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Educazione criminale

"Un film di prime volte, quello che preferisco tra i miei, anche perché penso che sia necessario sperimentare, uscendo dal guscio delle proprie sicurezze": Gabriele Salvatores presenta, al fianco di John Malkovich, Arnas Fedaravicius, Vilius Tumalavicius, Eleanor Tomlinson, la sua Educazione siberiana

Grande emozione davanti ai tanti flash e alle domande sul film, altrettanta soddisfazione nel raccontare che è questa la sua creatura migliore: Gabriele Salvatores ha risposto alle nostre domande, insieme al cast del suo Educazione siberiana, che uscirà il 28 febbraio nelle sale italiane distribuito dalla 01. Un progetto dal respiro internazionale che racconta la storia di ragazzi che passano dall'infanzia all'adolescenza e della comunità di 'criminali onesti' siberiani stanziata in Transnistria in cui sono cresciuti.

Gabriele Salvatores, cosa l’ha spinta a realizzare un film così insolitamente diverso dagli altri suoi lavori?

Gabriele Salavatores: Oltre ad avermi colpito molto la storia, credo che il cinema italiano debba ormai affacciarsi a una dimensione più europea, naturalmente se ci sono cose che valga la pena raccontare. In questo senso è un film di prime volte, quello che preferisco tra i miei, anche perché penso che sia necessario sperimentare, uscendo dal guscio delle proprie sicurezze.

Secondo lei, come mai non ci saranno film italiani agli Oscar?
G.S.: Non è una cosa di cui mi importa molto, d’altronde parliamo di un premio all’industria cinematografica americana. L’importante è fare buoni film, senza preoccuparsi degli eventuali premi.

Per quanto riguarda la distribuzione, è stato acquistato anche negli Stati Uniti?

G.S.: Sì. E anche in quasi tutta Europa, con la Francia ci sono trattative in corso.

John Malkovich, come è stato l’approccio al controverso personaggio di nonno Kuzja?
John Malkovich: Sebbene sia un grande appassionato di letteratura russa, non conoscevo gli aspetti specifici raccontati nel libro di Nicolai Lilin, al quale il film si ispira. Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo scrittore e devo dire che non c’è stato bisogno di prepararmi all’interpretazione: c’era già tutto nella scrittura.

Per i giovani attori protagonisti Arnas Fedaravicius, Vilius Tumalavicius, Eleanor Tomlinson, come è stato lavorare con Salvatores?
A.F.: Non lo conoscevo prima e, essendo una persona molto emotiva, quando mi sono informato su di lui sono andato in panico perché ho realizzato l’enorme portata del film. Si trattava di lavorare con un regista che considero mitico e magico, una persona con la quale non c’era bisogno di parlare per capirsi.
V.T.: Stare sul set mi ha reso felice. Anche quando sbagliavo, Gabriele non mi riprendeva in malo modo, ma mi incitava a far meglio con dolcezza. Si tratta di un regista che sa come comunicare nel modo giusto.
E.T.: Io non conoscevo Salvatores e inoltre si tratta della mia prima esperienza di recitazione con un regista italiano. Un’opportunità incredibile per me e per il mio personaggio, che ha avuto la possibilità in questo film di brillare!

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