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Venezia 73, il programma della 31esima Settimana Internazionale della Critica: uno sguardo sul mondo

ALe ultime cose - Presentazione Settimana Internazionale della Critica 2016 - Venezia 73nnunciati i nomi, è il momento di capire l'indirizzo del programma della 31esima SIC - Settimana Internazionale della Critica. Il nuovo delegato generale, Giona A. Nazzaro, ha le idee molto chiare e sulla carta i registi selezionati sembrano seguire un'idea di cinema ben precisa sullo stato dell'oggi

Giona A. Nazzaro, il nuovo delegato generale della Settimana Internazionale della Critica, è stato chiaro. La rassegna, sezione indipendente e parallela della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, fondata nel 1984 da Lino Micciché con l'obiettivo di dare visibilità a registi talentuosi alle prime armi e cinematografie emergenti, desidera in questa edizione 31esima offrire un panorama cinematografico "sullo stato del mondo in cui viviamo", come afferma nel comunicato stampa ufficiale. A ciò Nazzaro aggiunge: "Questa determinazione a stare nel presente, a non cedere né a nostalgie né a mitologie, è la prima spinta propulsiva di questa 31. SIC. Cinema di oggi, fatto oggi, per sguardi di oggi". Uno sguardo sul presente attraverso un cinema che ipotizzi, che cerchi una speranza, un qualcosa di meglio, forse un'utopia, sicuramente un disincanto sulla contemporaneità.
Insomma il programma pensato dal nuovo delegato, assieme a Luigi Abiusi, Alberto Anile, Beatrice Fiorentino e Massimo Tria, vuole proporre una fotografia del presente che sfidi quelle ufficiali e che riporti negli occhi degli spettatori il piacere del filmico, il gusto di assaporare una storia in immagini per sensibilizzare anche utilizzando le armi del rischio e dello stupore.

Un viaggio in un percorso di sperimentazione visiva e narrativa che passa attraverso, quindi, le nuove idee e proiezioni di sette giovani registi, i cui film sono proposti in anteprima internazionale e mondiale. Questi per la prima volta si cimentano nel filmare un lungometraggio. Prima delle immagini, però, parlano i dati biografici. Ala Eddine Slim, regista tunisino di The Last of US, ha 34 anni; Keywan Karini, iraniano che ha diretto Drum, ha 31 anni; il francese Jerome Reybaud, regista di Jours de France, ha 46 anni; Juan Sebastian Mesa, colombiano direttore di The Nobodies (unico titolo in anteprima internazionale), ha 26 anni; Prank è un film del canadese Vincent Biron che ha 32 anni; Bradley Liew, filippino regista Singing in Graveyards, ha 26 anni; l'italiana Irene Dionisio ha 30 anni e ha diretto Le ultime cose; Alice Lowe, 39 anni, è la regista di Prevenge, film di apertura fuori concorso della manifestazione; anche Xander Robin regista di Are We Not Catsfilm di chiusura fuori concorso, appartiene alla generazione degli altri registi.
Cosa potranno raccontare questi registi alle prese per la prima volta con la macchina da presa e ancora in un'età in cui poco, di norma, si è capaci di sviluppare dei pensieri critici sul contemporaneo?

Prevenge - Film - 2016The Last of Us
immagina attraverso un viaggio di un uomo senza nome cosa vuol dire rinascere come essere umani, perdendosi nella vastità del mare. Allo stesso modo Reybaud con Jours de France concede all'uomo protagonista il gusto del viaggio questa volta in un percorso sentimentale, di smarrimento di sensi e rotte erotiche. Anche Prank si allinea con questi obiettivi, narrando la speranza di un teenager solitario e scapestrato che spera nell'amore, nell'amicizia, nei sentimenti più puri, proprio come il giovane protagonista di Are We Not Cats, il quale in un clima dark e surreale sogna l'amore più folle. Di cuore ed emozioni tratta anche Singing in Graveyards del filmmakaer indipendente filippino Liew il cui il protagonista, Pepe, anziano cantante, si cimenta con la prova più difficile della sua carriera: scrivere una canzone d'amore, come fosse il viatico per sperare in un futuro migliore. Di un domani incerto tratta anche Prevege in cui una donna incinta cerca la sua vendetta in un slasher movie, quasi thriller, che grida distruzione e redenzione. Drum di Karini (condannato nel 2015 con l’accusa di "offesa alla sacralità islamica") filma invece un noir urbano e notturno che cerca una speranza attraverso l'invenzione di uno spazio, filmico e mentale, capace di travalicare il presente. Il regista iraniano, quindi, muove dall'osservazione del comportamento dei suoi concittadini, proprio come Le ultime cose in cui la macchina da presa della Dionisio scruta, studia, si pone affianco alle esistenze degli ultimi. Sembra, dunque, prioritaria da parte dei registi l'esigenza di trasformazione, come si evince anche in The Nobodies di Mesa che narra di cinque amici che vivono Medellin utilizzando armi di resistenza, come la musica e la street-art, nella speranza di mutare ciò che li circonda. 

Alla selezione dei lungometraggi della 31. SIC si affianca quest'anno la Sic@Sic, ossia Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica. I corti selezionati, anche questi in anteprima mondiale, sono: Alice di Chiara Leonardi; Atlante 1783 di Maria Giovanna Cicciari; Colazione sull'erba di Edoardo Ferraro; dodici pagine di Riccardo Caruso, Roberto Tenace, Luigi Lombardi ed Elisabetta Falanga; Era Ieri di Valentina PediciniNotturno di Fatima Bianchi; Vacilla di Rossella Inglese ed Evento Speciale- Cortometraggio d'apertura Pagliacci di Marco Bellocchio.

Film in concorso

    Akher Wahed Fina / The Last of Us di Ala Eddine Slim (Tunisia, Qatar, UAE, Libano)
    Drum di Keywan Karimi (Francia, Iran)
    Jours de France / Four Days in France di Jérôme Reybaud (Francia)
    Los nadie / The Nobodies di Juan Sebastián Mesa (Colombia)
    Prank di Vincent Biron (Canada)
    Singing in Graveyards di Bradley Liew (Malesia, Filippine)
    Le ultime cose di Irene Dionisio (Italia, Svizzera, Francia)

Film di apertura – Evento speciale fuori concorso
    Prevenge di Alice Lowe (Regno Unito)

Film di chiusura – Evento speciale fuori concorso
    Are We Not Cats di Xander Robin (USA)


Davide Parpinel

Del cinema in ogni sua forma d'espressione, in ogni riferimento, in ogni suo modo e tempo, in ogni relazione che intesse con le altri arti e con l'uomo. Di questo vi parlo, a questo voglio avvicinarci per comprendere appieno l'enorme e ancora attuale potere di fascinazione della settima arte.

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