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Venezia 79, giorno 11: cronache di cinema e non solo

Un resoconto fatto di news, rumors, eventi, volti, chiacchiere, battute, dichiarazioni e ovviamente cinema per spiegarvi bene cosa significa vivere ogni giorno la 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Oggi consultiamo la sfera di cristallo e facciamo un po’ di previsioni sui film che potrebbero essere premiati

Ultimo giorno di scuola per Venezia 79. Alle 20 di stasera sapremo i promessi e i bocciati della giuria, nella cerimonia di premiazione della 79esima Mostra del Cinema. I film del concorso sono stati tutti proiettati e oggi è stato il giorno del film di chiusura, fuori concorso, The Hanging Sun di Francesco Carrozzini. Insomma, dopo più di dieci giorni, considerando la pre apertura del 30 agosto, Venezia 79 finisce!

Parlavamo di promossi e bocciati. Prima delle decisioni della giuria, completiamo il nostro sguardo su chi ha salvato e chi ha rimandato all’anno prossimo la stampa italiana e internazionale, secondo i voti espressi sul Ciak in Mostra. Nella nostra analisi di ieri all’appello del concorso mancavano tre film: No Bears di Jafar Panahi, Chiara di Susanna Nicchiarelli e Les miens di Roschdy Zem. Partiamo sempre dalla stampa nostrana. No Bears ha davvero convinto tutti. La media voto è altissima 4,2/5 stelle (non vedevamo una media così da tantissime edizioni); Il Manifesto e La Stampa hanno assegnato 5 stelle, le altre testate quasi tutte 4 stelle, il voto più basso è un onorevole 3 stelle de Il Foglio. Al contrario ha deluso fortemente Chiara (lo abbiamo visto e concordiamo con i voti bassi). La media voto è 2,5/5 stelle in cui svetta, in negativo, la stella e mezzo de il Corriere della Sera e de Il Gazzettino, mentre il voto più alto l’ha assegnato Repubblica con 3,5/5. Non è andata meglio al film francese che si attesta sulla stessa media voto della pellicola di Nicchiarelli, collezionando voti molto bassi se non fosse per Il Giornale che l’ha valutato con 3,5/5 (al critico de Il Giornale, Armocida, pare essere piaciuto davvero molto il concorso perché ha assegnato voti lusinghieri, anche più di Fulvia Caprara de La Stampa, notoriamente larga di manica). La pellicola di Panahi, come era prevedibile, ha conquistato la critica italiana, portandosi in testa al pagellino. Perché era prevedibile? Innanzitutto perché il regista iraniano è un grande autore e i film li sa fare; poi perché il tema politico, il regime di semiclandestinità in cui ha diretto la pellicola e il messaggio in essa contenuto conquista e permette di gettare un occhio su una vicenda, le restrizioni e l’arresto del regista, di cui i giornali poco si occupano. Forse questo passaggio a Venezia, servirà a far trovare uno spazio considerevole sulla stampa, all’interno dei pettegolezzi nostrani, al racconto di cosa sta accadendo in Iran e nella parte orientale del mondo, come dicevamo ieri nelle cronache del giorno 9.

Il film di Panahi ha convinto anche la stampa internazionale? Il film ha molto convinto anche i critici internazionali con una media voto (è apparsa la media anche nel pagellino della stampa estera) di 4,14/5, e anche qui fioccano le 5 stelle. Ha deluso invece sia Chiara, ma proprio tanto deluso, tant’è che è stato visto da cinque testate delle nove votanti, con 2,23/5 di media e anche Les miens con 2.53/5 stelle. Raggruppando i voti italiani e stranieri della critica, il podio vede al primo posto No Bears (4,14/5), poi The Banshees of Inisherin con una media di 3,83/5 e sul gradino basso del podio con la stessa media Saint Omer, quindi aggiungiamo anche Bones and All con 3,65/5. Solo dieci film sui ventitré superano le 3 stelle di media, ossia la valutazione soddisfacente (i film sono, oltre ai tre già citati, All the beauty and the bloodshed, Argentina 1985, Love Life, Tàr, Il signore delle formiche, White Noise). Seppur con le dovute cautele, al netto dei personalismi della stampa e degli sguardi (stanchi e annoiati) che osservano, la votazione globale conferma il livello mediocre dei film di Venezia 79. (Clicclando qui trovate un riepilogo dei giudizi espresso dalla stampa italiana e internazionale).

