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Copenaghen-Sorrento sola andata

Conferenza stampa Love Is All You NeedDue famiglie danesi si ritrovano in Italia per il matrimonio dei figli: arriva Love Is All You Need, calorosa commedia romantica per riscaldare l'inverno, diretta da Susanne Bier. "E' più difficile girare una commedia romantica piuttosto che lavorare su un film apparentemente più intenso", ci svela la regista premio Oscar

Una commedia romantica con la compostezza danese e il calore italiano: è Love Is All You Need, nuovo lavoro della regista danese Susanne Bier, vincitrice del premio Oscar per il miglior film straniero con il pluripremiato In un mondo migliore. La Bier, insieme all'interprete femminile Trine Dyrholm, ci ha parlato del film (presentato alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia) in un incontro all'Hotel Sofitel di Roma in occasione del lancio promozionale per l'uscita nelle sale prevista il 20 dicembre.

Come è nata l'idea di girare la storia proprio a Sorrento?
Susanne Bier: Abbiamo girato nei dintorni di Sorrento e a Sorrento stessa poiché lo sceneggiatore Anders Thomas Jensen ed io avevamo già utilizzato questa location per delineare nella mente storie più tormentate e drammatiche, ma automaticamente, ogni volta che pensavamo al romanticismo, Sorrento era la prima immagine che ci veniva in mente.

Recentemente il regista Woody Allen ha incentrato un suo film proprio sugli italiani, definendoci 'esotici': lei come ci vede?
S.B: Non credo che il film ritragga l'italiano medio o le sue caratteristiche. Apprezzo gli italiani, ma non era mia intenzione dipingerli tutti come solari e romantici, e infatti i protagonisti italiani del film hanno dei problemi e dei tormenti. Era il luogo ad essere ideale e solare, perché rappresenta quella parte dell'Italia che possiede un gran romanticismo grazie al senso di nostalgia che emana.

Quanto è stato difficile interpretare un ruolo in un film del genere dopo un dramma come In un posto migliore?
Trine Dyrholm: In realtà non è stato così diverso... Susanne è una persona molto divertente e sarcastica, e persino durante la lavorazione di un film profondo come In un mondo migliore ci siamo divertiti tutti. Love Is All You Need l'ho trovato davvero interessante, una grande sfida perché non avevo mai interpretato un personaggio e dei sentimenti del genere. Interpretare una donna così 'pura' e 'vera' è stata una cosa nuova per me, soprattutto perché sono abituata a personaggi più oscuri. Inoltre lavorare con una star così umana come Pierce Brosnan è stato fantastico.

S.B.: A mio parere bisogna fare film per il motivo giusto. Aver vinto un Oscar prima non significa che il film che verrà dopo dovrà per forza essere somigliante a quello che ha vinto il premio. Io penso che bisogna fare solo quello che si reputa giusto. A volte è più difficile girare una commedia romantica e mantenerne la veridicità piuttosto che lavorare su un film apparentemente più intenso.

Fare una commedia così spudoratamente romantica è una risposta ai tempi di crisi in cui viviamo perché abbiamo bisogno di buoni sentimenti?
S.B.: E' provato che non stiamo passando un periodo roseo, ma non è per 'sollevare il morale' il motivo per quale ho voluto fare una commedia. Certo, è anche vero che io e lo sceneggiatore leggiamo i giornali tutti i giorni, e probabilmente in modo incoscio siamo stati spinti verso la commedia.

Cosa ha cambiato nella sua carriera di regista la vittoria dell'Oscar?
S.B.: Prima di tutto è bello avere un Oscar sulla scrivania... poi, certo, inizi a pensare di dover sempre rimanere all'altezza di ciò che hai fatto. E' una cosa meravigliosa, ma non bisogna dimenticarsi di continuare a lavorare e ad essere diligenti in quel che si fa. Una cosa davvero positiva? E' più facile avere accesso alle grandi star.

I cinici fanno fatica oggi ad accettare la commedia romantica: nel film il romanticismo vede protagoniste due persone in età matura, che rivalutano la freschezza superando il cinismo. Come mai questa scelta?
S.B.: Volevamo fare un film privo di cinismo, dove il romanticismo rimane la base da riscoprire. Per renderlo credibile, i protagonisti dovevano necessariamente essere maturi, perché volevo che avessero un bagaglio di esperienze e di dolore, uno spessore che lascia aperta la possibilità che qualcosa cambi nelle loro vite in modo positivo.


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