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La 37esima Settimana Internazionale della Critica: la speranza di un nuovo mondo

La Settimana della Critica si rinnova e rilancia. Questo è quanto emerso dalla conferenza stampa di presentazione del programma ufficiale che si incardina sulle parole d’ordine: cinema e futuro. Gli interrogativi che ne conseguono sono tanti, ma le risposte fornite dai giovani registi, scelti dal comitato di selezione guidato da Beatrice Fiorentino, sembrano esaustive e chiare

A 37 anni di vita la Settimana Internazionale della Critica ha deciso di rifarsi il look e di introdurre importanti novità. Per la nuova edizione, appunto la 37esima, in programma dal 31 agosto al 10 settembre 2022, questa sezione autonoma e parallela della Mostra del Cinema di Venezia si presenta al suo folto e numeroso pubblico con un nuovo logo che sottolinea la sua filosofia di apertura e dialogo costante tra autori, critici e spettatori, inquadrati dentro quel rettangolo che è lo schermo del cinema, ossia il cinema stesso. Una ventata di novità è portata anche dai nuovi componenti del comitato di selezione che da quest’anno, e per i prossimi anni, insieme alla delegata generale Beatrice Fiorentino, sono Enrico Azzano, Chiara Borroni, Ilaria Feole e Federico Pedroni. Poi ancora, nei mesi passati è stato anche rinnovato il gruppo dirigente ai vertici del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), ente che organizza la SIC; sono entrati nuovi sponsor che sostengono l’impegno di questa valevole selezione e una nuova sigla che introdurrà le proiezioni per i prossimi tre anni. L’ultima novità è la possibilità quest’anno di scaricare il catalogo ufficiale dal sito, venendo così incontro ai problemi di natura ambientale che tanto caratterizzano il nostro presente.

Le coordinate e i temi. Grandi novità, innovazioni, visioni e punti di vista per questa sezione che fa di ciò che è ancora da scoprire nel cinema, la sua missione. Il futuro del cinema, ciò che sarà, come affermato dalla delegata Fiorentino nella conferenza stampa di presentazione, è il focus di analisi con cui il comitato ha selezionato dalle più di 500 opere cinematografiche pervenute (il numero è tornato agli standard prepandemici) le sette opere prime inserite nel concorso. Queste sono state scelte, seguendo le parole della delegata, perché propongono una risposta, una rinascita a quelli che sono le complessità della contemporaneità, della realtà del 2022, grazie a valori come l’amicizia, l’amore, lo spazio aperto, la comunità, i personaggi sognatori, idealisti, concreti, comunque tesi ad assicurarsi e a creare un futuro migliore. A fare da cassa di risonanza a tutto questo c’è il cinema, quella sala buia che circonda quello schermo rettangolare che, appunto, primeggia sul nuovo logo. Insomma, la SIC desidera esprime in questa 37esima edizione, forse in maniera anche più netta rispetto agli altri anni, la propria fiducia e incoraggiamento all’industria cinematografica, portando sullo schermo i nuovi sguardi di oggi e domani.
La selezione è composta da sette opere prime e tre eventi speciali, tutti presentati in anteprima mondiale. I sette lungometraggi concorrono, oltre che per il premio Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentis”, per il Gran Premio IWONDERFULL assegnato da una giuria internazionale al miglior film in concorso e del valore di € 5.000; Premio del Pubblico THE FILM CLUB assegnato dal pubblico in sala del valore di € 3.000; Premio Circolo del Cinema di Verona, assegnato da una giuria composta da soci under 35 del Circolo di Verona e destinato al film più innovativo della sezione; Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico, sponsorizzato dall’Hotel Saturnia di Venezia e assegnato da una commissione di critici iscritti al Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.

Ecco i film. Quali speranze, dunque, per il mondo di oggi e di domani? La parola ai film. Anhell69 di Theo Montoya inquadra una generazione senza futuro che cerca di fare del cinema, di portare avanti il desiderio e il sogno di salvarsi attraverso la settima arte, nonostante sullo sfondo Medellín bruci di violenza, droga, vite spezzate e infranga le certezze di molti suoi abitanti. Anche il protagonista di Beating Sun di Philippe Petit ha un sogno per cui lottare: vuole realizzare un giardino naturale, senza recinzioni, nel centro di Marsiglia, un’area verde aperta a tutti, al fine di dare ossigeno (e speranza di vita) agli abitanti della città che soffocano in quell’inferno urbano. Il giovane regista francese ha creato, così, un film politico, come la svedese Isabella Carbonell che, in Dogborn, racconta di un fratello e di una sorella indivisibili che lottano per la loro sopravvivenza, per il loro posto nel mondo, in una prospettiva di rinascita, anche se questa comporta un forte cambiamento nella loro vita. David Wagner, austriaco, invece ha deciso di girare una commedia romantica che però nel corso del suo sviluppo assume i tratti di un forte realismo, travalicando i confini della retorica e scardinando i cliché. Con Eismayer, il giovane regista prende spunto dalla storia d’amore vera e dalla sfide di Charles Eismayer e Mario Falak, due uomini, due militari austriaci, due omosessuali che nella forza reciproca hanno trovano la traccia del loro futuro. Vuole scardinare qualcosa anche Draginja, protagonista di Have You Seen This Woman? di Dušan Zorić e Matija Gluščević. I due registi serbi pensano a tre storie, tre strade, tutte incentrate su questa donna di mezza età, per narrare la conquista del suo ruolo nel mondo, svincolato da ciò che vuole imporle la società maschile. Margini di Niccolò Falsetti è, invece, una commedia, una storia di amicizia, venata di punk e chitarre elettriche, sincera, energica e vitale. Tre amici residenti a Grosseto nel 2008, membri di un gruppo punk, hanno finalmente l’opportunità di suonare a Bologna e aprire il concerto di una famosa band hardcore americana. Tutto bene quindi, ma il giorno del concerto, l’evento è annullato. Edoardo, Iacopo e Michele decidono, pertanto, di portare la band americana a Grosseto, senza, però, aver fatto i conti con la realtà di provincia. Il percorso della SIC si conferma nei valori dell’amicizia, per proseguire proponendo il tema dell’identità di genere grazie alla pellicola di Alex Schrader, Skin Deep. Il regista, originario del Kazakistan ma cresciuto in Germania, pescando dal genere thriller psicologico, desidera ragionare sui confini dell’identità, sulle leggi dei corpi, attraverso le vicende di Leyla e Tristan, coppia felice, fino a quando non approdano su un’isola remota. 