Ora tocca alla giuria. E quindi, ora ci tocca prendere la sfera di cristallo e fare un po’ di previsioni. Bisogna innanzitutto specificare che i criteri di assegnazione dei premi sono molteplici e soggettivi. Nel corso delle edizioni della Mostra, abbiamo assistito e letto di forti discussioni tra i giurati su chi premiare, fino ad arrivare a prese di posizione forti. Metteteci che in questa definizione del palmares influiscono anche fattori esterni, come i giochetti di potere tra le nazioni, gli umori della case di produzioni e i film che devono essere lanciati per la stagione. Questi ultimi, però, e ci teniamo a sottolinearlo, non sono criteri di assegnazione ufficiali e quindi sono nostre sensazioni. Una cosa però l’abbiamo capita negli anni delle Mostre dirette da Alberto Barbera: i Leoni e le varie Coppe sono assegnate secondo un criterio geografico in modo tale che accontenti tutte le cinematografie del mondo, ammesso che abbiano dei film rappresentanti. Questo non è sempre stato valido, ma è un criterio abbastanza certo. Quindi ci sentiamo di dire che Argentina 1985, Love Life, Saint Omer e The Banshees of Inisherin e ci mettiamo anche Bones and All si spartiranno i tre Leoni, quello d’oro per il Miglior Film, e quelli d’argento per la Miglior Regia e il Gran premio della Giuria. C’è da dire che sono i film che hanno entusiasmato e raccolto più consensi nella stampa e anche nel pubblico di Venezia. Per la regia, noi ci sentiamo di proporre anche Andrew Dominik, ma siamo un po’ una voce fuori dal coro. Le Coppe Volpi per l’interpretazione femminile e maschile saranno, probabilmente, assegnate a Cate Blanchett e Brendan Fraser, anche se quest’ultimo può rivaleggiare con uno dei protagonisti de Il signore delle formiche, Luigi Lo Cascio o Elio Germano. Non crediamo nella possibilità che Ana de Armas possa insidiare la divina Cate, perché l’interpretazione di quest’ultima è stata molto più convincente. Il premio per la miglior sceneggiatura potrebbe finire nella mani delle sceneggiatrici di Saint Omer, la regista Alice Diop e Marie N’Diaye per il punto di vista che propone la storia (a questo punto il film francese si sottrae dalla lista dei premi più importanti). Se, infine, il Premio speciale della giuria potrebbe andare a All the Beauty and the Bloodshed o Athena, il premio Marcello Mastroianni per il miglior attrice o attore emergente sembra saldamente nelle mani di Taylor Russell, interprete della pellicola di Guadagnino. Su tutto e tutti, però, non va dimenticato No Bears che concorre direttamente e solamente per il Leone d’oro. In questi ultimi dieci anni i film di Panahi hanno sempre ottenuto gli allori più prestigiosi dal Festival di Berlino al Festival di Cannes.

 

Queste sono le proiezioni che noi vi diamo conoscendo un po’ la Mostra del Cinema. Poi tutto può accadere e il timone della giuria nelle mani di Julianne Moore ci lascia alquanto perplessi sulle direzioni delle scelte, ma potrebbe anche sorprenderci. Per quanto riguarda noi, i nostri gusti e ciò che ci è piaciuto, leggendo le nostre cronache avrete già capito che i nostri Leoni d’oro e d’argento li vorremo assegnare ad altri film, molti di loro fuori concorso.

Cari lettori, la campanella è dunque suonata. Grazie di averci ascoltato e premiato con le vostre numerosissime letture e grazie alle vostre mail che ci avete scritto in questi giorni. Ci auguriamo di avervi raccontato con schiettezza e accuratezza la Mostra del Cinema, un festival di cinema che noi, nonostante tutto, amiamo molto. 


Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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