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Farinotti, Mereghetti, Morandini: quale scegliere?

Continua la nostra analisi sui dizionari di cinema pubblicati in Italia a fine 2013. Dopo il Morandini, diamo uno sguardo al Farinotti e al Mereghetti. Lo scopo è confrontarli per capire quale sia il compendio più adeguato a soddisfare la voglia di conoscere il cinema di chi legge

L'anno 2013 giunge al termine. Nel mondo della celluloide, ora del digitale più avanguardistico, è tempo di bilanci, classifiche e compendi. L'editoria italiana in merito a quest'ultimo aspetto è molto attiva. Oltre al già analizzato Dizionario dei film e delle serie televisive curato dal Morandini, sugli scaffali delle librerie in questi giorni hanno fatto la loro comparsa altri due vocabolari di cinema: Il Farinotti di Newton Compton Editori e Il Mereghetti, edito da Baldini&Castoldi.

Il primo si avvicina a quanto già emerso nella riflessione sul Morandini. Nella quarta di copertina del dizionario si legge che il compendio "è stato il primo dizionario cinematografico in Italia ed è forse il più completo: conta infatti più di 35.000 titoli e oltre 2.600 pagine”. Questa pubblicazione, inoltre, si continua a leggere, si distingue per saper mediare tra il giudizio di critica e pubblico, affermando che le famigerate “5 stelle del Farinotti” ricalcano realmente il giudizio della gente. Insomma il Farinotti è “una vera e propria (monumentale) bibbia cinematografica”. La vena autocelebrativa del redattore prosegue all'interno del testo dove al posto di una prefazione che ne spieghi gli obiettivi, in maniera più dettagliata della sintesi della quarta, si leggono gli interventi di Pino e Rossella Farinotti. Il primo, intitolato Modello di sintesi, è una precisa puntualizzazione sui due film che hanno maggiormente segnato, secondo il parere del critico, il 2013 cinematografico internazionale: La grande bellezza di Paolo Sorrentino e Il grande Gatsby diretto da Baz Lurhrmann. Per Farinotti le due pellicole sono due storie simili, perché raccontano, seppur in maniera differente, fallimento e tragedia, sogni infranti e delusioni da intendersi come metafora della crisi dell'uomo di oggi, anestetizzato da un perenne e finto clima festaiolo che non conduce a un finale lieto. Lo scritto di Rossella, invece, si concentra sulla vitalità del cinema nostrano che nella vittoria del Leone d'oro di Gianfranco Rosi con Sacro GRA alla Mostra di Venezia 2013 ha raggiunto la sua consacrazione.
Sorrentino, Garrone, Crialese, Diritti, Virzì sono tutti registi che, nel pensiero della critica, rappresentano una scuola di cinema italiana brava e capace. In queste precisazioni si riassume la linea editoriale del volume del Farinotti: ciò che si percepisce è che questa voglia anteporre il giudizio del critico alla possibilità di restituire al pubblico, con il suo dizionario, uno stumento di ricerca sul cinema. E', certamente, giusto leggere il parare del Farinotti su quale siano le pellicole che hanno segnato l'anno, ma perché non offrire allo stesso modo a chi legge strumenti di comprensione del dizionario più esaustivi dello schema intricato e pieno di frecce e sigle dal titolo Come si legge la scheda di un film? L'universalismo critico del redattore, inoltre, scompare nelle schede dei film redatte solo attraverso brevi sinossi, per confermarsi, invece, nelle Appendici e in particolare nella sezione Film più amati. Questa è una complicata lista di quei film meritevoli le quattro stelle del critico e dei suoi collaboratori, a cui si aggiunge il gradimento del pubblico, quello della critica, il miglior film internazionale, in un elenco interminabile che lascia poco spazio al confronto. Il Farinotti dunque, appare, più del Morandini che, seppur pervaso dagli stesi ideali, riporta almeno la spiegazione dei contenuti di ogni sezione in cui si articola, un compendio sul cinema, chiuso, immobile e assimilabile senza la possibilità di riflessioni e relazioni da parte del lettore.

Il Mereghetti, al contrario, si presenta organizzato in maniera più semplice e fruibile. Se la modalità di scrittura delle schede è similare agli altri tre dizionari, ciò che lo differenzia e lo rende più esaustivo è la discriminante di selezione delle schede. Morandini e Farninotti riportano la recensione di tutti i film distribuiti in Italia da una certa data, mentre Mereghetti, coadiuvato dai suoi collaboratori, propone nei tre volumi di cui si compone, le analisi dei film circolati legalmente sul circuito di visione italiano. Oltre ai titoli usciti nelle sale sono compresi anche i lungometraggi pubblicati solo in DVD o proposti nei canali delle tv satellitari o nei streaming autorizzati oppure transitati su Fuori Orario, ai festival minori quali Cinema Ritrovato di Bologna, le Giornate del cinema muto di Pordenone, Filmmaker di Milano. Questo panorama si amplia grazie anche alla recensione dei primi cortometraggi, non editi in Italia, dei maestri del cinema e dei lavori prodotti da correnti cinematografiche sconosciute ai non addetti al settore come la nová vlna cecoslovacca o gli autori giapponesi di inizio Novecento. Infine sono stati inseriti nel complesso delle voci, senza troppe differenziazioni di sezioni, i documentari. Anche sotto il profilo degli strumenti di comprensione il dizionario del critico del Corriere della Sera appare più soddisfacente. Le Note di lettura forniscono le indicazioni per interpretare didascalie e simboli posti all'inizio delle schede e il criterio per indicare la durata della pellicola e predisporre l'ordine alfabetico. Negli apparati, inoltre, sono presenti gli indici analitici secondo attori, voci tematiche, registi e titoli originali. Ogni elenco è anticipato da una introduzione che ne segnala la modalità di compilazione. Infine anche il Mereghetti non può sottrarsi alla classifica dei film a 'quattro stelle'. Nella premesse si legge, a tal proposito, una giusta puntualizzazione del critico milanese che scrive chiaramente come tutti i giudizi riportati siano da contestualizzare artisticamente e storicamente, perché ogni capolavoro è figlio del suo tempo. Quindi, secondo Mereghetti, Totò a colori è sicuramente un film meritevole di quattro stelle tanto quanto Amour di Michael Haneke, ma per motivi differenti.

In conclusione si può affermare che i tre dizionari sono differenti e al tempo stesso molto simili. Si completano vicendevolmente, anche se il Mereghetti sembra guardare meglio al cinema e alla sua fruizione. Ciò si evince sin dalla copertina del cofanetto, dove sono impressi gli sguardi profondi e taglienti di Robert Redford e Paul Newman in Butch Cassidy di George Roy Hill che simboleggiano lo sguardo affascinante e affascinato sul mondo del cinema.




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