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Prossima fermata Fruitvale Station: intervista a Michael B. Jordan

"Un film piccolo nei mezzi, ma grande nell’impatto emotivo": Michael B. Jordan ci parla di Prossima fermata Fruitvale Station, film tratto da una storia vera che lo vede protagonista nei panni di un ragazzo afroamericano ucciso per mano di un agente di polizia

In occasione della proiezione per la stampa a Roma di Prossima fermata Fruitvale Station, primo lungometraggio del giovane filmmaker americano Ryan Coogler, abbiamo avuto modo d’incontrare l’attore protagonista della pellicola Michael B. Jordan e fargli alcune domande sul film e sui suoi progetti futuri

Visto che il film si basa su fatti di cronaca realmente accaduti, per prepararti al ruolo hai conosciuto i genitori, gli amici, la fidanzata di Oscar o ti sei basato solo sul copione?

Sì, li ho conosciuti perché ciò era fondamentale per poter dare un’interpretazione realistica ed efficace. Oscar Grant non era infatti un personaggio famoso. Non potevo utilizzare Internet o altre cose simili per raccogliere informazioni e dettagli su di lui, quindi incontrare le persone che lo conoscevano e gli volevano bene davvero era l’unico modo possibile. Tutto questo ha costituito per me, oltre che un grande privilegio, anche una enorme responsabilità e il lavoro che abbiamo fatto con il regista Ryan Coogler è stato proprio quello di non fare di Oscar né un eroe senza difetti né un malvivente, ma semplicemente una persona vera. Con i suoi difetti e i suoi pregi. Tutto qui.

Il finale è per certi versi simile a quello di 12 anni schiavo, un po’ per la tematica comune del razzismo. Che ne pensi?

Beh, 12 anni schiavo è un grande film, Steve McQueen ha fatto un lavoro straordinario e già il solo paragone mi lusinga molto. Quando si gira un film che affronta determinate tematiche, si è sempre preoccupati per come verrà percepito dal pubblico e l’impatto che la storia avrà su di esso. La vicenda di questo film è molto forte e coinvolgente. Io per primo mi sono immedesimato molto nel protagonista perché comunque, per età, estrazione sociale e colore della pelle, capisco benissimo determinati meccanismi e dinamiche. Quello che è successo a Oscar sarebbe potuto succedere a me come a qualsiasi altro mio amico, quindi il rischio di fare un film in cui l’emotività prendesse il sopravvento, riducendo il tutto ad uno sfogo di un “giovane regista nero arrabbiato”, era alto ma non è stato così. Il cinema è uno specchio sul mondo e su altre culture differenti, perciò è importante stare attenti a quello che viene messo in scena.


Negli ultimi due anni sono usciti diversi film che hanno come tematica principale il razzismo e la schiavitù. Come pensi che tali tematiche siano percepite fuori dagli USA?

Certamente lo schiavismo è qualcosa che negli Stati Uniti c’è stato realmente e che ancora è molto sentito, ma penso che certe storie, certe tematiche e certe situazioni siano talmente forti e d’impatto di per sé che l’empatia del pubblico con i fatti narrati si crei indipendentemente dall’aver vissuto o meno quel tipo di esperienza.

Le hanno dato fastidio le polemiche sulla sua scritturazione per il ruolo della Torcia Umana nel prossimo film sui Fantastici 4?
Ce lo aspettavamo. La gente non è troppo aperta ai cambiamenti. Con il mio agente discuto spesso sui ruoli che mi interessano e sul tipo di carriera che vorrei avere e io voglio fare di tutto. Se ci sono polemiche, le accetto e rispondo facendo il mio lavoro al meglio delle mie capacità. Poi la Torcia Umana è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti, quindi non vedo l’ora d’iniziare.

Come è stato il lavoro di preparazione al film e il lavoro sul set?
Prossima fermata Fruitvale Station è un piccolo film, girato con una macchina sola, 90.0000 dollari di budget e 20 giorni di riprese. Per me è stato un test importante sia per il ruolo di protagonista che per la mole di lavoro. Dati infatti i ritmi serratissimi è stato molto impegnativo, però sono molto orgoglioso del risultato. Ryan, oltre ad essere un ottimo regista, è anche un ottimo scrittore ed è riuscito a riassumere quello che Oscar era narrando fondamentalmente solamente le sue ultime 24 ore di vita, ma alla fine del film hai davvero la sensazione di conoscere il protagonista e la sua realtà. Un film piccolo nei mezzi, ma grande nell’impatto emotivo. Sono davvero contento di avervi partecipato.

Che differenza c’è a livello di preparazione attoriale fra questo ruolo e quello della Torcia Umana? Pensi che troverai delle difficoltà?
Pur essendo un attore giovane, ho già fatto parecchi ruoli e tutti diversi, perciò sono abituato ai cambiamenti. Come dicevo non vorrei essere etichettato come il “giovane attore nero”, ma vorrei poter fare di tutto, poi certo, sono due ruoli assolutamente diversi, ma credo che mi divertirò un mondo anche stavolta.

Come è stato lavorare con la figlia di Oscar?
Ho passato un po’ di tempo con lei per conoscerla, cercando di tenerla al riparo dalla risonanza mediatica che il cinema porta con sé. Non le ho infatti detto immediatamente che avrei interpretato suo padre in un film. Ho cercato semplicemente di conoscerla e capire chi fosse suo padre per lei.

Tornerai a lavorare con Ryan Coogler per Creed, il suo prossimo film?
Sì, certo. Non vedo l’ora d’iniziare, perché sto finalmente imparando cosa voglia dire instaurare un vero rapporto profondo con un regista ed è una cosa fantastica. Con Ryan siamo diventati parecchio amici e dopo le riprese de I fantastici 4 ci metteremo al lavoro. Per il ruolo dovrò prepararmi parecchio fisicamente ed imparare a tirare di boxe, ma non vedo davvero l’ora di cominciare. Ci divertiremo.

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