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La 36esima Settimana Internazionale della Critica: tra presenza e futuro

"Il cinema non muore mai" afferma Beatrice Fiorentino, delegata generale della Settimana Internazionale della Critica. Questa è la chiave d’accesso per interpretare e analizzare la proposta della 36esima edizione che, sempre puntando sulle opere prime, sfida le difficoltà del mondo di oggi per osservare e capire il domani.

La Settimana Internazionale della Critica c’è. E non c’erano molti dubbi sulla presenza alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia di questa storica e lungimirante sezione autonoma e parallela che anche quest’anno porta al Lido il suo bagaglio di nuove idee, nuove visioni, nuove prospettive sul cinema.
La SIC, giunta alla 36esima edizione, è organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) con al fianco BNL Gruppo BNP Paribas, il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige, della Provincia Autonoma di Trento, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dell’Apulia Film Commission e il supporto di numerosi sponsor. Il Presidente è Franco Montini, presidente di SNCCI, mentre il comitato di selezione è curato dalla delegata generale Beatrice Fiorentino con i membri della commissione di selezione Enrico Azzano, Paola Casella, Simone Emiliani e Roberto Manassero. Questi hanno selezionato tra oltre 600 film provenienti da 75 Paesi (un numero di incremento rispetto alle edizioni passate), sette opere prime e due eventi speciali, tutti presentati in anteprima mondiale.
Solo i sette lungometraggi, però, concorrono all’assegnazione del Gran Premio Settimana Internazionale della Critica, assegnato da una giuria internazionale composta da Claudio Cupellini, Vanja Kaludjercic e Sandrine Marques. Questi film, inoltre, sono in lizza anche per il Premio Circolo del Cinema di Verona, assegnato da una giuria composta da giovani under 35 iscritti al Circolo di Verona e destinato al film più innovativo della sezione, e al Premio Mario Serandrei - Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico. Infine, i sette lungometraggi della SIC in quanto opere prime, concorrono anche al premio Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” all’interno della Mostra del Cinema, la cui giuria quest’anno è composta da Uberto Pasolini (presidente), Martin SchweighoferAmalia Ulman. C’è un altro concorso nella SIC ossia il SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica). selezione che propone sette cortometraggi di autori italiani non ancora approdati al lungo e due eventi speciali fuori concorso. Giunto alla sesta edizione, questo concorso nasce dall’unione del SNCII e Istituto Luce-Cinecittà; il medesimo comitato di selezione ha scelto i sette corti che saranno giudicati dalla giuria composta da Jacopo Chessa, Silvia Luzi e Nadia Trevisan per l’assegnazione del premio al Miglior Cortometraggio, il premio alla Miglior Regia e il premio al Miglior Contributo Tecnico. Ultimo dato: la 36esima edizione della SIC è dedicata a Valentina Pedicini, regista e scrutatrice del mondo scomparsa nel 2020 quando ancora aveva molto da raccontare sul presente. Proprio alla SIC nel 2016 la regista presentò la sua prima opera di finzione, il corto Era ieri, evento speciale d’apertura della selezione SIC@SIC di quest’anno. 

Insomma la SIC c’è. La sua forza e la sua presenza sono ribadite dalle parole del presidente Montini in occasione della conferenza stampa di presentazione del programma. Questi ha affermato che nella penuria di produzioni cinematografiche nel biennio 2020-2021, dovute ai fatti ormai noti, la selezione di questa sezione poteva essere compromessa. A essere penalizzati, infatti, da questa situazione, sono i soggetti più deboli, le produzioni indipendenti che rappresentano il territorio di studio e ricerca della SIC. A ciò si aggiunge anche, sempre in questo periodo, lo svolgimento in presenza di numerosi festival internazionali da cui attingere per osservare il cinema del domani e da intendere come territori di incontri e confronti con addetti al settore. La situazione, quindi, si presenta difficile, eppure il programma per la 36esima edizione c’è e si presenta: "quanto mai valido, vario, interessante, sorprendete, con un’attenzione rivolta, come da tradizione, a segnalare nuovi linguaggi ed inedite modalità di messa in scena" come affermato dal presidente. A queste parole fanno seguito quelle di Beatrice Fiorentino. La nuova edizione della SIC rappresenta un momento importante per riappropriarsi dell’atto della visione e interrogarsi sul cinema postpandemico. "Cos’è il cinema dopo la pandemia? Cosa è cambiato nel nostro sguardo? Come guardiamo oggi?". Quesiti legittimi interrogativi hanno condotto il comitato di selezione a mostrare le direttrici di analisi più interessanti del cinema di oggi con l’obiettivo di cercare i nuovi autori del cinema del futuro, capire in che modo si sta evolvendo li linguaggio delle immagini cinematografiche e favorire connessioni e riconnessioni di idee e punti di vista. Tutto questo perché come ha affermato la Fiorentino: "Il cinema non muore mai" e riuscirà sempre ad adattarsi ai mutamenti perché è il mezzo artistico che riesce a raccontarli in maniera più immediata, aggiungiamo noi. 

