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Stray Dogs - Recensione (Venezia 70 - In concorso)

L'ultimo (?) film di Tsai Ming-liang richiede una certa preparazione, ma offre emozioni che lasciano il segno. Un congedo in grande stile

Il meglio arriva al passo d’addio. Dopo lo stupendo The Wind Rises, con l’annuncio ufficiale che sarà l’ultima opera da regista di Hayao Miyazaki, a salvare il concorso di Venezia 70 con almeno un altro grande film arriva Stray Dogs che potrebbe essere, secondo le intenzioni espresse dall’autore, l’ultimo lavoro di Tsai Ming-liang.
La speranza di chi ama il cinema, dato anche l’età del regista (classe 1957), è che non sia così. Che ci ripensi. Ma se davvero sarà l’ultimo film, siamo di fronte a un congedo in grande stile.
Tsai Ming-liang
richiede una certa preparazione, un’attitudine non così diffusa. Vedi persone che abbandonano la sala già dopo qualche minuto, spiazzati dal suo modo di fare cinema. Difficile, ostico ma di un'incredibile forza, raffinatezza, capace di offrire a chi accetta la sfida del regista emozioni che lasciano il segno. Lo si capisce dalla prima inquadratura: una donna si pettina seduta al fianco di un materasso sul quale dormono due bambini. Non comparirà più nel corso del film. Non è difficile intuire che quella donna è la madre che sta per abbandonare i figli. Quei bambini che insieme al padre vivono come cani randagi, alla giornata, naufraghi in una città battuta dalla pioggia. Un’inquadratura lunghissima, seguite da altre che sembrano non finire mai. Quadri lunghi minuti e minuti dove a volte entrano ed escono i personaggi, immagini di grande bellezza e incisività da contemplare, esplorare in ogni dettaglio. Il tempo per farlo non manca, per ammirare le scelte del regista nel posizionare la macchina da presa, le geometrie che aiutano a rendere le emozioni dei personaggi, ammantare di un’atmosfera dolente tutto il film. Campi lunghi si alternano a primi piani, come quello struggente con il padre, che racimola qualche soldo tenendo cartelloni pubblicitari, immobile sotto la pioggia. Con gli occhi che lentamente di gonfiano di lacrime. Lacrime che escono anche dai muri della casa in rovina della donna che entra a un certo punto nella vita dei bambini e del padre, interpretato da uno straordinario Lee Kang Sheng, da Coppa Volpi per la sua intensissima prova, ancora volto del cinema di Tsai Ming-liang.

Cinema purissimo.

Vai alla scheda del film

 

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