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L’ultimo lavoro del regista iraniano Jafar Panahi è, anche questo, come gli ultimi tre, girato in clandestinità. Qui lui stesso gira un film a distanza, perché non può uscire dall’Iran, mentre vive in una piccola comunità locale. In qualche modo cerca di fare il suo mestiere, ma il potere, locale e statale, arriva a opporsi ai suoi piani