al Centro per la Maternità in cui l'amica lavora. Ricostruendo le storie di tante mamme attraverso riprese, fotografie e registrazioni, Pauline incontra Emma (Elena Radonicich). La ragazza è una madre giovane e sola, il cui nuovo ruolo sembra starle stretto. Il legame tra queste due donne porterà l'una a ricordare un passato scioccante, l'altra a fare i conti con la maternità.
E' un film doloroso questo di Alina Marazzi, sensibilmente pregno della sua esperienza di madre nell'evoluzione della fiction e dell'esperienza di altre madri nel montaggio del documentario. La commistione tra arti di vario genere - fotografia d'autore e animazione - svincolano Tutto parla di te dall'unico piano della docu-fiction e lo rendono un prodotto diverso, a suo modo innovativo. Sicuramente non perfetto, ma diverso. Di quella diversità che va incoraggiata sotto tutti i fronti, perché messaggera di un 'fare cinema' che in Italia può rinnovarsi e discostarsi da quelli che sono i canoni di genere.
Il tema delle
baby-blues (più comunemente depressione post-partum) è, per qualche motivo, ancora un tabù di cui difficilmente si parla. C'è questa convinzione, anche cinematografica, che la maternità sia un dono di cui godere attraverso l'unico sentimento della gioia, senza poter lasciare spazio ad altro. Invece 'l'altro' è sempre dietro l'angolo. Grande merito quindi alla Marazzi, che questo 'altro' lo porta tutto davanti allo schermo: angoscia, depressione, inadeguatezza, paura, solitudine. Sotto molti punti di vista, Tutto parla di te è un film in cui trapela la tristezza di essere umani scioccati da altri esseri umani, che è un po' anche la storia dell'esistenza comune. Intensa l'interpretazione di Charlotte Rampling, austera e al contempo fragile nei panni di una figlia ormai anziana, e ottima sorpresa Elena Radonicich, una leonessa nella gabbia della maternità irreversibile.

A riprova della voglia di abbattere l'imbarazzo legato a questo tema, è partito in Rete il progetto Tutto parla di voi (www.tuttoparladivoi.com), nato per sviluppare i temi affrontati dalla Marazzi nel film, in collaborazione con Il Fatto Quotidiano.
Insomma, la Marazzi è una regista che dà tutta se stessa, come già riscontrato nel precedente Un'ora sola ti vorrei, personalissimo e toccante ritratto della madre scomparsa. Una buona conferma.

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