09.00: Ci siamo. Oggi è il giorno dell'ultimo film in Concorso Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino. Prima però c'è il tempo per vedere Go with Me di Daniel Alfredson, inserito nel Fuori Concorso. 

10.30: La pellicola di Alfredson è una storia come un'altra negli Stati Uniti di oggi. Tra boschi, camice di flanella, aria umida, fucili, alcool, comunità chiuse in loro stesse, una donna cerca una mano per difendersi dal cattivo di turno Blackway, interpretato da Ray Liotta. Contro di lui combattono Anthony Hopkins, Julia Stiles e Alexander Ludwig. Cascata di luoghi comuni nel comporre questa storia senza strilli.

12.50: Per amor vostro è solo delirio visivo e qualche cliché di troppo sullo sfondo della Napoli di oggi.

13.15: Particolarmente interessante la conferenza stampa ufficiale di Behemonth di Zhao Liang. Il regista afferma che il film non è stato in nessun modo prodotto in Cina, né ha, quindi, superato il visto della censura (la pellicola, infatti, ha una produzione francese). Continua inoltre ponendo in risalto come nessun giornalista cinese è presente alla conferenza stampa, seppur Behemoth sia inserito in Concorso. Alla nostra domanda sulle difficoltà nel girare molte scene all'interno di una miniera, il regista ha risposto che sono dovuti stare molto attenti alla sicurezza per via della natura della struttura. Ha aggiunto poi che ha chiesto ai diversi proprietari il permesso per girare: questi sono stati tutti collaborativi, facendo intendere però che c'è stata una piccola spinta di natura economica. 

19.00: le giornate sono sempre più corte. Ci spostiamo in fila per entrare alla proiezione di Afternoon documentario di Tsai Ming-liang. Alle nostre spalle una folla festante abbarbicata sul red carpet si appresta ad accogliere Vasco Rossi protagonista del documentario di Fabio Masi, il Decalogo di Vasco.

22.00: poco prima dell'inizio della proiezione di Afternoon c'è stata la piacevole sorpresa della presenza del regista che ha introdotto il suo lavoro aggiungendo che è contemplata la possibilità di uscire dalla sala prima della fine. Effettivamente il documentario consta di una ripresa fissa in cui Tsai Ming-liang e Lee Kang-sheng parlano delle loro esperienze di vita e di cinema seduti su due poltroncine in una casa immersa tra le colline di Taiwan. Due ore e mezza circa di questo dialogo, a tratti più un soliloquio del regista, che trascorrono senza alcun tipo di difficoltà e noia. Ciò che rende viva la conversazione è la purezza delle parole di entrambi, la naturalità con cui, soprattutto Tsai Ming-liang, apre il suo cuore al suo attore dichiarando che il loro rapporto travalica i confini del sentimento.

24.00: girovaghiamo per il Lido al termine della penultima giornata di Mostra. Mentre i pensieri sul domani si accavallano e le considerazioni sul cinema visto diventano sempre più fitte, piccoli attimi di piacere si palesano nelle nostre vite, sommerse da profumi inebrianti e sguardi profondi e complici. 

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