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Benh Zeitlin, esordiente di successo

Dopo aver rastrellato premi in giro per il mondo, Benh Zeitlin sbarca a Roma per presentare il suo Re della terra selvaggia. "Un’opera prima non solo per me, ma per tutti quelli che hanno partecipato alla realizzazione, attori compresi. E in America, se non c’è almeno un nome famoso nel cast, qualunque film non viene neppure considerato", ci racconta il regista

Ancora incredulo per gli applausi ricevuti dopo l’anteprima romana del film eppure per nulla intimorito da un successo tanto travolgente quanto non calcolato, Benh Zeitlin, il regista di Re della terra selvaggia, il film più premiato del 2012, ha risposto alle nostre domande nel corso di una conferenza stampa.

Si aspettava un successo del genere?
Benh Zeitlin: Assolutamente no. Si tratta di un’opera prima non solo per me, ma per tutti quelli che hanno partecipato alla realizzazione, attori compresi. E in America, se non c’è almeno un nome famoso nel cast, qualunque film non viene neppure considerato. Aver avuto quattro nominations agli Academy Awards è stata dunque una fantastica sorpresa per tutti!

A proposito di Oscar. Quali sono le sue aspettative?
B.Z.: Sono già felice per quello che sta succedendo, le stesse candidature rappresentano di per sé un gran risultato. Appena è arrivata la notizia, siamo stati presi dal panico. Se penso che fino ad ora ho conosciuto due o tre registi importanti e adesso avrò la possibilità di confrontarmi con i più grandi, mi sento fiero e al tempo stesso molto emozionato. Per la notte degli Oscar, quindi, c’è grande attesa.

Come è avvenuta la scelta della piccola protagonista, candidata al premio come migliore attrice protagonista?
B.Z.: Il casting è stato effettuato con metodi molto semplici: stavo cercando una bambina del sud della Louisiana e assieme ai miei collaboratori ho iniziato a girare per le scuole, a bussare alle porte e ad affiggere volantini per le strade. Ci sono voluti nove mesi e quattromila provini circa. Alla fine abbiamo incontrato lei, Quvenzhané Wallis, ed è stato quasi come un miracolo: avevamo finalmente trovato la bambina giusta!

Com’è stato lavorare con una bambina di sei anni, che mai aveva recitato prima di allora?
B.Z.: Parliamo di uno straordinario talento naturale. Il più delle volte non c’era bisogno di spiegarle nulla, era sempre concentrata e si è comportata come una professionista. Tanto che spesso mi rivolgevo a lei come se stessi parlando con una persona adulta e quindi si creavano delle incomprensioni, ma solo a livello linguistico.

Nel film vediamo delle creature mitologiche, gli Aurochs. Sono stati realizzati al computer?
B.Z.: No, tutto il film è stato girato semplicemente con lo schermo verde, la tecnologia e l’animazione al computer non c’entrano. Per gli Aurochs sono stati addestrati dei maialini vietnamiti, la cui immagine è stata solamente ingrandita a dismisura per farli sembrare olto più grandi rispetto agli uomini.

Vai alla scheda del film

 

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