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Jackie & Ryan - Recensione (Venezia 71 - Orizzonti)

Ami Canaan Mann torna alla Mostra del Cinema con una storia semplice, d’amore, condita da molta musica folk, che sa un po' di già visto

Se di cognome fai Mann e tuo padre è uno dei più importanti registi americani viventi, da una parte trovi (probabilmente) la strada in discesa, dall’altra ti esponi a un paragone difficile da sostenere. Con i critici pronti con il fucile puntato. A facilitare il compito degli anti casta, a confermare i pregiudizi figli del nepotismo, ci ha pensato la stessa Ami Canaan Mann con l’opaco esordio, a essere generosi, Le paludi della morte (Texas Killing Fields) presentato a Venezia tre anni fa. Thriller da dimenticare con un grande cast (da Jessica Chastain a Jason Clarke) più che sprecato. La sceneggiatrice e regista torna al Lido e ci riprova con un film molto diverso: Jackie & Ryan. Una storia semplice, d’amore, condita da molta musica. Folk.
Ryan
è infatti un moderno cantante folk che gira l’America con il suo zaino e un banjo. Un giorno in una piccola cittadina dello Utah, incontra una ex cantante country che sta per divorziare dal marito e lotta per la custodia di sua figlia. Anche se uniti dalla passione per la musica, i due formano una coppia improbabile. Lui sembra incapace di mettere radici in un posto, lei ha deciso invece di fermarsi, di lasciare New York e tornare nella provincia dove è cresciuta. L’incontro sarà importante per il futuro di entrambi.
A dare volto ai protagonisti sono Ben Barnes e Katherine Heigl (famosa per la serie tv Grey’s Anatomy). La coppia di personaggi funziona sufficientemente bene, suscitando la giusta empatia tra lo spettatore che finisce per seguire con partecipazione la vicenda. Interessante la figura del musicista di strada, con il fascino della vita on the road. Anche se più che la strada è la ferrovia il mare attraversato per approdare continuamente in nuovi posti. Salta sui treni merci in corsa infatti Ryan nel suo continuo peregrinare. Per Jackie il viaggio è stato invece di andata e ritorno. Lasciata la provincia, odiata da bambina e da ragazza, finisce per ritrovare le sue radici. Contenta, a posteriori di essere cresciuta lì. E di farci crescere la figlia. Il posto è Ogden, nello Utah. E il paesaggio, suggestivo, innevato, finisce per diventare una componente centrale del film. Insieme alla musica ovviamente. Bella, ma forse anche troppo insistente.

Il film ha il merito di volare basso, non esagerando nel cercare lacrime facili sul dramma della donna che rischia di perdere la figlia, e raccontando la storia d’amore-d’amicizia tra Jackie e Ryan, con un certo pudore. D’altra parte manca però di quel peso specifico, capace di lasciare traccia duratura nello spettatore. E un po’ sa di già visto, non mancano i clichè (incidente di lei grazie al quale si conoscono, morte dell’amico di lui…), rientrando in quella serie di storie dove incontri casuali, anche brevi, finiscono per avere forte incidenza sulla vita delle persone. Contribuendo magari a far cambiare rotta alle stesse. Quella di Ami Canaan Mann, come regista, deve ancora probabilmente essere tracciata. Jackie & Ryan è se non altro un passo in avanti rispetto al suo precedente film.

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