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Una piccola impresa meridionale - Recensione

Rocco Papaleo firma la regia di una nuova commedia, che per i temi trattati si discosta molto dalla pellicola di esordio Basilicata Coast to Coast, ma mantiene una verve comica non convenzionale ed offre anche qualche spunto di riflessione


Costantino (Rocco Papaleo), un prete in crisi di identità, viene confinato dalla severissima madre Stella (Giuliana Lojodice) in un fatiscente faro. Quello che avrebbe dovuto essere un eremo tranquillo, dove trovare pace e riflettere sulla propria condizione di ‘prete spretato’  e soprattutto dove poter stare lontano dalle eventuali chiacchiere dei paesani, diventa un viavai di personaggi che per vari motivi sono costretti anche loro a vivere ai margini della società: Arturo (interpretato da Riccardo Scamarcio) è il marito tradito della sorella di Costantino, Rosa Maria (Claudia Potenza); Magnolia (Barbora Bobulova) è un’ex escort, sorella della donna di servizio Valbona (Sarah Felberbaum). Tutti iniziano man mano a gravitare intorno a questo luogo che, attraverso l’impegno di ognuno, finisce per diventare un posto completamente diverso rispetto a come si presenta all’inizio.
Rocco Papaleo fa sul serio con il suo secondo film da regista: Una piccola impresa meridionale può infatti contare su una larga diffusione nei cinema (circa 400 copie) e la distribuzione della Warner Bros. Pictures. Un bel colpo, considerato che Basilicata Coast to Coast venne considerato dalla produzione poco più che una scommessa. La comicità di Papaleo è ancora una volta garbata, non si basa sulla risata grossolana, ma attraverso una trama originale, mai scontata, diverte lo spettatore con battute argute. Rispetto al primo film, il regista è più distaccato e, se domina completamente la scena nei primi minuti, sa farsi sapientemente da parte per lasciare spazio alle storie degli altri personaggi. Ed è così che ritroviamo attori come Riccardo Scamarcio in vesti insolite: quelle di un musicista jazz molto introverso e anche un po’ impacciato, un ruolo decisamente diverso dal solito per un attore che molto spesso interpreta soltanto la parte del bel tenebroso.
La rinascita del faro, che avviene gradualmente, si volge di pari passo con l’evoluzione dei personaggi: tutti hanno dei caratteri molto forti, che spesso si vanno inevitabilmente a scontrare l’un l’altro, ma ognuno rappresenta un valore aggiunto per il gruppo e il loro essere uniti contro una società gretta rappresenterà un’importante svolta per il gruppo.

Un film piacevole, dunque, a dimostrazione che un genere di commedia brillante in Italia esiste ancora e i grandi successi di botteghino non vengono registrati solo a suon di parolacce e scenette grevi.

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