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Hill of Freedom: intervista agli interpreti Ryo Kase, Moon Sori, Kim Euisung

In occasione della presentazione ufficiale dell'ultimo film di Hong Sang-soo, inserito nella sezione Orizzonti, alla 71. Mostra del Cinema di Venezia, abbiamo intercettato gli attori protagonisti che ci hanno raccontato com'è lavorare con il regista sudcoreano

Di fronte a noi sono seduti l'attore coreano Kim Euisung e Ryo Kase, uno degli attori più importanti del Giappone, conosciuto anche come il boss Ishihara nei film Outrage di Takeshi Kitano, oltre che ad essere uno dei protagonisti di Lettere da Iwo Jima di Clint Eastwood. In mezzo troneggia la divina Moon Sori, attrice coreana giunta al quarto film insieme a Hong Sang-soo dopo Like You Know It All (2009), Hahaha (2010) e In Another Country (2012). Non va dimenticato, inoltre, che Moon Sori ha vinto nel 2002 il Premio “Marcello Mastroianni” per il Miglior attore emergente alla Mostra del Cinema di Venezia per la sua interpretazione in Oasis di Lee Chang-dong.
Hong Sang-soo non è presente all'incontro, ma non è una sorpresa: è risaputa la sua poca volontà di parlare dei suoi film con la stampa. Cerchiamo, quindi, con i tre attori di sviscerare questa loro ultima fatica Hill of Freedom (presentata nella sezione Orizzonti alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia), soprattutto dal punto di vista della relazione con il regista.

Hong Sang-soo come coordina il lavoro sul set e che tipo di rapporto instaura con gli attori?
Moon Sori:
Noi attori non vediamo la sceneggiatura all'inizio della lavorazione del film. Il regista ci presenta le scene la mattina sul set: impariamo a memoria movimenti e battute e dopo le eseguiamo. Il film prende vita in questo modo, senza che noi riusciamo a vedere il girato fino al termine. Ne intuiamo la costruzione, percepiamo come dovrebbe venire. Hong Sang-soo porta nel cinema la vita. Nei film che ho girato insieme a lui è capitato che lui abbia inserito nelle scene da girare spunti, riflessioni, momenti di vita quotidiana passati insieme come ad esempio può essere una cena. Le esperienze sul set sono come la vita vera. Questo rende belli e unici i film di Hang Sang-soo, un regista che mi ha cambiato la vita.

Hong Sang-soo, quindi, vi lascia liberi nelle interpretazioni oppure vi chiede di restare fedeli a quanto da lui scritto nella sceneggiatura?
Ryo Kase: Non improvvisiamo mai le scene, seguiamo sempre fedelmente quanto scritto nella sceneggiatura. Ogni scena viene girata di solito con un solo ciak. In generale ci lascia liberi nella recitazione, anche se lui osserva tutto da un monitor e se sbagliamo ce lo dice subito.

Moon Sori, com'è il suo personale rapporto con il regista dopo quattro film? E' cambiato il suo essere attrice e cosa le ha trasmesso in particolare Hong Sang-soo?
M.S.: Prima di iniziare a girare con Hong Sang-soo ero perplessa: pensavo che sarebbe stato difficile lavorare con lui, volevo scappare. In realtà questa sensazione si è presto trasformata in un coinvolgimento forte che mi ha portata a pensare di lavorarci insieme da sempre. Secondo me Hong appare come un regista sempre uguale, invece è come un monaco buddista. Mentre sta fermo, immobile, lui riflette, la sua mente cresce, cambia, muta, partorisce nuove idee che poi vengono riversate nei suoi film. Personalmente gli sono molto grata, perché mi ha aiutato a crescere innanzitutto come donna e poi come attrice. Mi ha insegnato l'importanza della vita e i suoi valori.

Ryo Kase, com'è entrato a far parte del cast? Come vi siete incontrati con Hong Sang-soo e come ha lavorato in qualità di attore giapponese con un regista sudcoreano?
R.K.
:
Ci siamo incontrati in Giappone durante un'intervista per un magazine. Quando mi ha proposto la parte, non mi ha raccontato nulla del personaggio, né della storia. Il protagonista è stata una sorpresa. Solo durante la lavorazione ho capito perché Hong Sang-soo voleva un attore giapponese: perché doveva interpretare la solitudine di cui parla Hill of Freedom, ossia quella di un giapponese che si sposta e vive da solo in un paese straniero per cercare l'amore.

Addentrandoci nel film, che valore ha, se esiste, la pagina che la donna amata dal protagonista perde quando sparpaglia le lettere ritrovate in una delle scene iniziali?
Kim Euisung
: Conoscendo il regista quella pagina non ha alcun valore. La sua interpretazione è lasciata allo spettatore. E' come un segno, un ricordo, un regalo che Hong Sang-soo lascia a chi guarda.

L'ultima domanda è per Ryo Kase. Sarà presente nel terzo capitolo di Outrage di Takeshi Kitano, considerando che la sceneggiatura attualmente dovrebbe essere in fase di elaborazione?
R.K.:
Non se il boss Ishihara (uno dei protagonisti della saga, ndr.) vivrà o morirà. Al momento non so davvero nulla.

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