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Che succede alla Biennale di Venezia?

Paolo Baratta e Alberto BarberaLa Biennale di Venezia sta cambiando. Innanzitutto si tratta di modifiche strutturali come piccoli interventi, grandi restauri, creazione di nuove strutture che coinvolgono le sedi divise tra Venezia e il Lido, al primo posto nei progetti del Presidente Paolo Baratta sin dall'inizio del suo mandato nel 2008. A questa necessaria rivalutazione strutturale si unisce un cambiamento culturale che si manifesta nella scelta delle tematiche delle diverse manifestazioni a partire proprio dal 2008.

Aaron Betsky, direttore della 11° Mostra Internazionale di Architettura dal titolo Out There. Architecture Beyond Building, ha ragionato su un'architettura più concettuale, liberata dalle forme e dalla funzionalità della struttura edificio.
L'anno successivo per la 53° Esposizione Internazionale d'Arte Daniel Birnbaum propose il tema Fare Mondi // Making Worlds, ossia l'arte è tutto ciò che il genio della mente di chiunque può creare. Il 2010 è stato l'anno di People Meet in Architecture, tema della 12° Mostra di Architettura diretta da Kezuyo Sejima. L'idea era di considerare l'architettura come creatrice di socialità; qualsiasi struttura, al suo interno o al suo esterno, crea uno spazio di aggregazione.
Escludendo la 13° Mostra di Architettura che si inaugurerà il 1 settembre 2012 diretta da Daniel Chipperfield dal titolo Common Ground, questo excursus si conclude con la Biennale d'Arte del 2011 intitolata ILLUMInazioni curata da Bice Curiger; il tema ha analizzato come l'opera d'arte nasce dall'illuminazione geniale che parte dall'artista e si espande, nel contesto dei padiglioni nazionali, all'intera nazione.
Insieme alle mostre di Arte e Architettura si possono considerare anche le edizioni della Mostra del Cinema diretta dal 2008 al 2011 da Marco Müller. Queste si sono caratterizzate per la presenza di grandi registi, attori, per la promozione di nuovi indirizzi di indagine visiva e di nuovi nomi e produzioni cinematografiche. Il tutto all'interno di una chiara idea di gestione che, dalla scelta dei membri della giuria per finire con i film selezionati in concorso, premiava un determinato cinema ogni anno diverso. C'è stato l'approfondimento sul cinema indipendente, su quello delle major o sulla proposta di produzioni nuove e innovative come quelle asiatiche.
La 69° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, invece, che prenderà avvio il prossimo 29 agosto diretta da Alberto Barbera, sembra incanalarsi nella direzione tematico-culturale delle sue sorelle arte e architettura. Analizzando i film inseriti nel Concorso e nelle altre sezioni, essa sembra caratterizzarsi per la presenza di grandi registi e grandi produzioni, ma non per la scelta di un determinato tema di analisi, di approfondimento che possa definire la direzione di sviluppo del cinema. La generalità, la volontà di proporre tutte le produzioni cinematografiche internazionali, quasi a definire una geografia cinematografica internazionale, sembrano siano stati i criteri di selezione.
Come è stato per la creazione delle mostre di Arte e Architettura sembra che Barbera e il suo staff abbiano preferito un tema estremamente vago e generale, quasi impalpabile, eterogeneo e universale che soddisfi tutti, dai produttori al pubblico.
C'è da dire, comunque, che la Mostra del Cinema deve ancora iniziare. La sensazione di cambiamento generale della Biennale, però, rimane e sembra, dopo anni di benefico isolamento, coinvolgere anche il cinema.
Sarà davvero così?

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