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Far East Film Festival 2015: il diario del Day 8

Alla rassegna di Udine irrompe il talento e la simpatia di Sakura Ando, protagonista assoluta dell’ottava giornata, osannata dal pubblico con due prove superbe in 0.5mm e 100 Yen Love 

All'ottava giornata della sua programmazione il FEFF 17 ha incoronato la sua Regina indiscussa: l'attrice giapponese Sakura Ando presente in sala ha ricevuto ovazioni interminabili, grazie alla sua bravura espressa nelle prove superbe dei due film che la vedevano protagonista e anche alla sua simpatia.
Il pomeriggio è in gran parte occupato dal lunghissimo (quasi tre ore e mezza) e bellissimo film di Momoko Ando, sorella dell’attrice, 0.5mm, lavoro che a dispetto della sua durata ha incatenato il pubblico alle poltrone. È la storia di una giovane che si occupa di assistere persone anziane malate. Quando perde il lavoro a causa della sua generosità che si trasforma in tragedia, si trova improvvisamente in mezzo alla strada. Con fare apparentemente furbesco si intrufola nella vita delle persone cui sa rendersi utile offrendo la sua opera di badante in cambio dell'alloggio. Film che spazia sui temi cari al cinema giapponese della solitudine, non solo degli anziani, dell'abbandono da parte delle figli dei genitori, della memoria storica tragica del Paese, 0.5mm è un affresco dipinto a tinte tenui ma dall'impatto fortissimo sostenuto da una sceneggiatura magistrale e da una regia degna di un maestro. Sakura Ando domina incontrastata dalla prima all'ultima scena, dando vita ad un personaggio emozionante e splendidamente disegnato.

A seguire il lavoro di Take Masaharu 100 Yen Love, che racconta di sconfitti perenni che cercano di assaporare almeno per una volta il sapore della vittoria. La Ando è una ragazza che trova nella boxe la sua speranza di successo personale ed il film, ben lungi dal cadere nelle trappole dettate da una cinematografia mondiale che pullula di grandi rivalse che partono da zero, oltre a dipingere l'ambiente della boxe in maniera originale e come raramente ci era capitato, si risolve come un inno ai perdenti che debbono accontentarsi di sentire solo da lontano il sapore della vittoria.
La mattina si era aperta con l'attesa novità del primo film cambogiano presente nella storia del FEFF, The Last Reel. A dirigerlo la deliziosa regista Sotho Kulikar che filma una storia di cinema attraverso il recupero di un’opera che la furia dei Khmer Rossi aveva spazzato via negli Anni ’70 dietro cui si cela però anche una risoluzione di una tragica storia personale. Il film soffre forse di una certa ingenuità di struttura che, tuttavia, lascia trasparire in modo chiaro una genuinità che spesso si riscontra nelle cinematografie emergenti. L'omaggio sentito alla famiglia della regista e ai numerosi cineasti ed attori che sparirono durante la guerra portandosi via una cinematografia all'epoca vivacissima uniti ad un appello alla memoria e alla pacificazione, non possono non emozionare.

In serata il coreano Gangnam Blues di Yoo Ha, uno dei lavori più osannati provenienti dalla Corea, chiude il programma. Al centro dell’attenzione una guerra di gang all'ombra della politica degli Anni '50-'60 in Corea che manovrava la delinquenza per poter mettere in atto speculazioni e affari loschi. In questo contesto si inserisce il racconto di due giovani senza famiglia cresciuti nella povertà che trovano nelle gang, seppure su fronti opposti, la possibilità di una rivalsa. Un tutti contro tutti dove non c'è spazio per etica e morale che a volte stordisce perché i personaggi appaiono troppo tutti uguali agli altri, ma che nell'ambientazione, nella regia, in qualche scena di scazzottate ben costruita trova dei buoni cardini.
Più i giorni passano e più il FEFF diventa una seconda casa, dove è bello poter parlare di cinema, ritrovare vecchi amici e incontrarne dei nuovi, strappare i pochi minuti che rimangono tra un film e l'altro per il pasto, stare seduti gomito a gomito con chi in questa rassegna porta i suoi racconti e le sue opere. Insomma, il festival udinese è sempre più prima un modo di vivere il cinema che un festival in senso stretto, e desta già un po' di tristezza pensare che tra due giorni, proprio mentre i ritmi ormai si erano consolidati, tutto finirà per quest'anno.

Vai allo Speciale FEFF 17: tutti gli aggiornamenti da Udine.




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Massimo Volpe

"Ma tu sei un critico cinematografico?" "No, io metto solo nero su bianco i miei sproloqui cinematografici, per non dimenticarli".

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