Un occhio alla proposta. Il destino e il modo in cui potrebbe apparire il domani accomuna, in maniera molto generale, le pellicole, a partire da Mondocane di Alessandro Celli. In una Taranto del domani circondata dal filo spinato, il regista italiano parla di un futuro di distruzione e angoscia in cui può ancora vivere con vigore un’amicizia, una speranza, un futuro fragile, anche se messo in crisi dai poteri forti. Di lotte, resistenze, repressioni e ideali parla anche Erasing Frank del regista ungherese Gábor Fabricius. Lo sguardo è al passato, al 1983 in cui nell’Ungheria, stato dell’URSS, Frank con il suo punk resiste al silenzio imposto dal regime. The Salamandre di Alex Carvalho si inserisce in questo filone di ricerca di un futuro possibile, di rinascita, attraverso un personaggio femminile che rincorre la vita e un ragazzo in cerca di una traiettoria di vita, in un mélo in cui il desiderio e il denaro sono armi e i corpi sono territori di conquista. Di corpi parla anche Detours di Ekaterina Selenkina. Nella Mosca di oggi la tecnologia si pone al servizio della criminalità in un continuo passaggio tra realtà fisica e virtuale, quella del dark web e delle immagini di Google Maps, in cui i movimenti dei corpi segano le rotte della droga. Mother lode di Matteo Tortone (coproduzione di Francia, Italia e Svizzera) si concentra sul confine tra realtà e finzione in una favola moderna, a cavallo tra fiction e documentario, che parla di profitto, di vittime e oppressioni sullo sfondo della miniere d’oro sulle Ande e degli inferi del neoliberismo. Elena Girón e Samuel M. Delgado ambientano They Carry Death nel 1492 nella rotta verso il Nuovo Mondo che si contrappone alla vita del Vecchio. Due viaggi, due modi di ingannare la morte, due storie di destini in balia della storia. Zalava di Arsalan Amiri è un film di genere horror nell’Iran della prerivoluzione culturale, impastato di superstizioni religiose, sospetti e male, raccontati attraverso l’opera di un giovane sergente che indaga sulla presenza di un demone in un piccolo villaggio. A chiudere la proposta della SIC i due eventi speciali. Il film d’apertura è Karmalink di Jake Wachtel (Cambogia, USA) che getta uno sguardo sul mondo, intriso di tecnologia e memoria, attraverso le azioni e gli occhi di un ragazzino adolescente e una brillante ragazzina senzatetto i quali indagato sul mistero dei sogni delle vita passate di lei; il film di chiusura è The Last Chapter di Gianluca Matarrese, un film intimo personale che si snoda nella conversazione a due tra il regista e il suo amante attraverso il bondage, i traumi dell’AIDS, e la complicità e il dualismo tra eros e thanatos

Ancora immagini e racconti. Per quanto concerne il programma della SIC@SIC, le sette pellicole selezionate vogliono generare la giusta curiosità verso i registi che si misurano con il tempo breve per esprimere il loro pensiero. Il corto di apertura, come detto, è la riproposizione di Era ieri di Valentina Pedicini, mentre quello di chiusura è A Chiara di Jonas Carpignano che al recente Festival di Cannes nella sezione della Quinzaine des Réalisateurs ha ottenuto l’Europa Cinema Label Award. I corti in gara alla SIC@SIC, invece, sono Eva di Rossella Inglese, Freikörperkultur di Alba Zari, L’incanto di Chiara Caterina, Inchei di Federico Demattè, Luna Piena di Isabella Torre, Notte romana di Valerio Ferrara, L’ultimo spegne la luce di Tommaso Santambrogio
L’ultima annotazione sulla 36esima Settimana Internazionale della Critica riguarda l’immagine scelta, creata da Emiliano Mammucari, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi che riprende l’abbraccio del regista Juan Sebastian Mesa con i suoi attori al termine della proiezione del suo film Los nadie, presentato l’anno scorso alla SIC. Tale immagine è stata rielaborata visivamente nell’idea di unione, di ritrovarsi, di tornare ad abbracciarci dopo quanto è stato e di tornare a vivere il cinema in contatto, condivisione e sinergia.

Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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