Fuori concorso. Il programma della 37esima edizione della SIC si compone anche di un film d’apertura, presentato fuori concorso, Three Nights a Week di Florent Gouëlou, una commedia romantica queer che riprende il tema dell’identità attraverso il corpo e la narrazione di sé attraverso l’immagine. Sullo sfondo il variopinto e scintillante mondo delle drag queen in cui si avventura Baptiste accompagnato da Cookie Kunty ossia Quentin. Il film di chiusura, invece, si focalizza su tre donne in fuga attraverso le valli e il deserto del Marocco in una corsa senza sosta verso un possibile futuro. Queens di Yasmine Benkiran, giovane regista marocchina, è un film che dietro la parvenza di leggerezza parla di equità, inclusione e femminismo. A completare gli eventi speciali, la SIC presenta, in collaborazione con la Mostra del Cinema, Blood di Pedro Costa, primo film del regista portoghese che nel 1989 fu presentato in anteprima mondiale alla Settimana della Critica. La SIC rende omaggio a un cineasta moderno e potente, ribelle e anarchico che proprio grazie a questa sezione ha iniziato a creare la sua poetica cinematografica.  

L’offerta di cinema della 37esima SIC non è finita. Per il settimo anno, in collaborazione con Cinecittà, è presenta la SIC@SIC, selezione che raccoglie nove cortometraggi (sette in concorso più un film d’apertura e uno di chiusura presentati fuori concorso) che scommettono sul domani nonostante un presente instabile, molte inquietudini e troppi interrogativi, come affermato dalla delegata generale Fiorentino. Il tempo è il filo conduttore di queste opere, indagato dai personaggi in età giovane. I sette cortometraggi in concorso concorrono al Premio per il Miglior Cortometraggio offerto da Frame by Frame e consistente in servizi di post-produzione per il prossimo cortometraggio del regista premiato; il Premio alla Migliore Regia offerto da Stadion Video e consistente nella realizzazione dell’edizione inglese sottotitolata per il prossimo cortometraggio del regista premiato: il premio al Miglior Contributo Tecnico offerto da Fondazione Fare Cinema e consistente nella partecipazione all’edizione 2023 del Corso di Alta Formazione Cinematografica in Regia “Fare Cinema”.
Albertine Where Are You? di Maria Guidone, guidata dalla parola di Proust, porta al tempo di un’estate e di un amore (queer); Come le lumache di Margherita Panizon affronta il dramma delle migrazioni nell’incontro dei due ragazzi protagonisti; La stanza lucida di Chiara Caterina elabora un passato doloroso attraverso un sogno che è anche rituale salvifico di guarigione e rinascita; Nostos di Mauro Zingarelli è sospeso tra nostalgia del passato e il timore di un futuro che potrebbe essere; Reginetta di Federico Russotto, pescando dal genere horror, denuncia nel passato ordinarie follie del presente: avidità, ambizione sfrenata, l’assurdità di modelli estetici irraggiungibili; Resti di Federico Fadiga riflette malinconicamente sul tempo che passa e sulla memoria che resta; Puiet di Lorenzo Fabbro e Bronte Stahl fotografa nella quotidianità di un ragazzino di campagna la ricerca del proprio posto nel mondo. Il film di apertura è firmato da Gianluca Matarrese in coppia con Guillaume Thomas: Pinned Into a Dress. Il luogo è il backstage di Miss Fame in cui i due registi svelano luci e ombre dietro al successo dell’iconica drag supermodel da 1 milione di follower. Happy Birthday di Giorgio Ferrero, film di chiusura, racconta di un presente in cui il mondo è funestato da emergenze ambientali e guerre, ma una possibile speranza arriva dalla Rete, attraverso la connessione spontanea, dai lati opposti del pianeta, di due giovani donne accomunate da un ideale di pace e condivisione.


Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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